Il giorno della sua prima incoronazione come re d'Italia, Simone Inzaghi non poteva che presentarsi con il vestito di lusso, la miglior Inter possibile, che non sarà la filastrocca degli anni '60 ma è pur sempre quella che verrà ricordata ai posteri come quella capace di conquistare lo scudetto della seconda stella. Di fronte, guarda te il destino, la sua Lazio, la squadra che gli ha permesso di vivere momenti come questo. Luminosi come la giornata di Milano, nella quale il popolo nerazzurro vuole dimenticare almeno per un giorno quello che sta succedendo lontano da qui, in Cina, da dove Steven Zhang ieri ha inviato una lettera non proprio rassicurante, per usare un eufemismo, sulla sua continuità alla guida del club. La coreografia sui tre anelli che ricorda l'impresa accompagna l'ingresso in campo di Lautaro Martinez e compagni, accolti dal coro assordante 'E per la gente che...', che parte da lontano, dalla scorsa stagione, ed echeggia prepotente fino a questa a testimoniare l'unione di tutto l'ambiente. 

L'inizio è di quelli divertenti: al 3', Marcus Thuram ha la palla per aprire la danze ma centra Ivan Provedel nel tu per tu. Di là, la squadra di Igor Tudor trova addirittura il gol con Taty Castellanos che buca Yann Sommer ma dopo essere partito in posizione di fuorigioco. Il VAR cancella il vantaggio ospite, si resta sullo 0-0 ma con la sensazione che non durerà per molto. E' la squadra di casa che prende il comando del gioco, assaltando l'area biancoceleste: piovono i soliti cross da tutte le parti, ma non sortiscono gli effetti sperati. La Lazio non resta a guardare e al 14', grazie a un'incertezza di Acerbi in fase di costruzione, si riaffaccia dalle parti di Sommer, che questa volta mette i suoi guantoni fosforescenti sul secondo tiro a giro di Castellanos. La risposta dell'Inter è affidata a Dimarco, che nel corso del 27' esalta i riflessi di Provedel nel giro di pochi secondi, prima insolitamente con il destro e poi usando il piede preferito. Il risultato resta inchiodato sul nulla di fatto, ma all'improvviso Daichi Kamada,  il migliore dei suoi, fulmina Sommer con un sinistro da fuori area al 33'. Tiro non angolatissimo del giapponese, lo svizzero doveva fare di più. E' l'ultima scena di un primo tempo che vede l'Inter in svantaggio. 

Sezione: Focus / Data: Dom 19 maggio 2024 alle 18:51 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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