Per evitare spiacevoli situazioni kafkiane, nella città che ha dato i natali allo scrittore de 'Le Metamorfosi', Simone Inzaghi manda in campo l'Inter migliore possibile contro lo Sparta Praga, senza snaturarla come accaduto puntualmente in Champions League in questa stagione. Il ragionamento fatto dal tecnico piacentino è logico: tre punti oggi con i titolarissimi, al netto degli infortuni, per non intasare il calendario domani con i playoff da evitare come la peste. Missione compiuta, non proprio col minimo sforzo come suggerisce l'1-0 finale, che consente all'Inter di tirare fuori dalla tasca la calcolatrice per contare i punti che servono per il passaggio diretto agli ottavi di finale della competizione.
LA PARTITA - Armati di pazienza sin dall'avvio, i campioni d'Italia provano a sfondare il blocco bassissimo dei cechi con combinazioni strette, soprattutto tra Lautaro Martinez e Marcus Thuram, che per l'occasione tornano a giocare in coppia dal 1'. Proprio la ThuLa è subito protagonista nei primissimi minuti: al 4' il Toro non riesce ad agganciare un pallone invitante in area, dopo due giri d'orologio Tikus strappa sulla destra seminando in velocità Filip Panak prima di offrire a rimorchio per Denzel Dumfries, che cade a terra troppo facilmente dopo lo scontro con Laci. Per l'arbitro è simulazione, quindi, ammonizione. Dopo il giallo, si gioca per un po' in una sola metà campo: gli ospiti cingono d'assedio l'area avversaria, trovando lo spiraglio giusto al 12', con Alessandro Bastoni (chi, se non lui?) che con un cross avvolgente sul secondo palo arma il destro di Lautaro Martinez, un tiro volutamente schiacciato del capitano che fulmina Peter Vindahl. Allora via al un monologo nerazzurro, proprio come da strategia inzaghiana dichiarata a pochi minuti dal fischio d'inizio del match: 'cercheremo di metterla sul ritmo', le parole a Sky Sport del Demone, per evidenziare le difficoltà fisiche di una squadra che non gioca una partita ufficiale dal 15 dicembre. Il gap tecnico, già oceanico in condizioni normali, viene acuito dalla disparità nella fluidità di gioco: insomma, a vederla così, non ci sarebbe partita. Ma qualche distrazione dei nerazzurri accende qualche minima speranza dei padroni di casa,m soprattutto in Birmancevic, minaccia fantasma quando fa correre qualche brivido sulla schiena dei tifosi interisti per la sua presenza sul retropassaggio ad alto rischio di Benjamin Pavard a Yann Sommer. Chiusa la parentesi un minimo sofferente, l'Inter va vicina al raddoppio, con il cronometro che segna il 27esimo minuto: recupero palla alto di Mkhitaryan, che accomoda per il tiro con visuale libera di Asllani da fuori area: alto. Sfiorato il 2-0, al 34', l'Inter scongiura il pari grazie all'intervento attento di Yann Sommer, bravo a contenere in due tempi il tiro forte ma centrale del solito Birmancevic. Un campanello d'allarme, colpa di un po' di superficialità nelle marcature, che l'Inter interpreta in un solo modo: continuare ad attaccare. Sul cambio di fronte, non tarda ad arrivare un'altra chance: dai-vai Dimarco per Bastoni, con quest'ultimo che si sgancia da esterno puro sulla sinistra e accomoda per una specie di rigore in movimento per Barella, che calcia alle stelle.
Nella ripresa, è lo Sparta a uscire meglio dagli spogliatoi: bastano una manciata di secondi a Victor Olatunji per scoccare da fuori area il primo tiro. Che fa poca strada per l'opposizione del muro interista. E' il segnale che, unito ad altre piccole sfumature, invitano i cechi a crederci: al 55' arriva un altro tiro di Birmancevic, da posizione defilatissima, respinto da Sommer in corner. L'Inter non rimane a guardare e alza improvvisamente l'indice di pericolosità con una ripartenza condotta bene da Barella e culminata con un tiro molle di Lautaro tra i guantoni di Vindahl. E' il prologo al raddoppio di Dumfries, annullato dopo diversi secondi dal VAR: Lautaro imbuca per Dimarco, pizzicato a posteriori in fuorigioco prima di farla pervenire all'ex PSV. Che, finito il check, lascia il campo per Darmian; dentro anche Davide Frattesi per Nicolò Barella. I cambi rimescolano le cose ma non modificano il canovaccio: lo Sparta rimane attaccato alla gara ma va in ansia a ogni affondo dell'Inter: al 69', Panak, con una scivolata disperata, toglie a Thuram un gol fatto sul cross avvolgente di Dimarco. Che, prima di lasciare il campo, calcia forte sopra la traversa. Con Dimash viene richiamato in panchina anche Asllani, dentro Carlos Augusto e Zielinski. Neanche il tempo di annotare le sostituzioni che Lautaro va all'ennesimo tiro innocuo dopo l'unico vincente del primo tempo. Al 74', Lars Friis decide che è arrivato il momento di Lukas Haraslin, ma è ancora l'Inter ad avvicinarsi maggiormente al gol: Frattesi spara dal limite dell'area costringendo Vindahl a una parata non scontata. Col minimo vantaggio, la sfida rimane tirata fino all'ultimo, tanto che Benjamin Pavard deve tappare il buco difensivo di Carlos Augusto, all'81'. Servono altre forze fresche all'Inter, così Inzaghi gioca la carta Mehdi Taremi, richiamando in panchina Lautaro. L'uomo della provvidenza per l'Inter come successo con l'Empoli, un giocatore assolutamente ritrovato.
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