Un'icona non solo dell'Inter, non solo del calcio italiano ma del pallone a livello mondiale. Beppe Bergomi oggi festeggia 60 candeline e a guardarlo bene sembra che per lui il tempo si sia fermato, perché ne dimostra sempre molti meno. Ospite degli studi di Sky, lo Zio ha rilasciato un'intervista molto personale: "Il baffo non tornerà di sicuro! Stamattina ho iniziato a festeggiare con una colezione compleanno, ho convocato un po' di amici perché la giornata è lunga. Stasera poi starò con la famiglia".
Poco fa sono arrivati gli auguri di Nicola Berti.
"Mi ha detto: 'Non voglio scrivere niente, voglio sentire la tua voce'"
Interviene poi Fabio Caressa in diretta per fare gli auguri all'amico Bergomi.
La prima cosa che metti dentro di questi 60 anni?
"Tante cose. Ho scritto un libro, 'Bella Zio', in cui racconto tante cose della mia giovinezza nel calcio, i provini, l'esordio nel settore giovanile, il titolo mondiale a 18 anni. Il talento da solo non basta, bisogna fare fatica per i risultati perché nessuno ti regala nulla. Ma quelli erano grandi campioni che mi hanno aiutato tantisssimo, con un maestro come Bearzot. Mi vengono in mente l'esordio con l'Inter con Bersellini e il Mondiale del 1982. Quando indossi la maglia azzurra hai sensazioni uniche".
Hai fatto il provino a Rogoredo, vicino qui.
"Noi avevammo un distributore di benizina e un autonoleggio, mio padre era milanista. Ma a 13 anni ho detto a mia madre che sarei andato all'Inter, nel provino fatto mi era piaciuto tutto. Ero con Riccardo Ferri, siamo arrivati insieme. Quando l'Inter vince lo scudetto nel 1980 ero in curva con la bandiera. Avevo anche già esordito in prima squadra e pian piano sono entrato in quel gruppo".
Hai fatto un provino anche per diventare commentatore.
"Sì, ero ancora indeciso su cosa fare da grande, se smettere di giocare completamente o continuare. Sono venuti da me in montagna, mi hanno detto che sono esperto di tattica e calcio internazionale. Allora abbiamo provato, commentando uno Juventus-Milan io e Fabio (Caressa, ndr). Sono stati bravi a farmi fare questa partita!".
Caressa aggiunge: "Abbiamo commentato solo il primo tempo, la prova va benissimo e dopo un tempo dico a Beppe che va bene così. Quando siamo usciti c'era l'eclissi totale di sole e in tempi antichi significava qualcosa. Questo ci ha convinti che avremmo fatto grandi cose insieme".
Bergomi aggiunge: "Con Fabio c'è un'amicizia, gli voglio bene ed è reciproco. Fuori non ci vediamo quasi mai ma abbiamo passato tanto tempo insieme in trasferta, sempre in simbiosi. Sappiamo tutto l'uno dell'altro. Lui mi chiama, se rispondo dopo 2 giorni non dice nulla. Stessa cosa io con lui. Siamo caratteri diversi che vanno bene insieme".
Fabio, tu hai anche raccontato Beppe in campo.
"Sì, come no. La cosa scattata tra me e lui è stata in una trasferta a Birmingham contro l'Aston Villa. In pullman gli argomenti erano stati Paul Ince senza calzini e il calcio internazionale. E ho scoperto che sapeva tutto, sapeva esprimersi in poco tempo e in modo chiaro. Questo mi ha convinto che era l'uomo giusto, siamo stati fortunati".
Arriva poi il videomessaggio di auguri di Zanetti: "Lo Zio mi ha aperto le porte all'Inyter, mi ha fatto capire cosa vuol dire indossare questa maglia, difenderla, portare la fascia. Lui sa che gli voglio molto bene".
Poi è il turno di Cambiasso: "Sei sempre giovanissimo, ti ho ammirato da calciatore e ancora di più dopo averti conosciuto come persona".
Seguono poi gli auguri dei suoi colleghi, vecchi e nuovi, a Sky: Minotti, Marchegiani, Chiellini.
Come ti sei rapportato con il concetto di esempio?
"Quando indossi la fascia di capitano pensi di essere sempre un esempio positivo per i giovani, per chi arrivava all'Inter come Zanetti. Lui arrivò con Rambert, alla presentazione alla Terrazza Martini ero lì. Al primo allenamento ho detto: 'Questo da dove arriva? Un fenomeno'. Ha fatto una carriera incredibile. L'esempio per me è sempre stato importante per far capire i valori. Come telecronista sono stato uno dei primi, a Tele+. A 60 anni mi piace mettermi in gioco, migliorarmi, cercare di essere al passo con i giovani che arrivano da dietro. Così come mi stimola molto seguire i ragazzi dell'U17 dell'Accademia Inter. Sono le cose che amo fare e ho ancora voglia di crescere".
E' il turno degli auguri di Riccardo Ferri: "Ci siamo consociuti 47 anni fa e per noi è stato un percorso straordinario, fatto di tante emozioni, soddisfazioni, gioiie e tanti dolori. Sei stato un compagno di viaggio straordinario".
Avete iniziato insieme, a 14 anni.
"Il primo giorno, pullman in piazzale Lotto che ci portava all'allenamento, ci siamo trovati sedutio uno di fianco all'altro. L'allenatore Arcadio Venturi si gira e dice agli altri: 'Dovete prendere esempio da quei due lì'. Perché avevamo i capelli corti. E all'epoca era importante. Riccardo è un fratello, l'ho visto 5 giorni fa. Lui è arrivato leggermente dopo di me per un infortunio. Per me è stato importante nell'Inter e in Nazionale. Sono felice per quello che sta facendo, un ruolo importante in nerazzurro ma lo fa con semplicità. Anche lui è un esempio".
Ci sono poi altri messaggi, legati al Mondiale '82: Di Canio, Capello, Marocchi.
Stando a quel Mondiale, chi ti disse che avresti giocato la finale?
"Tardelli, alla rifinitura al Bernabeu, mi disse: 'Preparati bene che domani devi marcare quello biondo'. Era Karl-Heinze Rummenigge. Chiesi a Marco chi stesse male, perché dovevo giocare io. Il giorno dopo Bearzot mi disse che se Antognoni non ce l'avesse fatta avrei giocato io. E così è stato".
Arrivano poi gli auguri in video di Del Piero, Orsi e Quagliarella.
Ti rivedi in qualche giocatore?
"Oggi, se devo scegliere è Giovanni Di Lorenzo. Serio, non sbaglia una partita, sempre attento nel Napoli e nella Nazionale, mai banale nelle interviste. Nel recente passato ho pensato che Barzagli mi assomigliasse per caratteristiche".
Tocca a Costacurta inviare i suoi auguri a Bergomi, con richiesta: "Puoi rifarci vedere i tuoi baffi almeno per il tuo compleanno?"
Hai già risposto su questo.
"Voglio bene a Billy, grande avversario in campo e anche nel padel. Nel mondo del calcio, anche se non senti un compagno da tempo, appena lo vedi capisci che c'è un legame forte. Quando ti comporti bene tutti tornano".
Oggi tra gli amici di Sky mancano due messaggi e sicuramente sai chi sono.
"Sì, ci ho pensato. Con Gianluca Vialli e Paolo Rossi ho passato una parte della mia vita sia sul campo come avversari che come compagni in Nazionale. Con loro ho anche condiviso tante giornate a Sky. Ci mancano. Sono volati in cielo troppo presto. Due persone speciali con grandi valori, anche loro sono stati esempi. Ricordarli mi sembra giusto".
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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