"Gentile redazione,
 il calcio, si sa, è materia altamente opinabile, ma non avrei mai immaginato di “divertirmi” così tanto dalla lettura della rassegna stampa di ieri mattina nello riscontrare impressioni e commenti anche diametralmente opposti sulla gara dell’Inter a Napoli. Le mie valutazioni sono connaturate da un sostanziale pessimismo, anche se, a leggere le recensioni e le pagelle di certe testate sportive milanesi, in particolare quelle di F. Monti sul Corsera e di F. Bianchi sulla rosea, essendo di segno contrario, mi hanno fatto sorgere un dubbio sincero: non è che mercoledì sera mi sono sciroppato, senza accorgermene, un’altra partita, magari registrata, chessò pescata dalle teche Rai, tanto ormai l’Ente televisivo di Stato ci ha abituato da anni alla visione di gare di calcio in diretta per lo più appartenenti a campionati “minori” tipo la Lega Pro, il campionato Dilettanti, il torneo Primavera, quello di Viareggio o addirittura il campionato femminile e via via subbuteando?! Poi, però, “tanto per scrupolo”, ho riconfrontato i nominativi delle formazioni schierate in campo a Napoli con quelli pubblicati in tempo reale nei siti ufficiali delle rispettive società ed ho “dedotto” che non potevano certo essersi fronteggiati ben 22 atleti (+ 5 subentrati) perfettamente omonimi di quelli di eventuali e fantomatiche compagini del passato. E no, quelli che avevo visto in TV erano proprio loro, i calciatori contemporanei......
   Messe al bando le facili ironie, Vi espongo, pertanto, le mie valutazioni:
   mi sarebbe piaciuto poter scrivere - dopo la partita di Coppa Italia - di un’Inter finalmente meno pazza e forse solo un po’ più .... Mattarella, se non altro in omaggio al neo Presidente della Repubblica ed alle sue simpatie calcistiche (spero non me ne vorrà Vauro se mi son permesso di rubargli lo spunto satirico della sua famosa vignetta); mattarella nel senso di aver condotto la classica gara sofferta, protratta fino ai supplementari e poi ai rigori, risolti magari dallo “specialista” Handanovic: e invece sono qui a commentare un’altra beffarda sconfitta dell’Inter che fa il paio, purtroppo, con quella contro il Torino e che è l’ulteriore anello di un’imprevedibile catena (son già 3 consecutivi!) e a celebrare le esequie - sportive - di un altro obiettivo stagionale fallito, dopo aver già cestinato l’Eurozona (definitivamente?);
   mi sarebbe piaciuto poter discutere di un Mancini meno ortodosso e più flessibile nell’applicazione dei suoi dettami tattici, alla stregua di un Mourinho d’annata (stagione 2008-09), il quale seppe, in corsa, “soffocare nella culla” il suo modulo iniziale, il 4-3-3 (“importato” dal Chelsea) per adottarne poi uno più consono alle caratteristiche di altri giocatori della rosa di allora e, forse, alle esigenze del nostro campionato (quasi sempre il 4-3-1-2, col famoso rombo di centrocampo, ed estemporaneamente anche il 4-2-3-1, moduli entrambi di “conio” manciniano ): ed invece sono qui a criticare il sistematico ed insulso ricorso del Mancio - pur avendo cambiato ben 8/11mi della formazione schierata in Emilia - al prediletto 4-2-3-1 (anche se a Napoli camuffato da 4-3-3), “dimenticando” di non avere (ancora) interpreti all’altezza in alcuni ruoli fondamentali (un centrale di difesa, il regista di centrocampo e forse anche l’esterno basso di dx);  mi sarebbe piaciuto, poi, che Mancini evitasse, nelle interviste post-gara, quel parallelo "sordido" col fanalino di coda della Bundesliga, il Borussia Dortmund, prossimo avversario della Juve in Champions: se non altro per scaramanzia;
 mi sarebbe piaciuto poter tessere le lodi di un ritornato e ritrovato Santon - meritevole stranamente della titolarità - sul quale, però, non può essere speso il facile alibi della poca brillantezza fisica per giustificare l’incapacità di effettuare un qualche cross almeno decente: altrimenti non sarebbe rimasto in campo fino all’ 86°.......;  
