"Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi che non si dimenticano. Attimi talmente luminosi da sembrare sogni dai quali non ci si vorrebbe risvegliare. Per chi, come me, ha il cuore nerazzurro e una passione che a volte trascende la logica, i sogni si sono avverati tutti in questo indimenticabile 2010.
Una coppa Italia e uno Scudetto strappati ad una squadra di agguerriti lupacchiotti romanisti, una Champions League conquistata con la grinta dei leoni tenuti a lungo a digiuno nella gabbia. Una gabbia che ha resistito 45 anni: troppi, per un Club così prestigioso, oggi probabilmente il più prestigioso d’Italia, poiché unico a poter vantare una storia lunga più di un secolo, interamente scritta nelle pagine più nobili… quelle della Serie A.
Massimo Moratti simboleggia l’ultimo principe, e questo non solo perché è figlio di re Angelo, ma per via di un’innata gentilezza che lo contraddistingue, quella che lo fa apparire sempre un po’ imbarazzato nel parlare in ogni pubblica apparizione. Un principe circondato a volte da furbissimi stregoni, sempre pronti a denigrare la sua figura di persona per bene.
E il tentativo denigratorio è stato a suo tempo fatto anche con la memoria di Giacinto Facchetti, uomo che ebbi la fortuna di conoscere anni fa, del quale ricordo una presenza regale e solare.
Bisognerebbe citare ora i leoni dello squadrone nerazzurro, quelli scesi con le zampe nell’arena, bisognerebbe nominarli a lungo uno per uno, e dire per ognuno in che modo siano stati decisivi per ogni singola vittoria, ma basti il suono ispanico di Javier Zanetti, capitano irriducibile (proprio come i tifosi), magari associandovi una sua immagine, ripescata da ognuno di noi nel proprio forziere della memoria, in uno dei mille momenti che dentro tratteniamo, per sentirci fieri come questo eterno ragazzo, modello di educazione e attaccamento incondizionato alla maglia indossata a testa alta da circa un ventennio.
E Ancora – dopo il ringraziamento ad un vero gentleman come Rafael Benitez che ci ha portato in un modo o nell’altro in vetta al mondo – come non citare l’infallibile domatore, José Mourinho da Setúbal, autentico sergente di ferro, ma meno rude in realtà di quanto appaia, uomo capace di far impazzire tutti: d’amore o di invidia. Un self made man autentico, che ha meritato ciò che ha conquistato (prima e dopo l’Inter), ma soprattutto uno che non passa mai inosservato…
Infine un pensiero a Peppino Prisco che saltando sulle nuvole ad ogni vittoria e cantando l’immancabile “chi non salta milanista è” ha scagliato fulmini e vento nei cuori e nei muscoli dei suoi ragazzi.
Ciao Peppino, il tuo sorriso e le tue parole sono scritti con inchiostro indelebile e riecheggiano in tutti noi, così come riecheggiano i suoni e i sapori di un indimenticabile 2010".

Menotti Lerro

Sezione: Visti da Voi / Data: Gio 23 dicembre 2010 alle 22:59
Autore: Redazione FcInterNews
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