Una bella doppietta. Certo, Supercoppa e Coppa Italia non sono campionato e Champions League, ma aver battuto in entrambe le finali l’acerrimo storico avversario e aver buttato fuori con facilità quasi irrisoria una buona squadra come la Roma o il Milan capolista della A, rende certamente il percorso della competizione nazionale da applausi. Credo che l’Inter abbia dimostrato sul campo quello che tutti, o quasi, abbiano capito in questa stagione. Ossia che i nerazzurri siano la squadra più forte del campionato. Lo dimostrano i trofei sinora vinti. I dati e le statistiche straripanti. E lo avvalorano anche le opinioni di campioni come Chiellini (che in tanti non sopportano, ma che per me è stato uno dei migliori difensori degli ultimi vent’anni), secondo cui: “Con tutto il rispetto, l’Inter resta superiore al Milan”.

Peccato però che la classifica veda il Diavolo al primo posto, almeno per il momento. Non so come finirà la stagione, ma già oggi posso affermare per certo che Simone Inzaghi e i suoi ragazzi meritano un voto più che positivo. Lo stesso vale anche per i rivali cittadini, che probabilmente sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. Bravi loro, davvero. Qualora alla fine a spuntarla dovesse essere il Milan, agli interisti rimarrà quindi sicuramente la gioia dei due trofei conquistati, con l’amarezza di un Tricolore mancato che sarebbe significato uno storico Triplete italiano. È vero che i risultati contano, anzi forse sono tutto nel nostro Paese. Ma in questa annata il percorso del Biscione è stato appassionante e vincente. L’Inter ha espresso per distacco il miglior calcio. Quei 7 punti in 7 partite, oltre all’errore di Radu contro il Bologna (e quello di Doveri che, sbagliando, non ha annullato il gol del pari dei felsinei nonostante il fallo netto di Soriano su Perisic) rischiano di costare carissimi ai nerazzurri. Ma se a inizio stagione vi avessero detto che sino all’ultimo la vostra squadra del cuore avrebbe lottato per vincere tutto nei confini nazionali, non so quanti di voi ci avrebbero creduto.

Adesso Lautaro e compagni devono solo battere Cagliari e Sampdoria, per non avere rimpianti. Ci sarebbero tante cose da scrivere, luoghi comuni da sfatare, rispondere al mito della Narnia rossonera (che tace sul fallo di Tonali a Roma contro la Lazio, come su quanto accaduto a Bologna in quella che ad oggi è la giornata che decide la A). Pensate se a Milan-Atalanta avessero mandato Serra, l’arbitro di Milan-Spezia: quando la fake news delle scuse ufficiali dell’AIA ai rossoneri era stata fatta esplodere come se dietro, anziché navigati professionisti, ci fossero dei tifosi col microfono, pronti a veicolare un certo tipo di informazione. Nessuno invece dice A o batte ciglio con Doveri a Cagliari-Inter (nonostante l’abbaglio al Dall’Ara accennato pocanzi). Andiamo avanti, non è questo il momento di affrontare certi argomenti. Ora è giusto celebrare la seconda vittoria stagionale. E dare il massimo nelle prossime due gare. Solo al termine dell’annata ci sarà un consultivo definitivo. E potrebbe essere semplicemente strepitoso per i campioni d’Italia in carica.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 13 maggio 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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