Gli efficienti "bitumatori" nerazzurri sono reduci da un eccellente lavoro di asfaltatura realizzato a domicilio su dei concorrenti cittadini. Costoro erano capeggiati financo da un regista-terzino nonché da un tecnico ora bisognoso come non mai di un bagno di umiltà: per quello nella soda caustica - la lingua, di sicuro - "valuterà" eventualmente la Curva Sud Milano o chi per essa... Dunque i rivali della stracittadina, tranne i soliti 2 o 3, sono stati presto derubricati a poco più di un'accozzaglia di volenterosi giardinieri pubblici al soldo comunale pardon, di un Cardinale venuto dall'America... Peccato solo che nel cantiere milanese si sia avvertita l'ingombrante presenza del solito umarell di Fusignano, che non ha mancato di confermare le sue rare doti di ipoveggenza... Ci si culla ogni volta con la fervida speranza che il soggetto - nel delirio greco-latino dell'Ipse dixit (la verità assoluta) che lo contraddistingue - non arrivi a rifarsi ad una tipica espressione in romanesco: "Me pòssino cecàmme!". "Giusto" per certificare che quanto asserisce o scrive in roseo stile corrisponda, appunto, alla pura realtà. Se idealmente ciò avvenisse, sarebbe quanto meno la fine - agognata da molti - delle sue pensose esternazioni antinerazzurre... Scorrendo poi il fitto calendario dei loro lavori stagionali, prima di fermarsi, da buoni cristiani, ad Empoli - così da far contento anche il Carlo Levi di lassù (nonostante la licenza sulla toponomastica da Eboli ad Empoli...) - ai nerazzurri tocca, però, subito una tappa copetera in quel di San Sebastian, nei Paesi Baschi.
Come giudice-arbitro è stato designato un fischietto inglese, tal Oliver, per il quale si presume che, dopo i famosi strali subiti in passato dall'attuale capo delegazione azzurro (Buffon) - per via di certi bidoni scambiati per muscoli... - abbia finalmente imparato a fare la differenziata. A giudicare dal suo unico e recente incrocio coi nerazzurri al da Luz di Lisbona, sembrerebbe proprio così (rigore accordato all'Inter, anche se con l'ausilio del VAR: mica per intercessione di Piero...). L'appuntamento continentale richiede, però, un minimo cambio d'abito per indossare indumenti più consoni e regali. Giusto perché si deve prendere parte alla prima di una serie di gare per concorrere all'aggiudicazione di un prestigioso appalto europeo, per giunta ospiti di UN Real in versione femminile: LA Sociedad. Sì, perché in Spagna (quasi) tutti i Real, per antonomasia o, meglio, per storia nazionale o altro - dai blancos di Madrid agli andalusi del Betis (Balompiè) di Siviglia - si considerano da sempre squadre maschie, alle quali anteporre inderogabilmente l'articolo di genere "il". Invece questo club - forse proprio per marcare la differenza con società omonime o per le storiche aspirazioni separatiste del popolo basco o, semplicemente, per rispettare la grammatica spagnola ('sociedad' è sostantivo femminile) - femmina, evidentemente, lo nacque. Per dirla con Totó.
Al momento, per fortuna non sussiste alcun timore che anche nelle terre basche possa comparire sulla scena pubblica un qualche generale con velleità letterarie, desideroso di riscrivere le regole della "normale" convivenza civile attraverso un "editto" con molti passaggi omofobi, razzisti e sessisti. Essendo successo, invece, proprio sul suolo peninsulare, resterà solo da chiedersi se un domani costui potrà eccepire anche sulla grammatica d'oltralpe, predeterminando magari il sesso dei Real altrui: con "batacchio" o senza? Al massimo, nella nazione iberica potrebbero ricordare con terrore solo quel golpe fallito nel 1981 con la comparsa pardon, con l'irruzione armata nel Congresso dei Deputati di Madrid del tenente colonnello Tejero, un militare evidentemente nostalgico del franchismo...
A proposito: nessuno toglie dalla testa del sottoscritto la convinzione - ecco un altro nesso con i nerazzurri - che la mancata sanzione UEFA al Real Club madrileno (sconfitta a tavolino per 0-2) - per quella biglia tirata in testa a Capitan Bergomi durante la semifinale di ritorno Real M. - Inter della Coppa UEFA 1984-85 - fosse da ascrivere ad un rigurgito di ingerenza del potente regime dittatoriale franchista presso la UEFA. Per quanto fosse decaduto già 10 anni prima (1975) con la morte del Caudillo. Del quale erano ben note le simpatie e le storiche commistioni con il club madrileno più prestigioso. Chiusa la (noiosa? Si spera di no!) parentesi storiografico-nerazzurra, ecco dunque Simone Inzaghi approcciarsi al meglio al nuovo corso europeo dopo i più che soddisfacenti Erasmus dell'ultimo biennio. Peccato per l'infortunio di Calhanoglu: l'aspetto positivo della questione potrebbe essere quell'opportunità di impiego da titolare per Asllani, con la terra basca che in Champions potrebbe restituirgli ciò che quella catalana gli aveva tolto nel clamoroso 3-3 col Barça dello scorso ottobre. Intanto non è da tutti ricevere - declinati anche al presente - i più sinceri complimenti arrivati ad Inzaghi da alcuni prestigiosi colleghi di Champions: l'anno scorso da Klopp (Liverpool) ed ora, rinnovati, anche da Guardiola (Man. City). Pep, ad essere sinceri, aveva fatto in passato un endorsement meno alato per gratificare un altro collega italiano.
Con la metafora odontoiatrica usata sul conto di Gasperini: "Affrontare la sua Atalanta è come andare dal dentista, si soffre sempre”. È più o meno la stessa allegoria, di dubbio gusto (parere personale) - dopo quella, dimenticabile, sulla "obbligata" RSA nerazzurra... - adoperata dal direttore del Corsport come titolo del suo editoriale di domenica: "Il dentista del derby", riferito ad Inzaghi. Ma se qualcuno avesse avuto dei dubbi su cosa pensi Zazzaroni dei nerazzurri - una sorta di Sacchi diversamente capelluto - gli sarebbe bastato anche solo ascoltare il suo contraddittorio contributo (si fa per dire!) a Pressing di domenica notte, in cui è riuscito a dire, rimanendo serio, che "(....) nel derby c'è stato un harakiri del Milan". Certo, come no! In ogni caso - facendosi beffe di cotante e persistenti pronunce avverse - si può star sicuri che il fido scudiero romano Frattesi - dopo il suo gesto delle 4 dita, "moralizzato" a sproposito - non mancherà di incitare il suo tecnico con un'altra stilla "rubata" dall'armamentario tottiano: "Daje Simo'!".
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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