Caro Principe, perdonali. Perdonali per ciò che hanno detto in questi ultimi mesi, perdona coloro che non hanno creduto in te, che ti hanno solo giudicato, che hanno dimenticato chi sei e cosa sai fare. Nel calcio tutto è sempre più veloce: si passa da essere campioni a giocatori mediocri in un attimo, in pochi mesi da insostituibile a poco importante. Troppo facilmente sui giornali e in tv si sparano sentenze, giocatori vengono considerati finiti, persi e senza carattere quando solo pochi mesi prima venivano osannati e lodati dalle stesse persone. Hanno insinuato che non eri felice, che te ne volevi andare. Ho sentito alcuni proporre anche la tua vendita a gennaio, secondo loro saresti stato un peso soltanto: non sapevano quello che dicevano.

Perdonali Principe, soprattutto perché la maggior parte di loro non ha mai giocato a calcio, non sa cosa significa essere lucidi tirando un rigore, non sa cosa vuol dire continuare a lottare quando si è sotto di un gol e il pallone non la vuole sapere di entrare. Tu lo sai bene, invece, in questi mesi sembravi vittima di un incantesimo, il pallone non ubbidiva ai tuoi piedi e il gol era diventato a un certo punto una maledizione. Ti sei ritrovato anche a dover star fuori, a non poter giocare e a vivere ai margini di una situazione difficile per la tua squadra, senza poter dare il tuo contributo.

Perdona anche quei tifosi, sicuramente pochi ma che ci sono stati, che subito ti hanno voltato le spalle, che non hanno esitato a cancellare ciò che avevi fatto per la loro squadra pochi mesi prima. Ricorda solo l’urlo della Nord che rappresenta il pensiero dei veri tifosi. “Troppo grati per non aspettarti”: questo ti avevano scritto su uno striscione e già quel giorno li avevi ripagati (doppietta contro il Bari, il 22 settembre). Poi eri caduto di nuovo, solo un altro gol e prestazioni opache, un altro infortunio e ancora parole, troppe. Tu invece ci hai abituato a rispondere con i fatti, con il lavoro, l’impegno e il sacrificio, tutte caratteristiche che un grande campione come te possiede.

In questa partita finalmente i tuoi sforzi e quelli di chi ti ha difeso in questi mesi sono stati ripagati: una buona gara, lontana ancora forse dall’essere una grande prestazione, ma pur sempre un inizio, un po’ di luce dopo mesi di buio profondo e minaccioso. Due assist (di cui uno di tacco eccezionale), un gol, movimento senza palla, gioco spalle alla porta: non si può dire che non ci sia il tuo contributo nella bella vittoria contro i coreani.

Principe, forse sei tornato davvero o forse no. Forse tornerai definitivamente nella prossima gara, la finale: perché quando c’è stato bisogno di essere incisivi non sei mai mancato, hai marcato a fuoco il tuo nome nei tabellini delle tre partite che hanno reso all’Inter una stagione storica. Sei diventato storia insieme a lei e non ne hai avuto paura e, di questo, molti se ne sono già dimenticati. Magari il futuro ti riserverà una stagione di nuovo magica oppure ricca di difficoltà o più semplicemente con alti e bassi. Poco importa. Hai dato una lezione a chi ti ha giudicato troppo in fretta, hai dimostrato che dopo una caduta si può sempre migliorare, con umiltà e tanto impegno. Ti sei assicurato di nuovo il sostegno di chi starà sempre al tuo fianco, riconoscente di ciò che continui a regalarci; il vero tifoso sarà lì con te se dovessi cadere di nuovo e sarà lì anche a ogni tua rinascita, perché ricorda Principe: un campione come te sa sempre rialzarsi.
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Gio 16 dicembre 2010 alle 09:21
Autore: Barbara Pirovano
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