Rinnovo per Simone Inzaghi, ritorno per Romelu Lukaku. Sono questi i due botti dell'ultima giornata di fuoco dell'Inter. Per capire quello che succederà nelle prossime settimane basta invece analizzare le parole rilasciate da Beppe Marotta nella mattinata di lunedì sulle frequenze di Radio Anch'io Lo Sport. L’amministratore delegato nerazzurro - che quando applica il linguaggio marottiano al mercato ama particolarmente dribblare, smentire e restare sul vago per lasciare aperte diverse strade - nell’ultima uscita pubblica si è esposto su più temi, facendo intuire un aspetto di rilevante importanza: il sacrificato di peso, con ogni probabilità, sarà un difensore. E tutti gli indizi portano a Milan Skriniar, corteggiato da quel PSG che, secondo le indiscrezioni dei vari insider, sarebbe pronto a ricoprirlo d’oro con un contratto faraonico permettendo all’Inter di mettere a bilancio una pesante plusvalenza. Sostituire uno come il muro slovacco non sarà facile, né a livello tecnico-tattico né sul piano umano-mentale: Skrigno è un capitano senza fascia cresciuto negli anni mano nella mano con l’Inter, che dalla triste lotta per un posto in Europa League è tornata a recitare sul prestigioso palcoscenico della Champions e a vincere lo scudetto e altri trofei. Ma nel ‘Vangelo secondo Marotta’ il passo chiave recita che “è molto più difficile sostituire l'attaccante che non il difensore, perché i primi sono pochissimi e hanno cifre spaventose”. Un dato di fatto che spinge l’amministratore delegato ad ipotizzare che “probabilmente la difesa sarà il settore in cui siamo costretti ad agire, ma con Ausilio e Baccin stiamo già ipotizzando alternative valide se dovesse partire uno dei nostri difensori”. Una di queste porta a Gleison Bremer, “un giocatore di caratura mondiale e farebbe comodo a tante squadre di vertice. Sicuramente su di lui sono poste tutte le nostre attenzioni”, così come su Nikola Milenkovic della Fiorentina.
Nel suo sermone, il dirigente varesino non ha potuto evitare di toccare anche l’argomento attacco, dove ormai da giorni circolano i nomi di Lukaku e Paulo Dybala. E anche qui si è sbilanciato, probabilmente sicuro del lavoro messo in piedi nelle scorse settimane, assicurando che Big Rom e la Joya “sono nostri obiettivi ma dobbiamo valutare la congruità economica. Non nascondo che ci siamo buttati a capofitto. Farebbero comodo. Andiamo avanti, se ce la faremo bene altrimenti ci sposteremo su altri obiettivi”. Sarebbe un gran bel doppio-regalo per Simone Inzaghi, che dopo una prima stagione nerazzurra - partita in salita per le tante cessioni - si è guadagnato un meritato rinnovo fino al 2024 (da ieri ufficiale) con opzione per la stagione successiva che lo mette sempre più al centro del progetto. Il ritorno ormai certo di Romelu dopo i passi avanti delle ultime ore e l'assalto alla stella argentina non condizioneranno comunque lo status da leader di Lautaro Martinez, destinato (a meno delle solite offerte monstre che aleggiano sulla testa dei top player) ad indossare ancora la 10 dell’Inter. Perché “è nostro interesse mantenere una squadra forte perché è nella storia del club” e quindi “riteniamo in quest'ottica che Lautaro sia indispensabile per proseguire in questi obiettivi”. Insomma: il Toro non si tocca, la LuLa è pronta a tornare alla ribalta e il sacrificio sull’altare del solito bilancio riguarderà probabilmente un difensore. Anche perché sulle fasce si è già persa la leadership e la costanza di Ivan Perisic, con Robin Gosens chiamato a prenderne l’eredità (probabilmente in alternanza con l’affidabile Matteo Darmian) e Denzel Dumfries a macinare chilometri sulla fascia opposta in attesa della crescita di Raoul Bellanova, uno dei due giovani - insieme al gioiellino Kristjan Asllani - su cui la dirigenza interista ha deciso di puntare fin da subito.
E poi ci sono i colpi a costo zero già messi in tasca ed ‘ufficializzati’ dal solito ad, che ha confermato come Henrikh Mkhitaryan ed André Onana siano destinati a riempire l’armadietto di Appiano Gentile ad inizio ritiro (“Mkhitaryan sarà ufficiale nei prossimi giorni, Onana lo stesso”), senza dimenticare che l’intenzione è anche di “valorizzare i giovani della Primavera campione d'Italia in cui ci sono tanti talenti” come Franco Carboni e Cesare Casadei.
L’Inter ha le idee chiare, non resta che affidarsi a Marotta e alla linea tracciata con il resto della dirigenza e con la proprietà.
“Oggi è richiesto al management di coniugare teoria e pratica. Lo strumento del trading era marginale, oggi nessuna squadra sta in piedi senza un attivo nei trasferimenti. In questo caso subentra la competenza, la creatività”. Dal Vangelo secondo Marotta.
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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