"Si può dire che San Siro l’ho visto crescere". Comincia con questa precisazione il pezzo scritto oggi da Fabio Capello su La Gazzetta dello Sport per affrontare il tema caldo del nuovo stadio di Milano nei piani di Inter e Milan: "Ho giocato col campo gelato, col sole, con la pioggia, con l’erba alta e anche con la segatura - prosegue l'ex allenatore -. Ho così tanti ricordi legati a San Siro che non saprei neanche da dove iniziare, davvero, ma credo che a questo Meazza, per come è concepito adesso, vada detto arrivederci. Bisogna proporre qualcosa di diverso, di nuovo, in linea con la modernità da cui siamo circondati. Ho l’incubo che questo impianto a me tanto caro possa diventare una cattedrale nel deserto, abbandonata a se stessa.  E Milano non può permetterselo. Il calcio italiano non può permetterselo. San Siro deve continuare a essere un simbolo, ma in linea con la modernità".

Capello poi ricorda che ormai "da tempo si parla di proposte, di idee, di qualcosa che vada al di là del dibattito, ma non se ne fa mai niente. Io credo che ormai le due società abbiano capito che bisogna giocare in un solo stadio, magari dividendo l’abitabilità. Ognuno avrà le sue idee com’è giusto che sia. Eppure, ciò che è successo con l’Europeo del 2032 mi mette una grande tristezza. È incredibile che una città come Milano non abbia uno stadio per questo evento, soprattutto dopo vari dibattiti a riguardo". Ma il punto è che "San Siro va modernizzato e reso un gioiello. In Italia c’è una burocrazia che fa spavento. Io ho giocato nel vecchio Wembley che era un cinodromo, poi l’hanno buttato giù e ricostruito . E nonostante tutto resta uno degli impianti più importanti del mondo, forse il simbolo di uno stadio moderno e funzionale". 

Sezione: Focus / Data: Sab 27 settembre 2025 alle 10:08
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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