Il Milan arrivò al derby di andata dello scorso campionato in una condizione mentale simile a quella che contraddistinse la vigilia di quella stracittadina: una squadra che veniva giudicata un po’ allo sbando, con un allenatore che ancora non sembrava avere in mano le redini del gruppo, reduce da una scoppola interna contro il Liverpool che poi avrebbe dominato la fase campionato della Champions League dove poi avrebbe fatto faville l’Inter, insomma con tutti i presupposti per passare l’ennesima brutta serata al cospetto dei cugini nerazzurri. È finita che l’Inter giocò probabilmente la peggiore partita stagionale, dove la squadra è apparsa più sfilacciata che mai e dove anche lo stesso Simone Inzaghi è stato messo sotto scacco da Paulo Fonseca. La rete di Matteo Gabbia, arrivata nello sprint finale, non è stata poi alla fine un premio troppo generoso per i rossoneri.

Il Milan di inizio gennaio arrivava alla Final Four di Supercoppa con una serie di incognite infinite, in primis il freschissimo cambio di allenatore con Sergio Conceiçao che aveva preso il posto del suo connazionale solo poche ore prima della partenza per Riyadh. È finita come tutti sappiamo: due vittorie, contro Juventus prima e contro l’Inter poi, con la finale sfuggita in maniera inopinata ai nerazzurri andati avanti di due gol e ribaltati clamorosamente dall’ondata furiosa avversaria, innescata finché si vuole da quel fallo su Kristjan Asllani non fischiato alla base dell’azione che poi ha portato al gol del 2-1 ma che comunque ha colto fin troppo di sorpresa un’Inter che forse ha anche peccato di superbia pensando di aver messo le mani sull’ennesimo trofeo e invece è tornata dall’Arabia Saudita a bocca asciutta mentre altri festeggiavano fumandosi il sigaro come faceva Red Auerbach, il leggendario factotum dei Boston Celtics.

Il Milan che questa sera affronterà il terzo derby di stagione è nel pieno di una girandola di mercato con la partenza dell’ex capitano Davide Calabria e l’importante arrivo di un attaccante di sicuro valore quale Santiago Gimenez, il messicano strappato al Feyenoord giusto prima dello spareggio con i neerlandesi che varrà un posto negli ottavi di Champions League, dove la squadra di Conceiçao ha completato la prima fase con la mortificante sconfitta di Zagabria e… Ok, basta, fine delle digressioni e tifosi nerazzurri autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso fino al fischio d’inizio dell’arbitro Daniele Chiffi in programma alle ore 18. Ma era opportuno ricordare, semmai ce ne fosse bisogno, che il derby è una partita che per tradizione e per consuetudine sfugge ad ogni sorta di logica, di calcolo, di qualsiasi cosa possa rientrare nella sfera della ragione. Il derby è più romanzo epico, a volte figlio della follia che si ribella agli schemi predefiniti, degli istinti e degli istanti.

Soprattutto, il derby è una partita dove ogni capitolo è una storia a sé e i precedenti non vanno mai in campo. Questo è uno dei tanti concetti sui quali ha battuto con forza Simone Inzaghi nelle dichiarazioni della vigilia, dove il tecnico nerazzurro non ha perso l’occasione per togliersi, come sempre col suo consueto stile, un sassolino dalla scarpa in merito alle scelte degli orari delle partite di questo mese, soprattutto le nuove collocazioni del recupero della gara contro la Fiorentina al Franchi, sospesa lo ricordiamo per l’episodio di Edoardo Bove, e della sfida di Coppa Italia contro la Lazio. Inzaghi che auspicava di poter permettere ai suoi ragazzi di tirare al fiato almeno una volta e invece niente, sarà ancora una tirata continua con partite praticamente ogni tre-quattro giorni anche senza Champions. Non lo dà a vedere, Inzaghi, ma comunque considerati i ritmi forsennati mantenuti recentemente per lui si è trattato di un boccone abbastanza duro da mandare giù.

La partita di questa sera contro il Milan sarà importante perché subito dopo scenderà in campo il Napoli capolista, la squadra che pur non potendo aspirare, per ammissione del suo allenatore Antonio Conte, ad avere un mercato come quello delle big dimenticando che comunque la spesa effettuata in estate dalla società di avere a disposizione il gruppo che tanto bene sta facendo in questa Serie A ha superato il centello, ospite della Roma di Claudio Ranieri. E col recupero di Firenze ormai fissato in calendario, sarà questa la serata giusta per mettere pressione ai partenopei e provare a mettersi in corsia di sorpasso da completare in pochi giorni, anche se la freschezza fisica e mentale della squadra azzurra sembra decisamente inscalfibile. Eppure, ci si è dimenticati nelle ultime ore di questo non trascurabile dettaglio: molto delle dichiarazioni di Inzaghi è stato imbastito sul tema della rivincita, della rivalsa che l’Inter è chiamata a cercare dopo i primi due ko al cospetto dei rivali di sempre.

Ma quello della presunta rivincita è un tema mai come questa volta alquanto vacuo, e Inzaghi lo ha detto stavolta a chiare lettere: “Mi interessa fare bene in campo e capire i momenti in cui abbiamo sbagliato perché le partite sono fatte da tanti momenti e da tanti episodi e bisogna essere bravi a reagire”. E poi: “È una partita molto importante per noi ma ne mancano tantissime. Sappiamo dell'importanza della gara e dei risvolti positivi e negativi che possono avere il vincere o il perdere”. Insomma, partita decisamente importante sì sotto vari aspetti, ma che non può rappresentare una rivincita per il passato recente perché in questo momento la testa dell’Inter è rivolta a ben altri obiettivi.

Quello della rivincita è stato il tema portante tra i tifosi interisti al momento delle celebrazioni per la conquista dello Scudetto della seconda stella, arrivata alle 22.43 del 22 aprile 2024. Fu da lì che nacque il mantra nerazzurro: ‘Non c’è rivincita’, perché negli occhi degli amanti della Beneamata non può esserci vittoria che possa cancellare l’onta di uno Scudetto festeggiato in un derby peraltro col Milan padrone di casa, come avverrà stasera. Assioma al quale i milanisti hanno provato a rispondere azzardando, specie sui social, teorie di vario genere e colore. 

Il passato, però, è il passato: non è gara della rivincita come, forse, non è una partita come tutte le altre come qualcuno può pensare anche considerato il momento in cui arriva. E chi vincerà e chi perderà avrà comunque i suoi proclami e le sue arringhe da mostrare, come da sempre nell'infinita storia di una stracittadina. Ma restando ai fatti, è sicuramente una partita importante che per l’Inter può valere tanto perché in palio ci sono tre punti da seminare sul cammino per il tricolore. Derby importante che magari vedrà protagonista anche il nuovissimo arrivato Nicola Zalewski; e derby importante come tanti ne auguriamo di giocare in futuro a Filip Stankovic, al quale mandiamo il nostro in bocca al lupo dopo l’infortunio di ieri a Udine.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 02 febbraio 2025 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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