Matteo Politano fin qui le ha giocate tutte: 25 su 25. "Non me l’aspettavo, l’Inter mi sembrava un salto così grande...", dice alla Gazzetta dello Sport l'ex Sassuolo, diventato in poco tempo uno degli alfieri di Spalletti. Politano ha parlato parecchio alla rosea, ecco qualche stralcio.

Si sente al top?
"Al top non ci si arriva mai. Ho la fortuna di giocare vicino a grandi campioni, non posso che crescere".

Ok. Dove?
"Nel numero di gol, non ne ho mai fatti tanti, la stagione scorsa al Sassuolo è stata un’eccezione, perché avevo un altro ruolo. Devo cercare di segnare di più, essere più cattivo quando mi capita l’occasione. Su questo sto lavorando tanto".

Dica una cosa in cui è diverso Spalletti dagli altri allenatori.
"Parla tanto con noi calciatori, la sua idea di calcio ti entra in testa e non esce più. Ho sentito subito la sua fiducia, è uno che ti fa pensare “per questo darò sempre tutto”. Ho vissuto la sua prima Roma da tifoso, per me era un punto di arrivo, è stata una delle Roma più belle di sempre, mi fermavo a vedere di nascosto i suoi allenamenti, erano uno spettacolo".

Se le dico Stramaccioni?
"Senza di lui non sarei qui. Stavo pensando di smettere con il calcio, dopo un anno senza mai vedere il campo nei Giovanissimi Nazionali. A 16 anni pensavo di prendere un’altra strada. Poi è arrivato lui, dopo un mese ho iniziato a giocare e non ho più smesso. Lo porterò sempre nel cuore".

Giochino di inizio anno: più facile che nel 2019 lei diventi papà o l’Inter vinca l’Europa League?
"Più semplice l’Europa League, per diventare papà c’è tempo, faremo le cose con calma".

Davvero l’Inter può farcela?
"Ci crediamo, il Chelsea è la rivale più forte con cui ce la giocheremo. Ma siamo forti e possiamo arrivare in finale".

Cosa non è andato col Psv?
"Siamo partiti male e gli avversari hanno trovato la miglior serata del girone. E’ il rimpianto più grande di questi mesi".

A Eindhoven lei fece divertire il pubblico prendendo al volo una birra lanciata dagli spalti.
"Parlavo con l’arbitro, mi arrivava addosso di tutto, non sapevo dove guardare. Mi giro e osservo con la coda dell’occhio questo bicchiere, il gesto istintivo è stato di allungare il braccio, la gente è impazzita. La cosa è diventata pure un challenge sui social con i ragazzi degli Insuperabili: con loro ho un rapporto bellissimo, cerco spesso di organizzare eventi con Padelli e Ranocchia".

Quanto fu vicino al Napoli un anno fa?
"Tanto. Ci rimasi malissimo, quel Napoli era in lotta per lo scudetto. Pensai che la mia grande occasione era passata. Mi rodeva. Poi mi sono detto: lavoro e testa bassa, qualcosa succederà ancora. E infatti eccomi qua".

De Laurentiiis disse, dopo qualche settimana: «Meno male che non è andato in porto l’affare, sarebbero stati soldi buttati».
"Sì, mi ha ferito, non ha detto belle cose. Ma è acqua passata, magari era solo uno sfogo di uno che si era visto sconfitto in una trattativa".

La sa che l’Uefa l’ha inserita tra i 4 migliori calciatori nel rapporto tra costo e rendimento?
"Sì, ma sto già pensando allo step successivo: voglio vincere un trofeo con l’Inter, è il regalo che voglio per il mio 2019".

Intanto avete sette punti di vantaggio sul quarto posto.
"La classifica è buona, il nostro obiettivo è avvicinare il Napoli e comunque fare meglio del quarto posto di un anno fa".

A Empoli si è rivisto Nainggolan, dopo la punizione. Lei è un suo amico, che effetto le ha fatto?
"Radja è fortissimo, per l’Inter è fondamentale, sarà decisivo averlo al nostro fianco. E poi così in ritiro mi diverto di più".

In che senso?
"Alla Playstation giochiamo sempre a Call of Duty, lui è il più forte di tutti".

Che effetto le fa avere un presidente come Zhang praticamente coetaneo?
"Fa impressione. Steven è un ragazzo come noi, ma è sempre presente, un riferimento. Mi ricordo il giorno in cui firmai il contratto...".

Cosa le disse?
"Che l’avevo fatto inc... con il gol a San Siro alla penultima giornata. “Ti dovrai far perdonare”, e mi salutò".

Sezione: Copertina / Data: Sab 05 gennaio 2019 alle 08:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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