Lukas Spendlhofer, difensore austriaco lo scorso anno campione d'Italia Primavera con l'Inter, poi al centro di una disputa con il club che gli è costata la retrocessione nella formazione Berretti, tornato in patria per le vacanze natalizie racconta la sua verità in una lunga intervista ad un portale austriaco svelando la sua situazione e la sua amarezza per quanto accaduto, ma anche raccontando qualche particolare della sua esperienza. FcInterNews.it vi propone le sue parole. Si parte dal provino effettuato nei giorni scorsi con l'Eintracht Braunschweig, formazione della Serie B tedesca: "Con loro al momento non c'è ancora nulla di certo. Quello che posso dire è che molto probabilmente a gennaio lascerò l'Inter. Dove vorrei andare? Mi piacerebbe la Bundesliga, chiaro. Però questo è un discorso che dipende dal club, sono loro a decidere se andrò via a gennaio oppure in estate".

Dopo le vittorie in Next Generation Series e campionato, la strada per Spendlhofer sembrava spianata, magari col passaggio in prima squadra. E invece si è fermata di colpo. Cos'è successo? "Naturalmente speravo nel balzo verso la prima squadra, ammetto che la mia speranza era quella. Purtroppo però hanno deciso di promuovere un italiano che nella Primavera era la terza scelta. Ovvio che forse la scelta era dettata dal fatto che avessi un anno di contratto, volevano prolungare ma non siamo riusciti a trovare l'accordo". E a questo proposito, Spendlhofer lancia un paragone scomodo: "La mia situazione è identica a quella di Wesley Sneijder. Anche se a condizioni diverse", aggiunge strizzando l'occhio all'intervistatore.

Spendlhofer racconta poi qualcosa sulla sua esperienza nella Primavera e sui rapporti con i giocatori della prima squadra. "Nel nostro centro di formazione Primavera e prima squadra spesso si allenano insieme. Anche io a volte mi sono allenato con quelli della prima squadra. Fuori dal campo devo dire che ci sono campioni che entrano, si allenano, fanno la doccia e vanno via, ma anche altri che si fermano a mangiare coi ragazzi o a parlare con loro. Tra questi c'è sicuramente Javier Zanetti, un vero campione rimasto sempre coi piedi per terra". Ma è così basso, secondo lui, il livello dei Primavera italiani, come una volta ha denunciato l'ex interista Herbert Prohaska? "No, non credo: basti pensare che Samuele Longo, il nostro bomber, è titolare nell'Espanyol. Quindi non è così male. Poi all'Inter tutto è costruito in maniera molto professionale, abbiamo sempre una decina di preparatori al nostro fianco, e in trasferta andiamo anche in aereo. Per quanto riguarda il seguito, beh, posso dire che nelle fasi finali sono venuti a vederci circa 10mila spettatori", aggiunge Spendlhofer.

Una battuta su Andrea Stramaccioni: "E' un bravo ragazzo, un lavoratore meticoloso bravissimo nei rapporti coi giocatori, anche quelli più forti. E' un grande tattico, poi: ovviamente, essendo italiano, lo è. Ma tra i tecnici italiani che ho avuto lui è senza dubbio il migliore". In conclusione, cosa dice a chi definisce la sua intelligenza tattica il suo punto di forza? "Difficile dire se sia un vero punto di forza. Di sicuro la mia visione panoramica del gioco è un punto di forza, e ci vuole anche un po' di intelligenza per applicarla. E io sono arrivato in Italia proprio per sviluppare ulteriormente queste mie caratteristiche, per rinforzarle: volevo diventare un 'vero italiano'". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 26 dicembre 2012 alle 16:30
Autore: Christian Liotta
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