Oggi la Gazzetta dello Sport ha intervistato Diego Piacentini, milanese di Lambrate oggi di base negli Usa, noto manager tech, storico collaboratore di Jeff Bezos sin dai primissimi anni di Amazon, poi per due anni a Palazzo Chigi come commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Come ricorda la rosea, Piacentini siede ora in diversi board e lavora da advisor: da quando si è trasferito qui nel 2000, è tra gli italiani più conosciuti nella zona di Seattle. L'amore per l'Inter non è mai scemato.

Piacentini, che cosa è l’Fc Internazionale vista da qua?
"È famiglia, qualcosa che appartiene a me, a Monica, ai nostri figli ancora prima di nascere. Pensate che mio padre era a San Siro per la finale di Coppa Campioni col Benfica del 1965, mentre io la prima partita allo stadio l’ho vista nei primi Anni 70 contro la Fiorentina: ricordo l’ombrello nei popolari allo scoperto. Oggi attraverso l’Oceano pur di vederla…".

Ora l’Inter è venuta a giocare il Mondiale fino a casa sua.
"Ho incontrato il presidente Marotta e Oaktree: la nostra squadra è in mano a gente preparata e con idee chiare. Il mio primo contatto con la società Inter risale, invece, al 1999, era il secondo anno del Fenomeno e io ero a capo di Apple Europa. Quella volta mi chiamò Milly Moratti perché voleva sostituire i loro computer in sede con dei Macintosh e non sapeva che fossi interista, così tanto interista".

Sezione: News / Data: Mer 25 giugno 2025 alle 15:05 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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