#AO24
Con il numero 24, André Onana. Persino chi avrà fatto l'abbonamento al terzo anello verde potrebbe sentire una nuova musica nell'aria prima di ogni partita. Handanovic permettendo. Dopo una stagione di alti e bassi tra i pali (raramente fuori) della porta nerazzurra, lo sloveno si vedrà contendere il posto dal collega, 12 anni più giovane di lui, arrivato dall'Ajax, primo portiere africano nella storia della Beneamata. Vista l'occasione a zero, Marotta e Ausilio si erano affrettati per chiudere l'accordo e facendogli svolgere le visite mediche già a gennaio, anche perché era una fase in cui si potevano fare ancora affari senza dover prima attendere delle uscite. Il primo 'sorrisone' era stato appunto il suo, confermato nei giorni del suo approdo definitivo a Milano. "I sogni diventano realtà". Il suo è lo stesso che aveva inseguito il suo mentore Eto'o, che gli ha "sempre detto che l'Inter è perfetta per me". Ad Onana non gli si chiede né di fare il terzino, anche se "ai portieri viene chiesto di essere un giocatore in più e credo che in questo senso mi distinguo molto, giocando con i piedi e trasmettendo personalità e fiducia alla squadra", né la conquista del Triplete al primo anno. Lui si considera "uno dei migliori al mondo" e in molti sono più che d'accordo. L'Inter è il grande salto che gli consentirà di dimostrarlo.

#KA14
Arrivato con il timbro di vice Brozovic, erede della maglia numero 14 di Perisic (che sui social gli ha fatto gli auguri: "In bocca al lupo piccolino") e subito promosso a pieni voti dal Big Boss Lukaku: "Ha 20 anni, ma sembra che ne abbia 27. Mi piace la sua mentalità: ci sorprenderà". Kristjan Asllani, interista doc, come Onana ha coronato il suo sogno, ma la sensazione anche per lui è che il meglio debba ancora venire, ovviamente con i colori nerazzurri indosso. Davanti a lui il suo modello principale nel ruolo. "Cerco di rubare i segreti da ogni centrocampista, ma ora ho la fortuna di giocare con Brozovic che è fortissimo". Senso della posizione, tecnica con il pallone tra i piedi, abile nel dettare i tempi di gioco e nell'impostazione della manovra, tutte doti che non gli mancano, in più macina chilometri proprio come il suo idolo. Vedremo se riuscirà a imparare anche la mossa del coccodrillo, ma il bagaglio messo in mostra nell'ultima stagione a Empoli è già notevole. Ha preso il posto di Vecino, con cui nonostante la differente nazionalità condivide una certa garra. "Sono partito dall'Albania quando avevo 2 anni, ho fatto tutto in Italia, dalla scuola ai primi passi nel calcio. Ora sono all'Inter, un'emozione unica, e cercherò di dare il massimo". Lele Adani ci scommette: "Una mente superiore. L'Inter stessa non si rende conto di quanto sia forte. I tifosi lo capiranno". Un solo gol in Serie A siglato proprio alla squadra di Inzaghi, alcuni lo chiamano destino, per altri un'intelligentissima operazione di mercato del duo Marotta-Ausilio.

#HM(?)
Non il marchio commerciale, ma Henrikh Mkhitaryan, per tutti Micki ma anche mister 23 titoli in carriera. L'ex giallorosso è il primo armeno nella storia dell'Inter, nonché il primo strappo tra il club nerazzurro e Mourinho che avrebbe tanto voluto tenerlo nella capitale. Dopo la Conference League alzata contro il Feyenoord, ha ringraziato i suoi nuovi tifosi nerazzurri per l'accoglienza invitandoli "allo stadio per vincere lo scudetto". Idee insomma chiare, sin dall'inizio. Ufficializzato dall'Inter come ultimo acquisto in ordine di tempo, Mkhitaryan si è presentato con il suo personalissimo big smile affermando di aver già parlato con Inzaghi: "La cosa più importante è vincere insieme", ma dietro l'obiettivo comune il discorso tra i due si è protratto sulla tattica e sui ruoli che Micki è capace di ricoprire in campo. Da mezzala di inserimento alla Calhanoglu a regista (quindi altra eventuale alternativa a Brozovic), trequartista puro e all'occorrenza seconda punta. Il suo idolo è Youri Djorkaeff, anche lui di origini armene, con cui da piccolo è riuscito a fare una foto, ma i due hanno dovuto pazientare qualche anno per condividerla tramite social. Seguendo le orme di DJ, Mkhitaryan vuole "lasciare un segno nella storia dell'Inter, vincendo trofei e centrando i vari obiettivi". Classe ed esperienza al servizio di Inzaghi, e un curriculum da cacciatore di titoli giocando in cinque diversi campionati. Ah, prima di scendere in campo dovrà scegliere anche il numero di maglia. La 77 è cucita su Brozovic, le più probabili sono la 7 o la 22, vero Alexis e Arturo?

#RL90
Un pezzo da 90, come lo ha presentato il presidente Steven Zhang e come la versione tirata a lucido che sta uscendo dalle palestre in Costa Smeralda. Nessuno si sarebbe aspettato un Romelu Lukaku 2.0, o meglio un RL90, come i milioni persi dal Chelsea nell'affare secondo alcuni fan ironici dei Blues, come la paura che il belga tornerà a incutere nelle difese secondo chi ha celebrato (alla fine anche con sciarpe e caroselli, nonostante l'avviso della Nord) il ritorno del Re in Serie A. Nel primo derby stagionale non ritroverà il nemico Ibrahimovic, che comunque non vuole gettare la spugna e ha fissato l'appuntamento per il 2023. Nel frattempo Inter e Milan si saranno già giocate metà fetta dello scudetto, titolo che Big Rom intende riportare dalla parte giusta di Milano, anche per farsi perdonare dell'addio dello scorso agosto. "La storia che ho avuto un anno fa con questa squadra è stata bella, per me e per i tifosi. L'Inter mi ha dato tanto e spero di fare anche meglio di prima". Con Zhang ha parlato di come "era forse impossibile tornare qui, ma lo abbiamo fatto", mentre si dice che a Inzaghi abbia promesso 30 gol. Torna ad abitare anche la casa in City Life che volutamente non aveva lasciato ("Questo vuol dire qualcosa"), ritrova l'amico-partner della LuLa e un pubblico che a San Siro, dopo i silenzi della pandemia, non vede l'ora di fargli sentire il suo vero ruggito. Lukaku non era mai stato così felice, ma il suo sorriso non è quello del gigante appagato. Prima di festeggiare c'è da mettere in chiaro chi comanda davvero a Milano e in Italia.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 04 luglio 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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