L'intervista di Sulley Muntari al Corriere della Sera di ieri rappresenta in una stagione tanto disgraziata quale quella che stiamo vivendo un episodio oltremodo minore, il cosidetto calcio del somaro, sorpendente, non solo per i modi diretti e, diciamolo, oltraggiosi, del contenuto, ma anche e soprattutto in quanto resa da un calciatore dal quale ci saremmo aspettati di apprendere invece che ha in casa, all'ingresso, un monumento equestre con i bronzi di Moratti e dirigenti tutti a bordo dello stesso cavallo. Acquisito nel mercato invernale rossonero per completare una terna di esteti della pedata coi gia' in organico Van Bommel e Flamini -gli unici che la Panini raffigura anche di profilo-, il centrocampista ghanese aveva da tempo fatto capire persino ai sordi che di strada -per cambiare aria dagli ammorbanti gas tossici sprigionati dai torbidi sottoscala di Appiano- ne avrebbe fatta ben poca. Aveva rifiutato volta a volta tutte le destinazioni proposte dalla societa' per una sorte adeguata, ovviamente, a partire dal suo tornaconto economico. Partire, appunto. Verbo dalla declinazione ostica per l'esodato ante litteram, sebbene il viaggio prenotato non sarebbe avvenuto con una disagevole littorina ma in classe extralusso.

In barba a tutto, compreso l'art. 18, il colored ha quindi potuto disporre a piacimento della dirigenza per un suo sì al trasferimento per almeno un anno e mezzo, comportandosi come Bertoldo, condannato a morte che reclama di esercitare il diritto all'ultimo desiderio "voglio scegliere l'albero a cui saro' impiccato". Sono ancora in giro a cercare quello giusto. Poi sulla sua carta di circolazione l'annotazione del trapasso accettato. La nuova proprieta' finalmente appaga il cingolato al punto da motivarlo da subito a rilasciare dichiarazioni da 25 aprile o giu' di li'. Quanta gioia per il Bengodi infine accarezzato, anche se ha dovuto attendere il gol al Bentegodi per vuotare coraggiosamente il sacco, mulinando la durlindana proprio contro chi, per sistemarlo alle sue condizioni, si era esposto al rischio dell'impopolarita' immediata e del ludibrio mediatico postumo. Troppo impegnato a raccogliere la Manna che dal cielo precipita senza posa su Milanello, non ha avuto modo di dare un'occhiatina all'album di famiglia, disponibile per i visitatori del luogo. L'avesse fatto, si sarebbe imbattuto nell'arcigno volto di Kakhaber Kalazde, trattato a lungo come un peso morto, anzi come uno di quelli-perche' era in corposa compagnia- che in forza di un contratto divenuto abusivo, ancorche' regolarmente firmato, facevano ricadere sulla societa' oneri tali da assorbire la provvista per le esigenze di mercato.

Beh, ammetterai, nessun Branca e' mai arrivato a tanto, caro Muntari. Egli invece ha salvaguardato la tua immagine pubblica evitando anche solo le allusioni che ti avrebbero potuto danneggiare, rendendoti immune quindi anche dalle potenziali attenzioni  dei tifosi, tra cui non mancano, come sai, le teste calde. E, visto che ci siamo, una preghiera. Quando incontrarai da avversario quel difensore georgiano chiedigli come si fa ad avere la pulizia morale e "le palle" per ribellarti al datore di lavoro quando non e' ancora l'ex datore di lavoro. Non risulta infine che tu abbia dovuto richiedere il cro di un bonifico ritardatario, la premurosa banca nerazzurra ti e' stata sempre vicina. Ma che te lo dico a fare? Il tuo motto e' chi e' esodato, ha dato, ha dato, chi ha avuto, avuto, avuto, scurdammoce 'o passato simme 'e Ghana paisa'. Ognun per se', dunque, e Dio per tutti, compreso quello vendicativo a cui dici di credere. Con la speranza che Alberto Costa si ricordi di farti il tagliando o una revisione tra qualche tempo. Perche' nel caso Dio fosse veramente come lo descrivi tu....

Visto il periodo, sarebbe piu'stimolante trattare dell'8 per mille alla Chiesa Valdese che del rapporto contrattuale in via di scioglimento tra A.Del Piero e la sua societa'. Ma ci tocca, per l'ennesima volta. In tutti questi anni le ha provate tutte. Il culmine sembrava averlo raggiunto con il video dalla grotta afghana con cui aveva rivendicato l'azione ardimentosa di inviare una richiesta di prolungamento in Corso Ferraris  Gli Agnelli e cognomi collegati come e' noto non avevano gradito. Ecco quindi la svolta, e il ritorno al cartaceo. E in grande stile. Con una campagna a tema su quotidiani e riviste disposte ad ospitare le lacrimevoli valutazioni dell'arzillo coscritto di molti commentatori tecnici di Sky. L'esordio su Vanity Fair e' in archivio.
Da intercettatori di vaglia siamo entrati percio' in possesso degli stralci salienti delle prossime uscite.
Da "Taglio e cucito" 23/4 "non mi sarei mai aspettato di essere tagliato cosi'" - Panorama 27/4 "non potrei mai svegliarmi e vedere un panorama senza la Mole" - Trotto Sportsman 30/4 "avrei preferito che Andrea mi avesse detto: "datti all'ippica!". Il Tempo 3/5 "non credo di aver fatto il mio tempo". Fermiamoci qui. Il popolo bianconero esprime, fazzoletto alla mano, una solidarieta' al suo campione che non puo' lasciarci indifferenti. Anzi, noi andiamo oltre. Caro Agnelli ci faccia un favore: gli faccia un quinquennale, liberi anche noi da questo strazio. E si ricordi di destinare l'8 per mille alla Chiesa Valdese. O no?

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 aprile 2012 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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