   mi sarebbe piaciuto poter ammirare altre (eventuali) doti, oltre a quelle risapute di spinta sulla fascia, del furetto nipponico, ma il campo ha detto, come sempre, ben altro: Nagatomo, col suo mediocre bagaglio tecnico, non potrà mai piacere ad un allenatore come Mancini. Anche mercoledì sera ha inanellato una serie infinita di passaggi sbagliati e di insicurezze assortite e, soprattutto, non è mai riuscito a saltare in dribbling gli avversari diretti (tranne, forse, in una circostanza con un contrasto rimpallato), facendo probabilmente rimpiangere all’allenatore jesino giocatori di ruolo di tutt’altra caratura come i suoi “britannici” Clichy, Kolarov  o Zabaleta. Yuto verrà senz’altro ceduto nella prossima sessione estiva di mercato e, con lui, farà le valigie anche il “soldato” Jonathan: il brasiliano (anche senza “notti brave”....), ha capito da un pezzo l’aria che tira (pur non conoscendo di persona Myrta Merlino de La 7....), con la societàche non gli rinnoverà di sicuro il contratto e con Mancini che non lo convocherebbe ora - qualora idoneo - nemmeno per la tribuna: per questo sta speculando sul suo infortunio “diplomatico”, per non subire l’onta, da sano, delle mancate convocazioni del tecnico marchigiano, forse memore anche delle sue ripetute paraculaggini con Mazzarri....; 
   mi sarebbe piaciuto poter esaltare le capacità polivalenti dello “sconosciuto” tuttocampista Brozovic: invece - checché se ne scriva sul fogliame roseo o su altre testate sportive - il croato non mi ha convinto per niente, è apparso quasi abulico, ha giochicchiato a centrocampo e, francamente, tutta questa sua (presunta) personalità non ha bucato l’ex tubo catodico; magari i giornalisti, dagli spalti, hanno visto meglio..... Nel caso, comunque - parafrasando De Gregori - vale ancora (e ci mancherebbe altro!) che “Non è da una singola partita che si giudica un giocatore”; e mi pare che anche il Vs. Direttore F. Costantino l’abbia vista, più o meno, allo stesso modo;
mi sarebbe piaciuto poter mandare finalmente agli archivi una prova convincente e da professionista del “capitano” (per esclusione?) Ranocchia, il quale invece - dilettantisticamente, stante gli errori in serie commessi - anziché trasformarsi una volta per tutte in ‘principe’, è finito inevitabilmente con l’essere additato, ora più che mai - da parte di certi media e di tanti appassionati - come il ‘principale’ capro espiatorio della disfatta dell’altra sera; ed inoltre la sconfessione delle sue intempestive dichiarazioni di intenti di inizio stagione, con tanto di dazebao vergati sulle improbabili lavagne della Pinetina, abbinata alla sua indole troppo “francescana” (ecco perché se n’è doluto persino Mancini, con quella sua recente uscita - per quanto carica di ironia - “E’ troppo buono...”), certificheranno - se ce ne fosse ancora bisogno - il definitivo defenestramento della leggenda metropolitana secondo la quale fosse Bonucci e non lui, ai tempi del Bari, a beneficiare di luce riflessa;
   mi sarebbe piaciuto poter registrare la buona prestazione di un Hernanes finalmente redivivo, la cui involuzione tecnica e le “scorie” del mondiale brasiliano - per tacere di varie vicissitudini fisiche - cominciano, invece, seriamente a preoccupare e fanno quasi gridare allo scandalo alla luce della cifra che su di lui ha investito il presidente indonesiano non più tardi di un anno fa; 
   mi sarebbe piaciuto non imprecare più (eufemismo) per le rimesse laterali regalate, quasi sistematicamente ed in quantità industriale, agli avversari come ai tempi di WM, ed invece si sono raggiunte, nella gara col Napoli, percentuali quasi bulgare che manco quella del possesso palla....; vedere per credere e queste negligenze non sono certo distrazioni da poco, ma sintomi preoccupanti di scarsa concentrazione; 
  mi sarebbe piaciuto poter leggere un qualche commento critico sul sistema, a dir poco iniquo e stolto, adottato per la compilazione del tabellone degli ottavi e dei quarti di Coppa Italia in gara secca (basato sull’assegnazione, in un sorteggio univoco, a ciascuna delle prime 8 della passata Serie A, di un assurdo numero fisso di abbinamento - in scala prioritaria da 1 ad 8 -) che ha però determinato autentiche ed ingiuste diseguaglianze, con squadre che hanno giocato entrambi i turni in casa (tipo Milan, Roma, Napoli e Parma), altre con gare sempre in trasferta (solo la Lazio) ed altre ancora che hanno giocato una partita fuori ed una dentro (tipo Inter, Juventus e Fiorentina), ma queste ultime solo per l’effetto di una pura combinazione numerica. Tutto assurdo! Qualcuno derubricherà tale osservazione a quisquilia e pinzillacchera, ma è anche da queste “piccole cose” che si realizza l’assuefazione ad una certa ”illegalità” in questo paese, non ultimo nel 
