Analizzare la sconfitta del Dall’Ara non è semplice. Il risultato, come sempre, condiziona i giudizi. I numeri non raccontano tutta la verità. Gli episodi accaduti di certo non possono essere considerati usuali. In più la classifica, il dover vincere per forza, l’essere passati da favoriti a quelli che non hanno più il proprio destino nelle mani, influiscono su una disamina chiara e puntuale dell’Inter. Probabilmente, come spesso capita, c’è un po’ di verità in ogni teoria espressa.

Partiamo da quella più semplice. Il gol partita del 2-1 è una chiara papera di Radu. Un errore che potrà costare il campionato e anche la carriera al ragazzo. Ma è vero che quando sbagliano i portieri, è quasi sempre gol degli avversari, mentre quando capita agli attaccanti, il risultato resta immutato. La stagione scorsa per TuttoSport ebbi la fortuna di intervistare Andreazzoli. L’attuale mister dell’Empoli aveva allenato Ionut al Genoa, secondo lui il rumeno "aveva sempre mostrato disponibilità al gioco, quello che ora è richiesto particolarmente ai portieri: il lavoro con i piedi”. Ergo, la tecnica c’è, l’errore è quello che ti capita una volta, forse, nella vita. Ma almeno così si può smontare la teoria che Radu quasi non avesse i mezzi tecnici per controllare un pallone così semplice.

Passiamo all’abitudine allo scendere in campo. Sicuramente quella sarebbe servita. Ma in ogni squadra ci sono tre portieri. Uno che gioca sempre, uno che non vede mai il verde, uno che lo fa all’occorrenza. Nessuno saprà mai se si sarebbe potuto evitare l’errore di Bologna giocando contro Roma e Milan in Coppa Italia. Tant’è. L’aspetto positivo della vicenda è che Dumfries, per proteggere un suo amico prima che compagno di squadra, si è messo davanti alla telecamera per evitare una sorta di voyeurismo che avrebbe mostrato un ragazzo in grande difficoltà. Bravo l’olandese, come Cordaz, Correa e tanti altri a supportare Radu. Uomini veri. Come Inzaghi, che nelle interviste post partita ha parlato di “futura brillante carriera” per l’estremo difensore.

A proposito del mister nerazzurro, ha ragione quando sostiene che l’Inter avrebbe dovuto siglare la rete del 2-0. Come anche che il Bologna non sia mai entrato in area nella ripresa. Ma se si deve fare un plauso per l’approccio alla gara, va anche sottolineato come troppe volte in questa stagione Lautaro e compagni non abbiamo chiuso la partita quando potevano e dovevano. Ultimamente il registro era cambiato, ma si sa, il calcio non dimentica mai. E se non impari dai tuoi errori, quando meno te lo aspetti questi ritornano e presentano il conto. E la troppa frenesia del dover tornare in vantaggio ha influito eccome sulla testa dei nerazzurri.

Adesso l’entusiasmo del Milan (giustamente) è a mille. Lo stato d’animo dell’Inter ai minimi storici. Il realismo della situazione impone di pensare che al momento solo i rossoneri, forse, possano perdere lo Scudetto. E se tu lo hai regalato c’è pure poco da dire. Ma in un campionato così volubile, dove succede tutto e il contrario di tutto, i nerazzurri hanno il dovere di vincere le ultime quattro. Dovessero farcela non ci sarebbe nulla da dire. L’importante è fare il proprio dovere e continuare, nonostante tutto, a crederci. Magari è finita, magari no. L’Inter pochi giorni fa ha surclassato il Milan con tre schiaffi e una vittoria senza appello. Oggi il Diavolo è più vicino al Tricolore. Ma basta un dettaglio perché la situazione si capovolga ancora.

Un po’ come accaduto per i presunti torti arbitrali. Tonali spinge a due mani Acerbi e insacca. Non sono io, ma il regolamento che vieta di farlo, non è una spallata! Soriano commette un netto fallo su Perisic e il Bologna trova l’1-1. Due falli evidenti, il VAR muto, come Pioli. Attenzione: nessuno sostiene che Guida e Doveri abbiano deciso volutamente le gare. Resto dell’idea che se vuoi diventare campione d’Italia, vinci a Bologna. E che la fame di vittoria del Diavolo sia stata premiata in quel di Roma. Ma sorrido nel pensare che pochi giorni fa tutto, o quasi fosse falsato, mentre oggi, nonostante due palesi errori che evidentemente hanno inciso sulle gare, sia passato tutto in cavalleria.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 29 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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