Marcelo Brozovic non è un calciatore normale. Anzi, probabilmente è il meno calciatore tra tutti i calciatori. Per quanto corre, sembra di vederlo in campo da 20 anni e invece ne compirà appena 31 il prossimo novembre. Non si può certo dire sia a fine carriera, almeno non per quanto riguarda l'aspetto fisico. Qualche infortunio, specie nell'ultima stagione, ma nulla di particolarmente grave e una tenuta che è lì a dimostrarlo. E allora? E allora sarà il peso dei soldi arabi, saranno le motivazioni che scemano. Sicuramente è un gran peccato vedere uno come lui uscire dal calcio "vero" quando ancora avrebbe potuto dare tantissimo.

In queste ultime settimane, quando le voci si sono fatte sempre più insistenti, ho provato a far capire quanto fosse importante uno come Brozo, anche per il suo ciondolare fuori contesto, che lo rappresenta meglio di qualsiasi descrizione giornalistica. Ora per l'Inter si apre un nuovo capitolo, dopo oltre 5 anni di Brozocentrismo, cioè da quando Spalletti gli ha ritagliato su misura il ruolo di regista. Toccherà verosimilmente a Calhanoglu raccoglierne l'eredità, come già fatto ottimamente nella stagione appena terminata quando il croato ha marcato visita. L'addio al 77 libera probabilmente anche risorse sul mercato per andare su quegli obiettivi di centrocampo che il club vuole asoslutamente centrare (Frattesi? Milinkovic-Savic? Mister X?).

C'è vita oltre Brozovic, sicuramente. Ma sarà un'altra vita. Bisognerà farci l'abitudine.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 giugno 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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