“O gioco o me ne vado”. Sì è espresso in questo modo Patrick Vieira, nella sua ormai abituale confessione mensile all’Equipe, nelle quali non risparmia invettive all’Inter. È scontento, il francese. Dice di giocare poco, vorrebbe farlo di più e con più continuità, per non perdere anzitempo la speranza di essere convocato per i Mondiali sudafricani.

Ebbene, se Vieira si trova in questa infelice condizione il merito o il demerito – dipende solo dai punti di vista – è solo suo. Mourinho era stato chiaro alla fine della scorsa stagione comunicandogli che non faceva parte del progetto tattico dell’Inter 2009-10. E poi, diciamola tutta, era stato invitato più volte dalla dirigenza a trovarsi un’altra squadra. E non da quest’anno…

Anche all’indomani dell’esonero di Mancini, il francese era stato messo alla porta, ma complice un ingaggio altissimo (5,8 milioni annui), complice un’età non più verdissima (33 anni compiuti lo scorso giugno), complice una condizione fisica precaria (molteplici infortuni muscolari che hanno minato la sua integrità fisica) mai una squadra si era resa disponibile ad accogliere l’ex gunners nelle proprie fila.

Paradossale, poi, l’ultimo mercato, con l’Inter che gli aveva regalato il cartellino (sperando vivamente di risparmiare l’ingaggio annuale) e con il giocatore e il suo entourage alla disperata ricerca di un team: prima il Paris Saint Germain, poi il Lione, poi il Manchester City. Insomma, tanti abboccamenti, sondaggi, telefonate, pressioni, ma alla fine nulla. Nulla di nulla. E allora, il cambio di rotta: “Rimango all’Inter sicuro di giocarmi le mie carte e conscio di poter andare ai Mondiali grazie alle prestazioni positive in maglia nerazzurra”.

Sappiamo tutti come è andata a finire. Mourinho, poi, a dir la verità, ha cercato di recuperarlo. Lo ha schierato titolare e l’ha fatto subentrare in più di qualche partita. Ma la condizione è quella che è e il passo non è più quello di una volta. Solo lo stipendio è sempre altissimo. Dispiace dirlo: ma non sarebbe meglio dare il foglio di via al francese? Crediamo proprio di sì… Anche perché al suo posto scalpita il giovane Renè Krhin: ma questa è un’altra storia.
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Gio 08 ottobre 2009 alle 13:19
Autore: Giuseppe Granieri
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