Furba, l'Inter! Scaltra, secondo altre vulgate... Ripassato l'almanacco delle partenze in campionato - ma non solo quelle proprie - le è tornato in mente che gli avvii sprint in Serie A si sono sempre rivelati controproducenti ai fini del conseguimento del traguardo massimo. A prescindere che di mezzo ci fosse una prima o una seconda stella ad ossessionarne il cammino. Era già successo almeno 4 volte che una compagine torinese diversamente granata fosse finita scudettata dopo un inizio di campionato che aveva visto altre squadre prendere il largo grazie a vittorie in fila assortite. Limitandosi ai nerazzurri, era capitato infatti nel lontano 1966-67 con l'Inter di Helenio Herrera che - nonostante un filotto di 7 vittorie - lasciò uno scudetto nella fatal Mantova. Toccò mezzo secolo dopo anche ai nerazzurri del Mancini-2 che nel 2015-16 inanellarono invano 5 successi iniziali, salvo poi veder trionfare i soliti di cui sopra. L'ultimo precedente è quello riconducibile al despota salentino (2019-20) a cui non bastò (sic!) un filotto di 6 vittorie. Tanto per completezza, pure alla Roma di Garcia (2013-14) non fu sufficiente un percorso netto iniziale di ben 10 vittorie. L'epilogo? Il solito! Ed allora, decidendo di ripudiare i "putribondi" filotti, i nerazzurri hanno dunque ritenuto cosa buona e giusta interrompere bruscamente il percorso su quella via di perdizione... Chiamateli fessi! Ma in che modo? Buttandola sulla "tradizione" più consolidata, giusto per non dare troppo nell'occhio... Dopo aver subito la maledizione (2 volte) di Eusebio - nel senso del tecnico ex Sassuolo ora al Frosinone, mica dell'ex asso portoghese mancato acquisto di Moratti senior (maledetta Corea!) - abbinata alla successiva impresa isolata di Iachini (consumatesi, in toto, nel triennio 2015-16/2017-18), ci poteva anche stare che la Milano nerazzurra potesse finire di nuovo vittima dello "shivaismo tantrico di stile Dionisiaco" di Messer Alessio: la 2a volta ieri sera a distanza di poco più di 1 anno e mezzo dalla prima del febbraio 2022 e pur con l'intermezzo del maggio scorso. E poi è proprio vero: non ci sono più i settembre di una volta. Un po' come le mezze stagioni.
Ah, bei tempi quando a questo mese dell'anno erano associati 2 identici e dolci ricordi nerazzurri: giusto un paio di 7-0 inferti ai modenesi. Di cui il più datato a casa loro (22 set. 2013), l'altro - per par condicio - a San Siro (14 set. 2014). Ed ancora non ci si crede che in quelle 2 circostanze fosse proprio Walter Mazzarri a sedere sulla panchina nerazzurra... Molto più verosimile, invece, che gli unici superstiti di quelle 2 sfide fossero Berardi (che giocò solo la gara del Meazza, salvo poi finire espulso nel 2° tempo), l'attuale 3° portiere neroverde Pegolo (che all'epoca era ancora 2° a Reggio Emilia) ed Acerbi, titolare dei neroverdi nella gara casalinga, ma solo in panchina a San Siro. Già, proprio quell'"abusivo" di Berardi - nonché confermatosi castigamatti nerazzurro - che avrebbe dovuto saltare per squalifica la gara del Meazza. Ma Inzaghi mica per questo si è abbassato ad andare in TV per lamentarsi, come invece hanno fatto di recente certi giornalisti tifosi dei dirimpettai che non si vergognano (al presente!) - sempre in prima fila nei talk sportivi - di rosicare per i loro beniamini. Accampando alibi risibili tipo quello sul calendario nerazzurro che sarebbe molto più agevole rispetto alla concorrenza cittadina, fino a giustificarne il (temporaneo) primato in classifica. E pensare che Simone ne avrebbe avuto ben donde per imitarli. Ma non l'ha fatto, nemmeno ad Inter TV. Pertanto a dolersi non rimangono che quegli appassionati come il sottoscritto che non possono esimersi dal rilevare come, pur in epoca VAR, sia stata solo una grave omissione disciplinare (eufemismo!) a consentire a Berardi di giocare il turno infrasettimanale. Perché, sulla falsariga del caso di Baschirotto - con la sua espulsione in Monza-Lecce assurdamente confermata dal VAR - Berardi avrebbe dovuto essere uccel di bosco in quel di San Siro. Giusto a seguito di quel fallaccio quasi ad altezza del ginocchio di Bremer in Sassuolo-Juve sul quale, invece, il VAR non era proprio intervenuto per rettificare col rosso il solo cartellino giallo. Ed invece, ahinoi, le cronache dal Meazza hanno raccontato che la punta dei modenesi è stata forse attenzionata più dall'arbitro Massimi che non essere un "sorvegliato speciale" per difensori (Bastoni) e centrocampisti (Dimarco) nerazzurri.
Fa comunque specie che sia stato proprio Alberto Cerruti a smontare l'alibi del calendario accampato da certi "colleghi di tifo" - al livello di asilo Mariuccia - col seguente stralcio del suo editoriale su Calciomercato.com: "Una lezione alla presunzione dell’Inter che pensava di infilare un altro successo, ma anche l’ennesima dimostrazione che TUTTI I DISCORSI SUL CALENDARIO NON HANNO ALCUN SENSO, perché si può meritare di stravincere contro il Milan e meritare di perdere contro il Sassuolo". Amen. Tornando infine a pensare positivo - giusto prima che ce lo rammenti Jovanotti... - se all'ottava giornata il bilancio nerazzurro dovesse recitare 'solo' 7 vittorie anziché le sperate 8 e ben 21 punti in luogo dei 24 sognati, beh, sarebbe sempre un bel vedere rispetto ai miserrimi 12 dell'anno scorso, con l'onta aggiuntiva di 4 sconfitte in appena 8 gare. Vorrebbe solo dire che l'utenza nerazzurra dovrà continuare a derubricare il Sassuolo come bestia nera, anzi nerazzurra o neroverde... A tutt'oggi, francamente, il male minore da accettare!
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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