 settore sportivo, anzi;
   mi sarebbe piaciuto che fossero messe alla berlina e confutate le “tesi paranoiche” di taluni dietrologi che dopo la nomina del nuovo presidente federale Tavecchio e la proclamazione del nuovo Capo dello Stato Mattarella, accomunati da malcelate simpatie nerazzurre, già si erano sbizzarriti a favoleggiare di improbabili vantaggi che si sarebbero “materializzati” sui campi di gioco dell’Inter. Infatti, per rimanere a mercoledì sera, l’unica gara che c’ha “fatto vincere” l’arbitro Massa è stata quella dei cartellini gialli (5-1 per l’Inter....), per tacere, ovviamente e più in generale, invece, del fatto che anche quest’anno svettiamo “puntualmente” - ed è già la 4a volta consecutiva - nella classifica delle differenze negative tra rigori avuti e subìti (-2 nel 2012-13 e -6 l’anno dopo) o nello score delle massime punizioni subìte (addirittura 11 nel 2011-12 e già 4 quest’anno, almeno nel gruppo delle famose “7 sorelle”). Ma nessuno, o quasi, degli addetti ai lavori ha mai proferito verbo su questa strana anomalia (che siano rigurgiti da Calciopoli e, magari, le uniche “ritorsioni federali” - post intercettazioni-bis - perpetrabili “alla luce del sole?” A volte faccio veramente fatica a celare il “Giulietto Chiesa” che traspare in me!) o, se l’ha riscontrata, ha taciuto e continua a farlo. Tanto, ma qui sto ironizzando, come si può pretendere massima trasparenza dalla classe arbitrale e dai suoi stessi dirigenti (“bracci operativi” della FIGC) se c’abbiamo messo anni solo per capire l’esatta identità anagrafica (e geografica) di alcuni di loro?! I direttori di gara erano Bergamo di Livorno (nonché ex “infausto” designatore) o Livorno di Bergamo? Ed ancora, si trattava dell’arbitro Messina (l'attuale designatore) di Bergamo o dell’arbitro Bergamo di Messina? E, per finire: chi ha diretto l’altra sera la partita dell’Inter? L’arbitro Massa di Imperia o il direttore Imperia di Massa? La telenovela continua.....;       
mi sarebbe piaciuto, infine, poter argomentare anche di un Thohir (e non solo da mercoledì, ovviamente) che, dal profondo della sua “proverbiale” saggezza orientale, non è riuscito (o non ha voluto?), però, estrarre una perla di sincero pentimento per la “eccessiva vocazione alla managerialità” del suo subentro societario, ma soprattutto per aver voluto troppo in fretta troncare i ponti con i cosiddetti eroi del Triplete, quando buon senso e pragmatismo “tecnico” avrebbero consigliato, magari,  di tenere in organico almeno un “traghettatore” credibile della passata gestione, nonché autorevole rappresentante, in campo, delle disposizioni dell’allenatore e fuori - anche a livello dialettico - della linea societaria. E se rientrava nell’ordine naturale delle cose la messa in quiescenza dell’attempato (ma non rincoglionito) Capitan Zanetti, non si vede perché Thohir non si sia fatto convincere da Moratti per il rinnovo del contrato - almeno di un anno 
 - al Cuchu Cambiasso, che di Javier è di ben 7 anni più giovane. Se così fosse stato, il classico “allenatore in campo” avrebbe giovato sicuramente sia alla causa di WM che soprattutto a quella del tecnico jesino, alleviando oltremodo Ausilio da un’autentica ossessione di calciomercato (cfr. il “regista”) e costringendo, invece, il campione argentino, tra l’altro persona serissima ed autentico interista, ad emigrare nella terra di Albione per pensionarsi, chissà, nel derelitto, ed a rischio retrocessione, Leicester. Caro Thohir, “pazienza” per Pupi, il Capitano (che è comunque rimasto negli organici societari anche se con un ruolo a dir poco sminuente), ma il Cuchu Cambiasso non meritava proprio un’onta simile. 
   Cordiali saluti.

