La marcia continua. L'Inter batte anche il Catania in casa, un 2-0 netto che fa assaporare i piani alti della classifica. Analizziamo la sfida... da Zero a Dieci.
ZERO a chi voleva rottamare le due colonne argentine dell'Inter, Esteban Cambiasso e Javier Zanetti. L'anno scorso la tesi era condivisa da tanti, quest'anno ci avevano provato. Ma Andrea Stramaccioni va per la sua strada e con Javier e il Cuchu in campo insieme, vince sempre. Parlano i numeri. I rottamatori, invece, sono spariti.
UNO è il gol nel mese di ottobre di Diego Milito da quando è all'Inter. Era il suo primo anno in nerazzurro quando purgò il Palermo, da quel momento ottobre è stregato. Diego, però, anche contro il Catania dà segnali incoraggianti: svaria in attacco e punge più volte, si muove sempre bene. Manca la zampata finale. Arriverà, molto presto. Ci sono ancora Partizan, Bologna e Sampdoria per sfatare il tabù. Altrimenti, per la prima gara di novembre si va a Torino. Il ruggito del Principe si sente. Non diciamo altro...
DUE sono le palle gol per Ricardo Alvarez. La prima la fabbrica in casa con un bel colpo di suola ma poi spreca, la seconda la sbaglia perché temporeggia con un tocco di troppo. L'argentino non sfigura, ma davanti ad Andujar è decisamente troppo tenero. Occasioni che potevano costare caro. Pochi minuti dopo, Palacio al volo col mancino disintegra la porta e quasi gli indica la via. Si fa così. Aspettiamo anche Ricky all'appello del gol.
TRE punte, oggi, per Andrea Stramaccioni. Il tecnico, a sorpresa, sceglie di tenere fuori Coutinho e lancia il tridente pesante. Ecco quindi Palacio (rispolverato) con Cassano dietro a Milito. Rodrigo fa il jolly, Antonio affianca il Principe, Diego è il riferimento con mobilità. Risultato decisamente positivo, perché l'Inter non perde l'equilibrio e riesce a trovare sempre la soluzione giusta per far male al Catania. Esame passato, aspettando altri test.
QUATTRO i punti che distanziano l'Inter dalla vetta della classifica. Perché adesso guardare in alto è normale, anche stimolante, seppur si debba fare con assoluta consapevolezza di non valere ancora la Juventus che non si ferma mai. L'Inter però ha capito qual è la strada giusta. Con i riflettori spenti e tanta umiltà non ci si deve precludere nulla. Perché quatto punti, con due scontri diretti da giocare, possono anche essere pochissimi.
CINQUE sono le vittorie consecutive per l'Inter. Oggi con il Catania è arrivata la cinquina, tra campionato e Europa League. Tutte vittorie centrate con la difesa a tre e l'equilibrio ritrovato. Stramaccioni ha individuato la retta via, fermarsi adesso sarebbe un delitto. Perché il meglio deve ancora venire.
SEI all'onesto Catania che si è presentato a San Siro. Almiron e Lodi a centrocampo, tre punte davanti, un gioco frizzante e votato all'attacco senza alcuna paura e con quel Marchese che ha creato non pochi grattacapi a Stramaccioni, schierato da terzino sinistro. Insomma, onore a Rolando Maran: il Catania si è dimostrata compagine di ottimo valore.
SETTE milioni e mezzo più Antonio Cassano per Giampaolo Pazzini. Non saremo mai stanchi di ripeterlo. Perché Antonio segna ancora, si prende l'ovazione di San Siro e all'Inter è il ritratto della felicità. Si sente leader, coinvolto, perennemente decisivo. Dall'altra parte di Milano, dove le temperature sono polari (-11!), il Pazzo resta chiuso in una bolla negativa da cui non sa più uscire. Proprio come tutto il suo Milan, quello che ha fortemente voluto. Peccato che si siano dileguati quelli che chiedevano chi avesse fatto l'affare tra le due società e quelli che erano titubanti a proposito di un arrivo di Cassano all'Inter. Riposate in pace, insieme ai rottamatori degli argentini. Per fortuna, i fatti parlano anche per Antonio da Bari. Con buona pace di Prandelli.
OTTO è Rodrigo Palacio. Il suo numero, quello che a San Siro mancava da troppo tempo, scorazzante in attacco. Rodrigo è arrivato coi migliori auspici, poi il problema muscolare avvertito con la nazionale argentina lo aveva frenato. Contro il Catania dei suoi connazionali, Palacio si riprende la scena: è una scheggia impazzita in attacco, cerca soluzioni dall'esterno e non si stanca veramente mai. La perla del due a zero e il suo boato sono una delle cartoline più belle del pomeriggio del Meazza, ma anche per le sfide che verranno. Bentornato, Rodrigo.
NOVE alla sicurezza ritrovata per la difesa dell'Inter. Le pecorelle smarrite che ricordiamo contro Roma o Siena sono ormai tramutate in colonne. Perché il lavoro di tutta la squadra è più omogeneo da quando si è passati alla struttura con difesa a tre, l'equilibrio regna sovrano e i centrali gestiscono con più facilità la fase difensiva. Aspettando Chivu, intanto, Ranocchia, Samuel e Juan sono praticamente intoccabili. L'Inter anche contro le tre frecce del Catania non ha preso gol. Chi li muove, quei tre?
DIECI alle lezioni del professor Andrea Stramaccioni. Perché in campo propone l'Inter ideale per fronteggiare questo Catania, senza timore di spingere con tre punte, garantendo quantità in mediana e piazzando Obi per disinnescare il destro del Papu Gomez. Fuori dal campo, invece, non si lascia prendere dalle provocazioni di alcuni personaggi e risponde uscendo con eleganza rara da situazioni intricate. Sempre difendendo la sua Inter, perché dalla graticola si è passati alla gloria, e sempre proponendo certezze tattiche impeccabili. Date tempo al professore, perché dentro e fuori dal campo, Stramaccioni ci sa fare.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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