Da Lothar Matthäus a Xherdan Shaqiri, dal Bayern Monaco all'Inter: l'asse di mercato Monaco di Baviera-Milano torna di moda nel 2015 in casa nerazzurra e si rinnova con l'acquisto del 23enne svizzero ex Basilea. Per commentare questo curioso remake, il portale elvetico Blick.ch ha ascoltato in esclusiva la leggenda tedesca nerazzurra degli anni '90. Ecco cosa ne è venuto fuori:

Come valuti il passaggio di Xherdan Shaqiri all'Inter?
"Arriva dal Bayern Monaco, ora spetta a lui, assieme a Lukas Podolski, fare bene all'Inter. Vedo un parallelo tra me e Andy Brehme. Ventisei anni fa cambiammo tutti e due squadra andando dal Bayern all'Inter: i nerazzurri non vincevano nulla da otto anni e poi nel 1989 ci siamo laureati campioni d'Italia".

Ma la Serie A era superiore a quel tempo...
"Sì, ma rispetto a Shaqiri io sono costato poco meno della metà .... (ride ndr). Ma, naturalmente, sono due momenti diversi".

Lasciare il Bayern per andare in Italia non è un passo indietro?
"No, non sono d'accordo. Lui al Bayern ha dimostrato di poter competere con i migliori del mondo. A volte ci si trova in situazioni difficili, dipende anche dall'allenatore: con Pep Guardiola lui non aveva futuro, mentre con Jupp Heynckes sarebbe rimasto più a lungo, sarebbe stato tutto diverso. Shaqiri ha fatto bene al Bayern e anche se le cose non sono andate per il meglio, rimane un giocatore dal talento indiscutibile". 

E' stato accolto da 500 fan in aeroporto: è una pressione troppo forte per un ragazzo di 23 anni che è costato 15 milioni di euro? 
"I tifosi in Italia sono così. Anche se il campionato di Serie A è in leggera crisi, si parla di calcio dalla mattina alla sera , lo si vive intensamente. Ma io non soni preoccupato per lui, deve pensare solo al campo e divertirsi quando gioca. Non sentirà la pressione, Shaqiri si adatterà bene anche all'Inter". 

Giocherà con Lukas Podolski, con il quale tu hai avuto in diverbio a distanza pochi giorni fa... 
"Voglio dire che non ho alcun problema con Lukas ora. Ma se fosse stato informato correttamente, non avrebbe reagito in maniera così infantile. Per quanto riguarda la frase "allenatore di successo" posso solo dire che sono diventato più famoso come allenatore che lui da giocatore". 

E che cosa intendevi dire quando criticavi Podolski?
"Negli ultimi due o tre anni ha pensato più alla sua immagine privata che al calcio. Volevo solo dire che lui deve concentrarsi sull'essenziale, perché devo dire che sia al Bayern che all'Arsenal non ha raggiunto i suoi obiettivi. Gli auguro che possa farlo ora all'Inter". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 10 gennaio 2015 alle 11:30 / Fonte: www.blick.ch
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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