P.S.: poi, magari, succede che, dopo tante note dolenti, l’Inter domenica prossima possa riuscire a fare finalmente un partitone contro il Palermo, nella fatidica partita della svolta, e ritrovarsi così - stante il calendario “proibitivo” delle più dirette concorrenti nella prossima giornata di campionato (Udinese, Sassuolo, Torino, Genoa e Milan giocano tutte in trasferta) - addirittura all’ottavo posto, con un balzo in avanti di ben 5 posizioni: sto delirando o si tratta solo di un’incrollabile fiducia nella (comunque) buona stella del Mancio? La verifica slitta a lunedì 9/2, dopo Lazio-Genoa".

Orlando


"Gentile redazione,scrivo,ahimè,per la troppa ignoranza di alcuni tifosi nerazzurri.
Ho notato infatti che nonostante i cambi in società,in panchina e in campo si continua a giudicare solo in base ai risultati e il paradosso è che qualcuno che si aspetta risultati a breve termine urla la mancanza di un progetto.Probabilmente questi supporter così colti e passionali pensano a un progetto magico tipo la formula "Bibidi Bobidi bu" che improvvisamente fa apparire il principe Thoir che estingue i debiti del padre buono ma spendaccione Moratti, acquista il cocchiere Mancini e gli procura una carrozza di cristallo.
Una favola fantastica che presenta però un antagonista principale:il tempo.Questa non è infatti ambientata  in un tempo passato ma nell'anno  2015 dove l'orco cattivo Platini utilizza il malvagio strumento del Fair Play finanziario.Allora dobbiamo fare un salto all'indietro al regno del padre buono Massimo Moratti che,geloso della sua splendida figlia,la teneva rinchiusa nel castello italiano mentre gli altri re facevano conoscere le proprie creature dall'Asia al sud America(con il famoso strumento del marketing.).E allora succedeva che il sovrano,stufatosi di doverla campare senza guadagnarci,se ne liberasse a malincuore sperando che il principe indonesiano la risvegliasse dal sonno che l'aveva colpita.Ecco che torniamo al presente dove la nostra bella addormentata, un po' frastornata dal sonno viene curata dai baci di Thoir,che,cercando di farle riacquistare la sua fama,gli sta facendo un lento ma accurato lifting che sono sicuro farà ricredere anche chi ora la rivorrebbe vedere nella sua versione di principessa rinchiusa".

Davide
 

"Gentile Redazione,
continuo a leggere in giro di opinioni che, sebbene abbiano una chiave di lettura rispettabile, conservano però il sapore di una generalizzazione che nel caso del Sig. Ranocchia, non fanno un buon servizio ai valori di oggettività e verità. 
Vorrei sommessamente far notare che, anche quando le cose andavano un po' meglio, l'interessato ha sempre sofferto di grosse amnesie, responsabili di errori marchiani, senza contare che non trasmette senso di sicurezza.
L'altra sera, durante la partita contro il Napoli, è stato più volte zumato dalle telecamere di Sky che, impietosamente, ne hanno evidenziato l'imbarazzo, con l'incarnato del volto che virava verso colori da obitorio, probabilmente frutto della paura.
Il resto poi lo ha fatto la Società, caricandolo della responsabilità della fascia da capitano, assolutamente fuori luogo per un carattere "mite" come il suo.
Se a questo aggiungiamo che difetta persino nei fondamentali, con stop di palla improponibili finanche per la serie cadetta, lanci assolutamente scalibrati anche in condizioni di relativa bassa pressione, passaggi semplici e ravvicinati completamente sbagliati e in ultimo, non certo per importanza, una lentezza che spesso innesca ripartenze e contropiede sanguinanti, non resterebbe che ammettere con onestà intellettuale che egli è assolutamente inadatto a ricoprire quel ruolo, almeno in una squadra che mira ai vertici del campionato italiano.
Ogni altra valutazione, visto il ripetersi costante di errori ed orrori, non fa bene ne a lui (che dalle critiche potrebbe sentirsi stimolato) ne alla società, la quale, come se potesse fregiarsi di equilibrio e buon senso, in risposta alle giuste critiche, pare voglia subito rinnovare il contratto a Ranocchia.
Questo, oltre a denunciare poco senso della realtà, contiene un arrogante messaggio per tutti coloro che si "permettono" di dissentire.
Altro che pazienza e dannoso buonismo, se nei confronti di questo modo di gestire, non si alzeranno voci forti e dure, saremo tutti un po' colpevoli dell'andamento non certo esemplare della squadra".

