E torna ad essere campionato, in un certo senso anche finalmente: superata anche questa pausa per gli impegni delle Nazionali, si ritorna a parlare di Serie A. La squadra azzurra è giustamente un patrimonio di tutti e, almeno nelle proprie intenzioni, unisce una nazione storicamente nota per i proverbiali campanili; però, una volta superate queste ultime gare di qualificazione ai Mondiali, dove complessivamente la posta in gioco non era altissima essendosi gli uomini di Prandelli già qualificati alla prossima kermesse brasiliana (anche se queste ultime due partite pareggiate contro Danimarca e Armenia son costate il posto da testa di serie nei gironi finali, non proprio una notizia positiva), torna alto l’interesse per questo campionato sin qui molto bello.

Generalmente, questi periodi di pausa sono accompagnati da una sostanziale quiescenza per quel che riguarda le notizie provenienti dai club. Ma questa volta, almeno sul fronte nerazzurro, non è stato affatto così. Perché i giorni della pausa sono stati i giorni di quella notizia tante volte annunciata e finalmente ufficializzata: l’Internazionale Football Club ha cambiato volto e proprietà. Dal 15 ottobre 2013, data che rimarrà segnata in rosso nel calendario della storia del calcio italiano, la società milanese vanta come proprietari del pacchetto azionario di maggioranza tre imprenditori provenienti dalla lontana, almeno così sembrava una volta, Indonesia, che rispondono ai nomi di Erick Thohir, Rosan Roeslani Perkasa e Handy Soetedjo. L’Inter cambia pelle, una mossa che sembra figlia anche dello statuto che recita “si chiamerà Internazionale perché siamo fratelli del mondo”, ma che nasce soprattutto dalla voglia di rilanciare una squadra sul piano italiano e anche oltre confine, in campo e soprattutto fuori.

Finalmente Thohir e i suoi scudieri hanno completato l’opera, al termine di mesi di trattative estenuanti. Il tutto annunciato nella giornata di martedì da un Massimo Moratti che a fatica, molto a fatica, ha celato la commozione nel dare la comunicazione che la fumata bianca era arrivata, dopo tanto aspettare. Commozione ma anche convinzione di avere fatto, alla fine, la scelta giusta, affidando la sua creatura a persone da lui definite “perbene, anche caratterialmente”, mentre Thohir, all’atto di presentarsi ai tifosi della sua nuova creatura, si è definito “imprenditore sì, ma anche tifoso”, e soprattutto onorato di avere ottenuto il sì di Moratti a rimanere a suo fianco come partner al 30% di questa nuova avventura. Mossa necessaria e intelligente, per aiutare il mogul a inserirsi al meglio nel panorama del calcio italiano e anche per prevenire eventuali brutte sorprese.

 Tutto si è detto, tante voci si sono sentite, in merito a questo passaggio epocale. Adesso, però, non rimane che da aspettare la reazione più importante, quella del gruppo nerazzurro. Che ha ancora nella mente il passo falso con la Roma, con l’auspicio di poterlo cancellare il più in fretta possibile, e lo vorrà già fare domani sera, nella trasferta di Torino, in quella che sarà la prima partita della nuova era. Non è ancora chiaro se qualcuno dei nuovi proprietari, arriverà ad assistere al match contro i granata; di certo sarà importante vedere come si presenterà la squadra ai nuovi arrivati, vicini o lontani che siano. Imprescindibile sarà fare una bella figura, e in questo senso la strada l’ha tracciata Mateo Kovacic, il giovane centrocampista croato ancora in attesa di dire definitivamente la sua in questo campionato.

Campionato sin qui in salita quello del talentuoso ragazzo, condizionato da quel banale infortunio che però ne ha frenato la preparazione estiva. Kovacic che domenica potrebbe essere protagonista dal primo minuto, e soprattutto potrebbe recitare la sua parte in un ruolo a lui probabilmente più congeniale come quello del trequartista, per provare a fare male lì in avanti e riuscire ad arrivare al tanto anelato primo gol con la maglia dell’Inter in gare ufficiali, il tassello che manca al suo puzzle. Soprattutto, un Kovacic che rivolge un primo pensiero, almeno tra i giocatori a Erick Thohir, auspicando di dedicargli la vittoria contro il Toro. Magari proprio con un suo gol, per una serata delle prime volte da non dimenticare: una dedica, insomma, da fare sul campo. E pazienza se qualcuno ancora si ostina a parlare di cartone…

Sezione: Editoriale / Data: Sab 19 ottobre 2013 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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