Meno male che dal diretto interessato è arrivata una secca smentita sull’interessamento del Chelsea. Paulinho ha voluto spegnere sul nascere le prevedibili speculazioni, come lui stesso le ha definite, sul suo futuro. Non c’è da sorprendersi se i media internazionali vogliano alimentare un’asta virtuale intorno al volante del Corinthians, fa gioco alla società brasiliana, non certo all’Inter che sul giocatore lavora da tempo. Qualche giorno fa Paulinho, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto intendere che dopo il Mondiale per Club ambirebbe a vestirsi (finalmente) di nerazzurro. E tutti sappiamo quanto la volontà del calciatore conti in ambito di trasferimenti.

Ma per la dirigenza dell’Inter questa vicenda rischia di assumere i contorni di un déjà-vu: Lucas Moura si era esposto in favore della squadra italiana (sempre dalle colonne della rosea), gli uomini mercato avevano svolto un ottimo lavoro di pubbliche relazioni, poi però sono arrivati i soldi del PSG e tutto è finito a carte 48. Anzi, 43, come i milioni sborsati dallo sceicco per demolire la concorrenza. L’esperienza insegna e la premiata ditta Branca-Ausilio non vuole farsi trovare impreparata. Non aver chiuso in estate per il centrocampista del Corinthians provocherà un danno economico all’Inter, che aveva in mano un accordo sulla base di 8 milioni di euro. La sua crescita e l’esplosione anche in Seleçao fanno la gioia del club brasiliano, che saggiamente gli ha rinnovato il contratto e ha fissato la clausola rescissoria a 15 milioni di euro. Tanti, troppi rispetto alle attese nerazzurre, con la speranza di una trattabilità del prezzo in virtù dei buoni rapporti tra le parti. Non saranno gli 8 milioni stanziati, ma a 13 l’operazione si potrebbe chiudere a gennaio, salvo improvvisi inserimenti altrui che facciano lievitare il prezzo o addirittura se lo portino a casa come accaduto con Lucas.

C’è poi un’altra questione da prendere in considerazione, ed è meramente tattica: a gennaio l’eventuale arrivo di Paulinho aumenterebbe il tasso tecnico ma anche la concorrenza in mediana. Le caratteristiche del brasiliano non sono propriamente quelle del regista, profilo che manca a questa Inter, ma in un centrocampo a cinque sarebbe utilissimo in entrambe le fasi. Il nazionale verdeoro, ieri a segno contro il Giappone in amichevole, è un ottimo palleggiatore e fa del tempismo di inserimento in zona d’attacco uno dei suoi punti di forza. Sotto certi aspetti somiglia a Guarin, ma rispetto al colombiano è più rapido e meno robusto. Inoltre, vede meglio la porta e se la cava di più in fase difensiva. Non compie mirabilie, ma sa fare un po’ tutto abbastanza bene, in altre parole e il suo eventuale arrivo darebbe a Stramaccioni una validissima alternativa per rendere il suo centrocampo più camaleontico.

Paulinho, considerato il centrocampo titolare dell’Inter (Cambiasso-Gargano-Guarin in assenza del trequartista), potrebbe giocare al posto di chiunque e questa è una dote non da poco per una squadra che ama variare assetto con una certa frequenza. Più che Guarin, paradossalmente con il suo arrivo a rischiare il posto sarebbe il trequartista, nello specifico Sneijder, soprattutto oggi che tra le ipotesi tattiche che lo riguardano c’è uno spostamento nei tre di centrocampo. Proprio la posizione che verrebbe affidata al volante del Corinthians. Ovviamente siamo sempre ben saldi nel campo delle congetture, visto che Paulinho è a tutti gli effetti un giocatore del Timao. Ma non c’è alcun dubbio sul fatto che piaccia alla dirigenza e a Stramaccioni e che il tecnico abbia fatto tutte le sue valutazioni tecnico-tattiche prima di dare il benestare a questa operazione. La prima mossa da fare è bloccare con nero su bianco il centrocampista, onde cautelarsi da eventuali intrusioni arabe. Magari ottenendo un legittimo sconto fedeltà. Poi la palla passerà a Strama.

 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 18 ottobre 2012 alle 12:57
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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