Che ottobre fosse il suo mese nero lo dicono i numeri, dai quali non si può fuggire. Con la maglia dell’Inter, dei 67 gol messi a segno da settembre 2009, Diego Alberto Milito ne ha griffato appena uno nel mese in questione, il quinto al Palermo nel 5-3 del suo primo anno in nerazzurro. Poi, fine delle marcature. Trentuno giorni nefasti, dunque, per il Principe, che anche in questa stagione non riesce a liberarsi di questa maledizione. Avrà ancora due occasioni, domenica a Bologna (il Dall’Ara generalmente gli porta fortuna) e il 31 contro la Sampdoria, proprio last minute. Poi, il 3 novembre, la Juventus, con il mensis horribilis alle spalle, giusto in tempo.

Non tutto il male viene però per nuocere. Pur non timbrando il cartellino, l’attaccante classe ’79 si è scoperto assist man di primo livello. Non che non lo fosse già, ma i sei passaggi decisivi snocciolati finora in questa stagione lo eleggono a primo della classe nella specialità. Non male, considerando la concorrenza ricca di talento e fantasia alle sue spalle. Milito finora ha mandato in gol due volte Sneijder e Palacio e una volta a testa Nagatomo e Coutinho. A questo si aggiungono i tre gol contro Pescara, Torino e Fiorentina, per un totale di 9 crediti. Se il suo contratto prevedesse, come per Cassano, un bonus a quota 20, sarebbe sulla buona strada.

Dei sei assist, la metà sono arrivati in Europa League, competizione che l’argentino disputa con il contagocce, entrando spesso a partita in corso quando serve la sua esperienza. E pur non trovando mai il gol, ha dimostrato di poter essere determinante con il passaggio smarcante, talvolta proprio nelle battute conclusive di partite complicate, come accaduto ieri o contro il Vaslui. I numeri confermano la bontà della scelta di Stramaccioni di puntare tutte le sue fiches sul Principe. Giocatore che, alla faccia dei 33 anni, sa essere sempre determinante anche quando non vede la porta. Merito di caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere, attaccante in grado di agire su tutto il fronte, allargandosi e tagliando con la saggezza necessaria per agevolare gli inserimenti sotto porta dei compagni.

Non sorprende, dunque, che oggi il bomber di Bernàl sia un intoccabile e giochi sempre e comunque quando la partita conta. Non sorprende, inoltre, che la dirigenza non sia riuscita a regalare a Stramaccioni un vice-Milito, semplicemente perché il mercato non offre un calciatore che possa essere paragonato a lui: senso del gol invidiabile e sapienza tattica indiscutibile. Difficile, se non impossibile, trovare in giro per il mondo un attaccante di tali capacità, possibilmente a cifre contenute. Ed è così che la società si tiene stretto il suo Principe e gli augura lunga vita calcistica, in attesa magari di scovare il suo erede e con la consapevolezza che potrebbe trattarsi di una chimera.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 26 ottobre 2012 alle 17:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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