Dopo la vittoria all’ultimo respiro contro la Fiorentina, il campionato dell’Inter passa da Benevento, nel match valido per il recupero della prima giornata di Serie A. Antonio Conte, che ritrova De Vrij, cambia diverse pedine nell’11 iniziale. Al fianco dell’olandese, in difesa, spazio a Skriniar e alla conferma di Kolarov. Hakimi dal 1’ sulla corsia destra, con Young a sinistra. Mediana composta da Vidal-Gagliardini, con Sensi alle spalle di Lukaku e Sanchez. Nei padroni di casa, Filippo Inzaghi si affida al 4-3-3: Glik-Caldirola al centro della difesa, Schiattarella in cabina di regia, Insigne e Caprari ai lati di Moncini nel tridente offensivo.
PRIMO TEMPO - La costruzione dal basso, seguita da cambi gioco molto precisi, caratterizza l’immediato vantaggio nerazzurro, con Kolarov a trovare in ampiezza Hakimi, e l’esterno marocchino - dopo l’ottima triangolazione con Sanchez - a servire Lukaku per l’1-0. Sul giro palla arretrato dell’Inter, il Benevento alza la pressione, partendo dai tre attaccanti subito aggressivi sui centrali difensivi nerazzurri. Dabo e Ionita, le mezzali, duellano con Gagliardini e Vidal, mentre Schiattarella segue Sensi. Proprio i movimenti in zona trequarti del numero 12, uniti allo svariare continuo di Sanchez tra le linee, consentono alla squadra di Conte di mantenere e consolidare il dominio nel palleggio. L’attaccante cileno si stacca dalla marcatura dei difensori centrali, contribuendo con l’ex Sassuolo a creare imprevedibilità e superiorità numerica alla spalle del centrocampo avversario, il più delle volte aprendosi sul centro-sinistra. Sensi sbaglia qualche appoggio nella prima parte di gara, mentre Alexis costringe Maggio agli straordinari, allontanandolo dalla posizione di terzino destro. Più spazio per Young, in costante proiezione offensiva, così come Hakimi sulla corsia opposta. Cambi di gioco a sorprendere una retroguardia di casa ‘stretta’ in zona palla, continui tagli alle spalle dei rispettivi avversari, raccontano lo sviluppo della manovra nerazzurra. Arricchita dalla solidità della mediana Gagliardini-Vidal, e dalla solita e determinante presenza di Lukaku nella metà campo offensiva e all’interno degli ultimi 16 metri. Gaglia - su sponda di Young - fa 2-0, completando l’ennesima trama ampia e verticale, prima di servire al centravanti belga il facile pallone del 3-0, conquistando palla sulla costruzione dal fondo degli uomini di Inzaghi. Situazione simile - a parti invertite -, con l’errore in primis di Handanovic in fase di uscita dal basso, consente al Benevento di accorciare le distanze grazie al destro preciso di Caprari, bravo nell’intercettare la sfera e nel concludere velocemente a rete. Letizia prende il posto di Barba sulla corsia mancina dei padroni di casa, per un finale di prima frazione però - al netto del gol subito - ancora a tinte nerazzurre. La squadra di Conte difende in avanti, prendendosi qualche rischio e continuando a produrre occasioni da gol, coinvolgendo quasi tutti i propri interpreti. Ashley Young, sfruttando il grande lavoro per vie centrali, trova lo spazio per arrivare al cross. Lukaku non colpisce, ma Hakimi, arrivato puntualmente a rimorchio, sorprende Letizia e devia in rete il pallone. Mandando le squadre all’intervallo sul punteggio di 1-4. Con un’Inter dominante, collettiva nello sviluppo delle proprie idee.
SECONDO TEMPO - Sono le sostituzioni di casa Benevento, con conseguente passaggio al 3-5-2, a caratterizzare il rientro delle due squadre dagli spogliatoi. Inzaghi inserisce Tuia e Foulon al posto di Maggio e Roberto Insigne, schierandosi a specchio nei confronti della compagine nerazzurra. Coprendo maggiormente il campo in ampiezza, con i ‘quinti’ bassi nella fase di non possesso a supporto del terzetto difensivo, nel tentativo di limitare le giocate ospiti per Young o Hakimi. E provando, una volta riconquistata la sfera, a disimpegnarsi immediatamente nella ricerca della profondità dalle parti di Moncini e Caprari. L’Inter, più ‘libera’ nella prima costruzione, avanza con i tre difensori, gestendo pazientemente il pallone e appoggiandosi sui continui movimenti di Sensi e Sanchez tra le linee, prima di ‘attaccare’ l’area di rigore giallorossa. Con centrocampisti ed esterni ad accompagnare sistematicamente l’azione (Vidal lascia il posto a Barella). La squadra guidata da Conte, nonostante un Benevento molto più corto e compatto (sugli sviluppi delle trame ospiti), non rallenta il proprio pensiero verticale, tenendo alto il baricentro e avvicinandosi più volte al quinto gol. Prendendosi qualche rischio, con qualche iniziativa in ripartenza dei padroni di casa a causare pericoli nella metà campo difensiva. Inzaghi inserisce Lapadula per Moncini, mentre nei nerazzurri entrano Lautaro, Brozovic e Perisic (fuori Lukaku, Sensi e Young). L’ingresso del croato in maglia 77 - vertice basso - capovolge il triangolo di centrocampo, per un ultimo quarto di gara ancora pieno di emozioni ed occasioni. Nel quale Lautaro trasforma chirurgicamente nel 5-1 l’ennesima giocata di Sanchez a ridosso degli ultimi 16 metri, qualche minuto prima del secondo gol giallorosso firmato sempre Caprari (su velo del neo entrato Hetemaj). Il finale di gara, più lontano da questioni tattiche, vede i padroni di casa provare ad accorciare generosamente le distanze, e allo stesso tempo un’Inter più volte a un passo dal sesto gol. Di Eriksen, dentro al posto di Gagliardini al minuto 81, l’ultima invenzione all’interno di un match spettacolare. La traversa ferma il danese, mantenendo invariato il risultato. Un 5-2 esterno che porta la Beneamata a punteggio pieno dopo due giornate. Con qualche disattenzione difensiva da registrare nelle brevi note negative, e la forza ed efficacia delle scelte offensive a riempire quelle positive. Con tanto ancora da consolidare e scoprire.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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