Finita la partita non è semplice riconoscere il sentimento dominante. Deluso, interlocutorio, contento, forse tutto insieme. In breve sono deluso dal risultato e dal calo di intensità della squadra dal quarto d'ora del secondo tempo, interlocutorio per aver capito una volta di più le zone del campo in cui ci sono più limiti tecnici e quelle in cui paghiamo la mancanza di esperienza e l'eccesso della stessa. Contento per aver visto il giocatore che, a meno di suicidi societari, sarà il leader della squadra nei prossimi anni, quel Mateo Kovacic, ancora acerbo in alcuni movimenti ed errori nelle transizioni ma straordinario nel dettare i tempi alla squadra e nel trovare spazi con un piede illuminato. Senza contare un maggior coraggio nelle percussioni e il tiro in porta.

La partita ha dato momenti di ottimo calcio, in altri tempi i cronisti l'avebbero definita vibrante. Lo zero a zero è del tutto casuale, quasi inspiegabile considerate tutte le occasioni clamorose da entrambe le parti. Nel primo tempo non meno di dieci azioni importanti, ma soprattutto una mancata espulsione di Britos che atterra Palacio lanciato in porta.
Per quanto non sia una sorpresa mi ha comunque stupito la capacità di Palacio di fare reparto da solo, l'argentino in quanto a movimenti è un'accademia umana, una forma di intelligenza superiore che sfrutta la sua agilità supplendo ai centimetri che ha invece Icardi. Tra poco parliamo di lui ma al momento sono concentrato più sui complimenti. E a proposito di questi il primo tempo di Cambiasso è uno spot sulla sua importanza anche per la prossima stagione. Il problema è la tenuta. Quando cala lui la squadra si appiattisce, indietreggia, perde personalità e delega l'iniziativa al Napoli.

Questa partita aveva un valore ulteriore per la ricerca delle certezze, ed è ora che una di queste sia indiscutibilmente Ranocchia. Ha più classe di ogni compagno di reparto, maggior visione di gioco e finalmente quel temperamento in cui difettava. Dopo Inter-Napoli va invece registrata l'immaturita di Icardi che mostra il suo carattere quando viene sostituito giustamente da Mazzarri e ha una stizza che non può ancora permettersi di mostrare. La sua gara non entusiasma per quella assenza di senso tattico, l'incostanza nel difendere il pallone e nel cercare il fraseggio. E se non segna tutti questi difetti di produzione emergono più prepotentemente. L'Inter palesa difficoltà sulle fasce, D'Ambrosio è un buon giocatore ma come Jonathan non adatto a una squadra che vuole puntare a vincere qualcosa di importante. Andreolli come tutti i giocatori che non giocano mai, quando viene improvvisamente impiegato incorre in errori banali ma nel corso della partita è cresciuto e ha salvato tutto entrando duramente, pur senza fallo, sul povero Higuain.

Hernanes continua a deludermi. Non incide, va a sprazzi e non è il leader che tutti speravano. Qualcuno sostiene che il suo anno sarà il prossimo e voglio dargli retta. Alla fine l'Inter ha giocato una buona partita ma Mazzarri deve trovare il modo di tenere la stessa intensità per 90 minuti e non solo per un'ora. L'ultima mezz'ora è stata una sofferenza e il Napoli sembrava averne di più. Questione di approccio, di età e di limiti tecnici. Intanto, in fase di calciomercato, riguardare questa partita potrebbe essere illuminante per gli uomini mercato dell'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 aprile 2014 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
vedi letture
Print