Vittorio
 

"Bello l'articolo sul vivaio Inter, non riesco a capire la strategia di Piero Ausilio, vengono dati ad altre squadre, con strane clausole e via discorrendo. Andando indietro nel tempo poi non ho visto nessuno di questi tornare indietro. Alcuni di loro stanno facendo bene se non mi sbaglio, e la dirigenza continua a comprare altri giocatori che magari sulla carta saranno anche forti ma poi si rivelano dei bluf. Io sono un filo Stramaccioni e credo che se rimaneva lui qualche giovane sarebbe esploso da noi, sempre la solita storia non si ha pazienza a far lavorare le persone competenti, si vuole vincere tutto e subito e alla fine dei conti si rimane con un pugno di mosche, come si sta dimostrando ancora in questo periodo. Sono contento del ritorno di mister Mancini ma diciamocelo chiaro, a lavorare con giocatori scarsi quali quelli che ha nella rosa non è affatto semplice ( non faccio nomi perche se non altro almeno sono dei proffesionisti, ma sempre scarsi restano ). Ultima considerazione io mi auguro che riusciremo a stare almeno in europa quest'anno, ma dentro di me penso che non ci riuscirà nulla, nel calcio nulla viene per caso e nell'Inter odiera tutto, mi sembra, sia fatto a caso.
AMALA".

Giampaolo
 

"Cara Redazione
stamattina ho letto le dichiarazioni di Ausilio (che reputo un grande a prescindere...)...e sono rimasto un pò sconcertato...capisco il FPF ...capisco il braccino corto di Thohir .. ma se vogliamo pensare in grande...se vogliamo tornare a vincere.. se vogliamo inculcare ai giocatori un idea di appartenenza ad una grande squadra... non puoi affermare .. difficilissimo (Lavezzi) e quasi impossibile (Tourè)... oh...siamo stati campioni d'Europa e del mondo solo 5 anni fa.. Non possiamo dire che partirà qualcuno dei migliori..Handa Icardi e Kovacic sono il futuro...non elementi per fare cassa..Quindi poche chiacchiere...servono 3 o 4 giocatori ..di spessore...gente con gli attributi..Ranocchia è MOSCIO...non può essere il leader con quel suo essere buono...Samuel lo avrebbe scorticato il Pipita...Ok Murillo...ma Tourè...Lavezzi..Allan e Widmer...vanno presi..sacrificando gli esuberi...e tirando fuori qualche soldino caro Thohir..Ecco la rosa secondo me del prossimo anno:

Handanovic Carrizo

Andreolli Vidic Ranocchia J.Jesus Murillo Santon D'Ambrosio Nagatomo Widmer

Kovacic Medel Brozovic Tourè Allan Obi Kuz

Icardi Shaqiri Lavezzi Palacio Puscas

e giocherei così
          Handa
Santon Murillo Vidic Widmer
   Kovacic Tourè Brozovic
     Shaqiri Lavezzi 
          Icardi

Gli acquisti vanno finanziati dalle cessioni di:
Dodò..Guarin..Hernanes...e la non conferma di Campagnaro Jonathan Podolski

4 arrivi e 6 partenze..ci dobbiamo provare Ausilio...altrimenti staremo sempre dalla parte destra della classifica..sinceramente un oscenità per milioni di tifosi...Meditate gente...meditate..".

Claudio
 

"Negli ultimi giorni, mi sono "divertito" a leggere i commenti dei tifosi sull'ennesima sconfitta e sull'ennesima prestazione insufficiente di Ranocchia. Il leit-motiv delle lamentele è stato che Ranocchia non è degno, oltre che di giocare titolare, di indossare la fascia di Capitano dell'Inter.
Spiace doverlo dire, ma in questo momento non c'è giocatore che meglio di Ranocchia possa rappresentare la squadra: una squadra fondamentalmente mediocre, né troppo "brocca", né troppo di qualità; una squadra confusa, in affanno, che scende in campo con la paura di collezionare l'ennesima figuraccia e che puntualmente lo fa; una squadra che ha perso il posto di rilievo nel panorama calcistico nazionale e internazionale, così come Ranocchia ha perso il posto in Nazionale. Il capitano (con la "c" minuscola) è lo specchio di questa realtà, punto.
D'altra parte, abbiamo in rosa in giocatore con l'autorevolezza sufficiente per gestire il rapporto con l'arbitro, che goda del rispetto dei compagni necessario per guidarli nei momenti difficili, con la grinta per spronarli e anche cazziarli quando è necessario? Io non lo vedo; non lo è Ranocchia e non lo è nessun'altro. Tutto questo se ne è andato via con Zanetti (il Capitano) e ci vorrà tempo prima che un giocatore con queste qualità emerga dall'interno o abbia voglia di venire da fuori.
È fuori di dubbio che Ranocchia non merita l'Inter; il problema grosso è che questa Inter si merita Ranocchia (e con lui tanti altri che adesso non nomino per non scrivere troppo)".

Luca
 

Sezione: Visti da Voi / Data: Sab 07 febbraio 2015 alle 18:10
Autore: Redazione FcInterNews.it
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