Se c’è una cosa che non capisco, o meglio, non voglio capire, è per quale motivo una squadra dovrebbe snobbare qualsivoglia competizione. L’Inter di Mourinho è entrata nella storia per aver conquistato il Triplete. Sarebbe stato lo stesso con l’accoppiata Champions e campionato, ma quella coccarda conquistata grazie alla Coppa Italia fece esultare tantissimo i tifosi nerazzurri, dato che fu l’inizio di un trittico leggendario. Oggi nessuno pretende che i ragazzi di Inzaghi realizzino un tris di vittorie italiano e internazionale, ci mancherebbe (che poi, la Coppa Italia ormai è andata...). Ma che giochi per competere. E per provare a vincere ogni manifestazione assolutamente.

Tolto il lato economico della Supercoppa, 8 milioni schifo non fanno, anzi, alzare al cielo per la terza volta consecutiva il trofeo significherebbe proseguire - e non interrompere - una striscia di trionfi iniziata ormai con Conte anni fa, certificando ancora una volta come le stagioni degli zero titoli siano ormai un ricordo sbiadito di un passato superato. Se i bambini che scendono nel proprio cortile fanno di tutto per battere i propri amici, impegnandosi alla follia, sbucciandosi le ginocchia, accettando i rimproveri di mamme, nonne e vicine che se possono ti 'bucano' il pallone, non esiste per nessun motivo al mondo che dei professionisti lautamente pagati per giocare a calcio non diano sempre il 100%.

Attenzione, non è il caso dell’Inter, perché la sconfitta in Coppa Italia contro il Bologna e la consequenziale eliminazione hanno destato – giustamente – quel bruciore di stomaco di chi ha sempre fame di vittoria. Ma talvolta fa sempre bene ricordare certe situazioni, soprattutto se i tuoi rivali per lo Scudetto hanno speso molto più di te sul mercato, hanno un monte ingaggi superiore e continuino a sostenere di non puntare allo Scudetto. Ma preferiscano giocare a guardie a ladri.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 19 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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