In casa Inter non si fa altro che parlare della condizione di Eder, arrivato nel mercato invernale, ma che non sta rendendo, almeno in questo momento, secondo le aspettative riposte su di lui dai tifosi nerazzurri. I numeri non sono dalla parte dell’oriundo italobrasiliano però, come con Ivan Perisic, occorre aspettare del tempo affinché l’ex sampdoriano si focalizzi sui nuovi dettami tattici richiesti da Roberto Mancini.

In stagione ha disputato 29 partite, fra Serie A e Europa League e il miglior rendimento statistico, lo ha da esterno sinistro del 4-3-3 e da punta centrale, sempre nello stesso modulo, però per due motivi questi ruoli non possono essere ricoperti con la maglia nerazzurra: il primo motivo corrisponde al nome di Ivan Perisic, il secondo a quello di Mauro Icardi. I due giocatori sono imprescindibili nel 4-2-3-1 che Mancini ha varato in questa stagione e dunque Eder deve fare ricorso alla sua duttilità per giocare in una nuova posizione di campo, ma questo comporta un calo sensibile del suo rendimento. All’Inter difficilmente ha giocato due gare consecutive nello stesso ruolo e i risultati sono stati inferiori alle attese: nessun gol e nessun assist in queste sette partite giocate, solamente quattro chances create di cui 2 nel derby di fine gennaio quando era arrivato da pochi giorni ad Appiano Gentile. Le migliori prestazioni in termini di sacrificio le ha fornite da centravanti in assenza di Mauro Icardi, ma il tecnico jesino vuole un attaccante in grado di dare ampiezza alla manovra in fase offensiva ed Eder non ha queste caratteristiche. Il fisico non lo aiuta a tenere palla, limite che lo stesso Icardi ha palesato, e in più risulta spesso fuori dal gioco.

Poco meno di 20 passaggi a partita nel suo periodo all’Inter, ben 5 in meno di quanto fatto con la Sampdoria e una media di cross ben inferiore a quella tenuta durante il periodo doriano, sintomatico di come poche volte cerchi l’esterno per mettere in difficoltà i difensori avversari. Oltre a queste difficoltà nella manovra anche gli altri numeri in fase offensiva sono sensibilmente inferiori a quelli mantenuti sino al suo trasferimento all’Inter: dai tre tiri scoccati a gara con la maglia blucerchiati, si è passati agli 1.8 con la maglia nerazzurra e anche i dribbling sono diminuiti. 

Insomma, il giocatore sta pagando il cambio di modulo e l’impossibilità di giocare in una posizione a lui congeniale: nel momento in cui riuscirà a trovare la propria collocazione in campo (seconda punta alle spalle di Icardi?) sarà molto utile alla squadra nerazzurra in queste ultime otto finali che separano l’Inter dal terzo posto utile per la Champions League.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 26 marzo 2016 alle 18:03
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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