Mkhitaryan è arrivato l’armeno che va come un treno è Mkhitaryan. Quando va sulla fascia il terzino lo sfascia è Mkhitaryan […]. Ecco si innalza di già un coro da Roma fino a Erevan senti sta curva canta per Mkhitaryan…” è la perla che i capitolini, tifosi della Lupa, ci regalavano qualche anno fa con l’arrivo dell’armeno dall’Arsenal, club dal quale i giallorossi lo acquistarono  ma a titolo temporaneo nel 2019, per poi diventare a tutti gli effetti un giocatore della Roma l’anno successivo dopo aver risolto con i Gunners e trovato l’intesa con i giallorossi fino al giugno 2022. Intesa che, a due anni di distanza, non ha trovato replica neppure con la partecipazione speciale di José Mourinho che aveva personalmente messo del suo nell’opera di convincimento per la permanenza dell’armeno in Capitale. Ma “ora è il momento dei saluti” scrive lo stesso Mkhy nel post Instagram di ringraziamento e ‘congedo’ ai tifosi che per tre anni hanno esultato per e con lui. E non è un caso che l’addio arriva all’indomani (sportivo) di un Trofeo storico, non esclusivamente per la peculiarità della competizione. “Quando mi sono messo per la prima volta questa maglia avevo un obiettivo: far vincere questo club e fare felici i suoi fantastici tifosi: obiettivo raggiunto a Tirana! Questo trionfo è stato la perfetta conclusione dei miei tre anni in giallorosso”. Un Trofeo che chiude a tutti gli effetti un cerchio e che permette all’ex Gunners di “abbandonare” la nave senza rimorsi e con la serenità di chi tanto ha dato e altrettanto ha ricevuto. 

Adesso è “pronto per iniziare questa nuova avventura - con l’Inter -. Felice di iniziare un nuovo capitolo”. Da Roma a Milano, dall’Olimpico a San Siro. Una specie di familiarità del momento figlio del trend marottiano a tuttotondo che investe l’armeno di un ruolo salvifico nella rosa di Inzaghi. Punto di congiunzione e anello mancante che fungerà da effetto ‘cerniera’ nelle rotazioni e nel gioco di Inzaghi. Si presenta formalmente da vice Calhanoglu ma la duttilità di cui è dotato e il recente aggiornamento del cv nell’ultima esperienza mourinhana ha messo in luce buona padronanza e leadership anche in mediana che potranno incastrarsi e fornire ossigeno all’onnipresente Brozovic, la scorsa stagione tra i più presenti in campo. 

Ago della bilancia di Mourinho, dettava tempi di gioco fornendo qualità in mezzo facendo da filtro e motore della manovra giallorossa. Non ne avrebbe fatto a meno, non per caso, lo Special One ma tant’è e a ritrovarselo da risorsa aggiuntiva e quel Simone Inzaghi, prima rivale per eccellenza.  Ma proprio con l’ex laziale potrebbe spartire congenialità. Con qualche garanzia maggiore rispetto agli uscenti Vidal e Vecino a dispetto dell’età (non esattamente freschissima) porta esperienza e sostanza da dodicesimo uomo più che riserva ad un centrocampo che verrà svuotato dei sopraccitati e manca di un valido supporto al trio centrale Calhanoglu-Barella-Brozovic pesato nel corso della passata annata. Boccata d’ossigeno per Inzaghi a costo nullo per Zhang, con tanto di ghigno e occhiolino del duo Marotta-Ausilio, ancora una volta impeccabili nella certosina e oculata scelta nel mal considerato mercato del ‘vintage’ tanto caro, al contrario, ai segugi come i due uomini mercato nerazzurri, sempre attenti “alle occasioni che si presentano” e quella di Mkhitaryan lo è senza dubbio. Rapporto qualità/prezzo ottimale: congeniale al gioco e conveniente. Una soluzione che piace a tutti. 

Certo, con più cautela rispetto all’entusiasmo dei giallorossi di qualche anno fa ma che al netto dei dati anagrafici merita un posto tra i colpi degni di bacchetta e cilindro. A conferirne maestria sarà come, da regola, il campo e chissà che anche questa volta più che un caso sia una regola.  

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 luglio 2022 alle 00:07
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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