Intervistato da Radio Nerazzurra, Beppe Bergomi parla di Inter, dello scudetto e delle prospettive future visto il momento non propriamente semplice.

Sull'addio di Conte e l'arrivo di Inzaghi.
"Difficile commentare. Per me, Antonio è un amico e un grandissimo allenatore, mi sarebbe piaciuto vederlo all'Inter anche con un ridimensionamento. Sono convinto che un allenatore bravo tira fuori il meglio dai giocatori, magari anche senza avere la pressione di vincere a tutti i costi. Non penso abbia deciso negli ultimi giorni, ma sia stata una decisione maturata da almeno 6 mesi. Ha capito che era rimasto da solo, che la presidenza era assente e non ci ha visto chiaro quando Steven Zhang è tornato e non c'è stato dialogo. Poi Inzaghi a me va bene, lo conosco dal settore giovanile: ha passione, voglia, determinazione. Arrivare all'Inter la vede come una grande opportunità. Peraltro è un segno di continuità anche vista la rosa. Però ci sono alcuni giocatori che puoi lasciare andar via e altri che sono determinanti in un sistema di gioco. In un 3-5-2, per come gioca l'Inter, lasciar partire Hakimi è la cosa più dura: fa gol, assist, ribalta il campo".

Perché storicamente l'Inter vince con allenatori di un certo tipo, con periodi brevi, e non organici al club?
"Trapattoni e Bersellini sono rimasti 5 anni, per esempio. Nel calcio vincere è difficile ma bisogna sempre restare protagonisti. La garanzia è Marotta, si può lavorare bene ed essere protagonisti, poi vincere non lo so. Di Atalanta ce n'è una".

Il ritorno di Allegri porta punti in più alla Juve? Allegri avrebbe fatto più punti rispetto a Pirlo?
"Sì. Lui è stato con noi una serata al club (su Sky, ndr) e poi è rimasto anche dopo la fine della trasmissione. Sa come comportarsi, ha le idee chiare, è scaltro. Il tempo che Pirlo ha perso, specie all'inizio, Max non l'avrebbe perso. L'Inter ha strameritato di vincere lo scudetto, ma la Juve ha lasciato punti con squadre come Benevento e Crotone, sena restare attaccata al vertice. Quindi vedo una Juve che torna a essere più forte".

Allegri è stato vicino all'Inter in questo momento?
"Secondo me ci hanno pensato, anche l'anno scorso prima di Villa Bellini. Io con Max ci ho parlato e secondo lui l'Inter è forte. Poi è chiaro che, quando è arrivata la Juve, lui ha deciso per i bianconeri".

Quanto perde l'Inter con la partenza, che sembra scontata, di Hakimi?
"Conte è stato un valore aggiunge, ma mi preoccupo se partono alcuni giocatori. Qualcuno lo puoi sacrificare, ma non tutti. Lukaku, Hakimi, Barella, De Vrij, Bastoni e Brozovic, secondo me, dovrebbero essere trattenuti. Nel finale, l'Inter aveva trovato una consapevolezza impressionante: giocava a calcio e decideva come vincerle. Sostituire uno come Hakimi è dura, vedremo: io non lo toccherei mai".

Un giovane che porteresti all'Inter?
"Ieri ne ho visti tanti nel Portogallo Under-21, ma anche nell'Olanda, Francia, Germania... All'Inter c'è tanta gente che è in giro a scandagliare il mercato internazionale, troveranno le pedine giuste per tenere l'Inter competitiva".

Che differenza noti tra il 3-5-2 di Inzaghi e quello di Conte? Sono affini?
"Si assomigliano abbastanza. Nell'Inter la parte destra funziona meglio, mentre la Lazio sviluppa gioco più a sinistra. Poi cambiano le caratteristiche dei giocatori, basti guardare al centrocampo: Brozovic è un Lucas Leiva con più qualità; Luis Alberto strappa, mentre Eriksen è più di posizione; Barella è un tuttocampista, Milinkovic-Savic è più fisico. Entrambe le squadre, comunque, sono strutturate per contenere e ripartire".

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Sezione: Focus / Data: Mar 01 giugno 2021 alle 16:51 / Fonte: Radio Nerazzurra
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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