Prima il bilancio, poi eventuali acquisti. L'edizione odierna del Corriere della Sera, in un articolo a firma di Fabio Monti, analizza la linea di pensiero di Erick Thohir partendo dalle dichiarazioni rilasciate nell'ultimo periodo. Idee perfettamente in linea con la storia personale del tycoon ma che, secondo il giornalista, si prestano anche ad altre considerazioni: "La necessità di sanare i debiti sembra essere diventato l’unico obiettivo reale di Thohir. Più tagli che sviluppo. E per questo è in arrivo Nicola Volpi, già a.d. del fondo Permira, operativo da mesi in sede. A due mesi dal passaggio di consegne, sta prendendo forza l’idea che Moratti abbia lasciato una società in dissesto, mentre i conti, così come appaiono oggi, erano noti da tempo, visto che i numeri erano stati analizzati con cura dalla 'squadra' del presidente". 

E ancora: "Del resto, che non vi siano sorprese appare evidente dal fatto che Moratti, dopo la vendita, non è fuggito verso le isole Marchesi, ma è regolarmente nel suo ufficio di Milano e continua ad avere un terzo della società. Se il pacchetto di maggioranza fosse stato venduto senza debiti, Thohir, per rilevarlo, avrebbe dovuto comunque pagare il valore del brand e della società - scrive Monti -. Cercare il pareggio di bilancio è un obiettivo fondamentale per il futuro del club, soprattutto in tempo di fair play finanziario (con molte eccezioni), ma per riaccendere la passione degli interisti è necessario programmare investimenti su giocatori che consentano alla squadra di risalire. E una volta tornato in alto, il club potrà puntare a trovare un punto di equilibrio fra costi e ricavi, sfruttando anche la collocazione del club alla borsa di Giacarta, che consentirà l’immissione di nuovi capitali". 

L'analisi di Monti diventa più pesante verso il finale: "Thohir viene dall’Indonesia, un Paese enorme (18.000 isole), con 240 milioni di abitanti e un’economia in crescita; non è mai apparso come il nuovo Abramovich e nemmeno come Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, che ha cambiato faccia al Paris St. Germain, con spese illimitate. Però essere presidente dell’Inter significa anche operare investimenti importanti su giocatori all’altezza della storia. [...] La strategia del 'vendere per acquistare' non convince perché significa rinunciare ai giocatori più forti e allontanare dal traguardo la linea di partenza. Il 19 settembre 2013, di ritorno da Parigi, dove aveva sottoscritto il documento preparatorio del contratto, Moratti aveva detto: 'Questo è un modo per ristrutturare tutto in termini più organizzati per affrontare il futuro. Visto che ci sono giocatori che costano 100 milioni, bisogna cominciare a capire che, per rimanere allo stesso livello, devi poter affrontare anche questo tipo di situazione. Perché l’Inter non può rimanere a un livello diverso'. Si vede che al vertice parigino c’era stato un problema di traduzione", chiosa Monti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 16 gennaio 2014 alle 11:30 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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