Ultima curva pennellata in contemporaneità. In questo penultimo venerdì di maggio Napoli e Inter si osservano a distanza, senza incrociare gli sguardi sui rispettivi cammini. Osservare se stessi per non perdersi, poi, nei meandri dei rimpianti. Così la squadra di Inzaghi aggredisce con dinamismo e personalità la sfida del Sinigaglia, anche se i lariani, combattivi e mai domi, in avvio si rendono insidiosi con la discesa di Van der Brempt, che si sgancia dai blocchi e premia Caqueret, la cui conclusione viene respinta da Sommer. L'Inter pensa solo ed esclusivamente alla propria partita, e lo certifica con il consueto canovaccio contro le squadre che aggrediscono alte. Il presidio della manovra, per poi cercare la profondità. E proprio da una situazione di dinamiche profonde nasce il corner che conduce al vantaggio. Il traversone a centro area premia De Vrij, lesto a liberarsi dalla marcatura comasca e a depositare nel sacco.

GESTIONE DELLE SINGOLE CONTINGENZE. Mentre a piazza Plebiscito, sponda Napoli, si gioisce per il vantaggio firmato da McTominay, i nerazzurri raccolgono con piacere l'errore di Reina, che si fa cacciare dopo aver colpito nettamente Taremi con un'entrata in ritardo.A una settimana dalla finale di Champions, con una volata ancora tutta da decifrare nel suo aspetto risultante, guai tirare i freni con istanza anticipata. Perché nessun finale è scritto fino a quando non è tale. Il binario si posiziona brillantemente per i nerazzurri, così al termine della prima frazione Napoli e Inter si ritrovano con la stessa aritmetica situazione d'inizio partita. Due gol, uno per parte, e l'immutabilità in classifica. Due binari distanti, ma analoghi a inizio secondo tempo perché al Maradona arriva la notizia del raddoppio firmato da Lukaku. E più o meno nel medesimo istante, al Sinigaglia arriva la rete di Correa. Due binari che corrono paralleli, un solo punto a dividere il destino.

LA SERATA DEI RIMPIANTI NERAZZURRI. Non serve stare a pensare a quello che sarebbe potuto essere ma non è stato. Arrovellarsi nei meandri del passato non serve a niente, ma senz'altro il secondo tempo di una settimana fa grida vendetta. Perché il Napoli non era riuscito a vincere a Parma, ma i nerazzurri sono incappati nel pari contro la Lazio. Il rigore di Pedro, alla fine dei conti, appare più galeotto che mai nel bilancio finale (puramente risultatistico) dell'economia del Biscione. Al Sinigaglia s'attiva una gitandola di sostituzioni, e la parte centrale del secondo tempo non offre grossi spunti di cronaca. Napoli e Inter si ritrovano entrambe sul doppio vantaggio, ma quello partenopeo è pesante come un macigno. Alla fine a festeggiare è Antonio Conte, dopo una volata al fotofinish, un'annata di dichiarazioni piccanti interne ed esterne all'ambiente partenopeo. A due anni di distanza dal dominio spallettiano, ecco che il Napoli torna a gioire ancora una volta. E' la serata dei rimpanti nerazzurri, ma serve rimuovere in via istantanea ogni concetto attinente al campionato, perché tra una settimana c'è, a Monaco, l'appuntamento con la storia.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 24 maggio 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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