"Tutti danno per scontata la vittoria del Manchester City, ma bisogna sempre ricordare che nel calcio non c’è nulla di scontato e che questo sport è bello anche (e soprattutto) perché vive d’imprevedibilità". Lo scrive oggi Arrigo Sacchi nel suo spazio sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.

"Certo, la squadra di Guardiola è favorita, ci mancherebbe altro, in virtù di un maggiore tasso tecnico e di un gioco sperimentato nel corso degli anni cui si sono aggiunti campioni del calibro di Haaland. Ma l’Inter può dire la sua, può mettere in difficoltà gli inglesi, ne sono convinto perché ne ha le capacità e le armi. L’importante è che non abbia timore, che voglia stupire il pubblico e che tutti, ripeto tutti, i ragazzi di Simone Inzaghi siano disposti al sacrificio in nome della causa comune - analizza l'ex ct -. Il City, in questa stagione, ha fatto dei notevoli progressi. Prima i ragazzi di Guardiola, forti delle loro qualità, giocavano da fermi, aspettavano il pallone senza dettare il passaggio in profondità, si affidavano molto al dribbling, e così facendo consentivano agli avversari di chiudere gli spazi. Ora no, ora sono una squadra dinamica. Prendiamo ad esempio le ali: Bernardo Silva a destra e Grealish a sinistra sono sempre in movimento, vengono spesso serviti sulla corsa e in questo modo garantiscono velocità all’azione. Tante sono le soluzioni offensive per gli inglesi: possono puntare sui cross perché Haaland è devastante nel gioco aereo, possono entrare in area con il fraseggio rapido perché hanno gli elementi adatti per farlo (a cominciare da quel campione che è De Bruyne), possono anche tentare la conclusione dalla distanza. E là dietro, cioè in difesa, adesso sono molto più attenti di prima, anche perché ben protetti dai centrocampisti: chiudono secondo i giusti tempi e con le corrette scalate di marcatura concedendo poco spazio agli avversari. Il pressing non è ancora forsennato, però l’obiettivo del City è sempre quello del dominio del campo. Piazzano le tende sulla trequarti nemica e cominciano a disegnare le loro trame. Stando così le cose si concluderà: una squadra simile è destinata a vincere, non ci sono dubbi - prosegue Sacchi -. E invece no, perché esiste sempre una contromossa per disorientare anche avversari tanto forti come quelli del City. Prima cosa da sottolineare: l’Inter è arrivata alla finale di Istanbul con merito, superando ostacoli tutt’altro che semplici come il Porto negli ottavi, il Benfica nei quarti e il Milan in semifinale: e in queste sei partite ha raccolto quattro vittorie e due pareggi. Mai sconfitti, dunque, i nerazzurri nelle gare a eliminazione diretta".

Per concludere, Sacchi sottolinea che "sul piano tattico mi aspetto una partita bella, divertente. Il Manchester City cercherà di prendere possesso del gioco, com’è nel suo dna, e probabilmente l’Inter glielo concederà, senza tuttavia tralasciare quei rapidi cambi di fronte che possono mandare in tilt anche una squadra organizzata come quella di Guardiola. Risulterà fondamentale l’aggressività: rubare il pallone e scappare in contropiede, questo dovrebbe essere il piano tattico di Inzaghi. In questo modo metterebbe paura agli inglesi che, probabilmente, perderebbero molte delle loro certezze. Se li aspetti per novanta minuti nella tua area, corri rischi seri. Determinante sarà il collettivo: avere la squadra sempre corta, connessa, sinergica. È vero che il City ha grandi giocatori, ma anche all’Inter non mancano: penso a Lautaro, a Calhanoglu, a Brozovic, a Lukaku, a Dzeko, a Barella. Guai a sentirsi inferiori. Il City è favorito, d’accordo, ma i nerazzurri hanno le carte in regola per ribaltare il pronostico".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 10 giugno 2023 alle 10:14
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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