A memoria, in epoca moderna, è difficile ricordare una paralisi dell'Inter nel mercato di gennaio. Eppure le parole di Beppe Marotta e Antonio Conte, che sembravano le classiche frasi di circostanza finalizzate a nascondere lavori sotto traccia, si sono rivelate più che veritiere: la rosa nerazzurra sarebbe rimasta tale allo scadere della sessione invernale di mercato, come previsto non caratterizzato da grandi investimenti, più che altro prestiti necessari per risparmiare qualche soldo d'ingaggio o dare minutaggio a chi è stato ai margini. Come Radja Nainggolan, negato al Cagliari lo scorso settembre perché Suning non voleva fare regali, e poi concesso gratuitamente ai sardi a fine dicembre, a conferma che nel frattempo la situazione è cambiata in peggio e non si poteva più gonfiare il petto di fronte a richieste esterne o interne poco vantaggiose economicamente. Al belga avrebbero dovuto far seguito le partenze di Andrea Pinamonti e Christian Eriksen, ma l'impossibilità di trovare dei sostituti nel primo caso e le difficoltà di reperire un acquirente disposto ad accollarsi l'intero ingaggio nel secondo hanno sbarrato la via di uscita del Suning Training Centre. Neanche l'approccio della Roma per lo scambio Edin Dzeko-Alexis Sanchez ha cambiato le carte in tavola: il club nerazzurro è rimasto fedele al diktat della proprietà, anche per pochi milioni di euro. Non è arrivato e non è partito nessuno, stop. E l'unica mossa di mercato rilevante in questo periodo, per l'Inter, è la trattativa tra Suning, BC Partners e gli altri fondi, che è piuttosto più importante rispetto all'arrivo o alla cessione di un calciatore e che pare non sia ancora chiusa del tutto.

Mercato a Km zero (tutto entro le mura di Appiano Gentile), è il caso di dirlo, con Antonio Conte che dovrà fare a meno della quarta punta che reclama da due anni e provare a rilanciare Pinamonti, che già pregustava la visibilità offertagli dal Benevento. Sarà un bel problema proseguire la stagione con questo reparto offensivo, perché infortuni e squalifiche (come quella rimediata da Romelu Lukaku, che non giocherà domani l'andata delle semifinali di Coppa Italia) sono dietro l'angolo e questo Ivan Perisic non sembra in grado di sopperire alle lacune. A centrocampo, invece, bisognerà scommettere su Stefano Sensi, che la salute lo accompagni e soprattutto a livello mentale superi la paura di infortunarsi e chiarisca cosa vuol fare da grande. Un giocatore come lui è fondamentale nell'economia del gioco nerazzurro. Lo è stato meno finora Eriksen, dato ormai per partente settimane fa da Marotta, ma rimasto a tutti gli effetti un calciatore dell'Inter. E martedì scorso è stato un bene, perché con la specialità della casa, un calcio di punizione perfetto, ha regalato il derby ai suoi e una serata a lungo agognata a sé stesso. Presto per sostenere se questo gol rappresenterà il suo turning point e finalmente l'ex Tottenham prenderà per mano l'Inter, ma ad oggi Conte lo deve necessariamente considerare parte integrante delle rotazioni, anche da playmaker perché Marcelo Brozovic non può francamente giocarle tutte. Contro il Benevento indicazioni positive in tal senso.

Nessun arrivo, nessuna partenza, ma i dirigenti sono comunque al lavoro in attesa di novità societarie. Impostati i rinnovi di Stefan de Vrij, Alessandro Bastoni e Lautaro Martinez, però in questa fase storica non è ancora possibile mettere nero su bianco a queste bozze di contratto. Servirà pazienza, che ci sia una schiarita dall'alto. La volontà però rimane la stessa, anche in un periodo di scarsa liquidità e con molti punti interrogativi davanti l'Inter vuole blindare i propri campioni. Perché se il presente è bloccato, il futuro non deve esserlo.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 febbraio 2021 alle 21:38
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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