Torniamo indietro di qualche mese, Josè Mourinho, al di là dei numeri tattici, 4-3-3 o 4-4-2, affida a Zlatan Ibrahimovic le chiavi dell'attacco nerazzurro. Prima punta, seconda punta, lo svedese dovrà essere il finalizzatore principale delle manovre nerazzurre. E qui cominciano le prime critiche a Mourinho, con l'attacco dell'Inter che non convince appieno, con i paragoni con il passato manciniano. Lo svedese non è un bomber, gridano da più parti, mostrando le 23 reti in 70 presenze con la maglia della Juventus, dimenticandosi che all'Inter, da quando è arrivato, è sempre andato in doppia cifra, nonostante alcuni periodi di assenza forzata. Oggi, alla trentesima giornata, lo svedese ha realizzato 19 reti in campionato, suo record personale in Italia, ed è, assieme a Di Vaio, il capocannoniere del campionato, quando alla fine della stagione, mancano ancora otto giornate.

Numeri da bomber vero, da prima punta, ma Ibra, non solo non ha perso la sua vena di assist-man, vedi la magia contro l'Udinese, ma, rispetto al passato, ha acquisito una maggiore consapevolezza dei suoi mezzi. In molte partite, lo svedese, a prescindere dal compagno di reparto, che sia Balotelli, Cruz o Adriano, ha quasi sempre agito lui da prima punta, lasciando agli altri il compito di girargli intorno, mentre in passato era quasi sempre lo svedese a fare il lavoro della seconda punta. Solo con Crespo, nelle poche prensenze dell'argentino, il "Genio" nerazzurro è rimasto più lontano dalla porta. Forse è anche per questo che la società nerazzurra insista per acquistare un fuoriclasse come Aguero. Posizione? Seconda punta, naturalmente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 07 aprile 2009 alle 19:45
Autore: Claudio Ruggieri
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