Intervistato da Sempreinter.com, Francesco Toldo, ex portiere dell’Inter oggi impegnato nel progetto di Inter Forever, parla a tutto tondo del momento dei nerazzurri partendo dal pareggio di martedì con la Juventus: “E’ stata una bellissima partita, dove ho visto un’Inter in grande rimonta, psicologicamente in buono stato. Nel secondo tempo potevano fare anche una bella sorpresa sull’1-2 mancato, ma tutto sommato penso sia stata un’ottima prova sul piano caratteriale. L’Inter è in rimonta, perché ha tutto per costruire un grande futuro: ha i mezzi sia societari che di squadra per ristabilire delle annate favolose per ritornare come nel periodo 2008-2010”.

Mauro Icardi ha segnato ancora contro la Juventus, una cosa che ai tuoi tempi era solito fare Julio Cruz. Quanto è importante avere giocatori che segnano in partite così?
“Li definisco dei cecchini, perché hanno un’opportunità e la sfruttano. Ogni squadra importante deve avere uno-due attaccanti con queste caratteristiche, tutte le big richiedono questi attaccanti. Ma è importante che quegli attaccanti vengano serviti e non avere quella sola chance. Icardi è un ragazzo giovane, ha ampi margini per confermarsi a grandi livelli”.

La scintilla tra Osvaldo e Icardi è qualcosa di normale sul campo?
“Sì, anzi dimostra l’attaccamento alla situazione e alla squadra, vuol dire che ci tengono. Poi sono ragazzi presi dalla foga del gioco, è capitato tante volte. L’importante è chiarirsi subito, e i compagni devono fare da calmiere. Ma è positivo per la squadra, non è ideale come esempio per i bambini ma va spiegato che c’è quell’enfasi che ti porta a litigare per la palla perché eri messo meglio. Entrambi avranno avuto i loro motivi, ma l’importante è chiarirsi subito e che finisca lì”.

Osvaldo e Icardi sono un po’ individualisti?
“Tutti i grandi attaccanti sono egoisti, nessuno passerebbe mai la palla davanti alla porta. Però lì sta nell’abilità dell’allenatore o dei compagni spiegare che bisogna fare il passaggio a chi è messo meglio”.

Come hai visto Podolski?
“Si vede che è uno di carattere, regge la pressione; alcune sensazioni positive le vedi. Certo non si può giudicare per trenta minuti, perché una persona che è arrivato in un ambiente nuovo. E’ stato poco bene, quindi i giudizi più avanti”.

Non ti ha impressionato la mentalità, l’entrare in campo senza paura?
“Sì, è una delle cose positive. Il carattere c’è e se l’ha comprato l’Inter ha anche qualità e talento per restare a grandi livelli”.

Cosa può migliorare ancora Handanovic?
“Handanovic è un mito, sta reggendo una squadra con le sue grandi parate. Sembra quasi che sia la normalità, ma credo che la normalità non sia. Va data più gratificazione a questo portiere; lui non si esalta e non si deprime, fa grandi parate, ha difficoltà perché la difesa subisce in alcuni momenti ma è sempre pronto. La normalità di un portiere è anche di sentirsi dire grazie per affrontare bene questa situazione”.

L’Inter nelle ultime partite è andata sotto ma poi ha rimontato. Pensi che questa reazione sia frutto del lavoro di Mancini?
“Credo che questa reazione l’Inter ce l’abbia in sé, poi un allenatore o un altro devono svilupparla. Questo è un allenatore esperto, che sa amplificare il talento della squadra. L’Inter è in risalita, lo testimonia anche la volontà di mettere mano agli investimenti della società. Io penso che in 3-5 anni la squadra ritornerà a piazzarsi dove merita e restarci a lungo”.

Cosa ha cambiato Mancini rispetto a Mazzarri?
“In genere, un allenatore all’inizio sembra quasi in luna di miele, ma è nel lungo che bisogna confermarsi. Senza risultati hai poco da dire. Mazzarri ha ereditato una situazione difficile in un cambio di proprietà; ma ora, questo cambio di proprietà è avvenuto e cominciano a stabilizzarsi le situazioni. Penso che Mancini abbia un futuro roseo”.

Si può sperare nel terzo posto?
“Non farei grandi proclami, penserei partita dopo partita e navigherei a vista. E’ un po’ antipatico illudere le persone perché poi anche se arrivi quarto è un dispiacere. Bisogna affrontare una partita alla volta, l’obiettivo lo sposti ogni partita”.

Con uno Shaqiri in più però può diventare un obiettivo?
“C’è già una bella struttura che monitora il mercato, Piero Ausilio e i suoi collaboratori sanno gli investimenti da fare”.

Come giudichi il lavoro di Piero Ausilio nel suo primo anno da ds?
“E’ al primo anno effettivo ma ha già una grande esperienza, l’importante è che le persone siano oneste e competenti e lui lo è”.

Adesso c’è il Genoa.
“Se l’Inter affronta ogni partita come il secondo tempo con la Juventus può dettare legge. Quando l’Inter si muove devono avere sportivamente paura, perché ha tutte le qualità per gestire le partite. Devono fare tesoro degli errori e non lasciare spazio agli avversari”. 

Sezione: News / Data: Ven 09 gennaio 2015 alle 22:06
Autore: Christian Liotta
vedi letture
Print