"Non sono il suo maestro e lui non è il mio erede, ma vederlo con quella maglia dall’1’ è una vera gioia". Lo dice Andy Brehme, parlando alla Gazzetta dello Sport del probabile esordio da titolare stasera per Robin Gosens.

Allora Robin è pronto?
"Prontissimo, e non certo da oggi. Avrebbe voluto esordire subito, ma veniva da un lungo infortunio e serviva tempo. L’Inter è stata brava due volte, a prenderlo e ad aspettarlo. E ora ha un’arma in più per il finale di stagione".

Cosa potrà dare fino alla fine?
"Ormai lo conoscete voi in Italia e pure noi in Germania. Può dare forza, velocità, cross e pure gol perché lui segna molto più di me".

Ma è vera quella storia che l’ha suggerito lei al c.t. Löw?
"Più o meno. Io e Joachim ci vediamo spesso, quando ci troviamo in Sardegna parliamo praticamente solo di calcio e una volta gli ho detto: “Stai attento a questo Gosens dell’Atalanta, è veramente forte...”. Dopo i primi giorni di ritiro aveva capito che il suo amico Andy aveva ragione".

Può essere lui il definitivo dopo-Perisic?
"Ma perché dovrebbe esserci un dopo-Perisic? Ivan sta dimostrando una resistenza fisica e una forma da ventenne, merita di rimanere a prescindere dall’età per quello che sta facendo vedere in campo".

La chiave della stagione è stata il colpo allo Stadium?
"Sarebbe stato un peccato buttare via una stagione per colpa di un periodo no che prima o poi capita a tutte le squadre. La vittoria con la Juve è stata decisiva, e ora l’Inter deve fare assolutamente nove punti nelle prossime tre: se batte Spezia, Roma e Bologna, per me è scudetto".

Conosce Bremer, la colonna difensiva del Toro? Si chiama così perché il padre era un suo tifoso...
"Adesso lo guarderò con altri occhi. Per il momento posso solo dire che suo padre è un uomo intelligente e vero intenditore di calcio (ride, ndr)".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 15 aprile 2022 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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