Vittoria sofferta per l'Inter questo pomeriggio, contro un Frosinone bravissimo a non mollare e a mettere in difficoltà la squadra nerazzurra in più occasioni (vedi il numero di legni colpiti). Decisiva la rete di Mauro Icardi al 29' della ripresa, cecchino con un colpo di testa letale che non lascia scampo a Nicola Leali. Non sono ovviamente mancati gli spunti tattici nei 90' odierni, con la consueta analisi di FcInterNews che spiega le dinamiche di gioco che hanno funzionato e constata, invece, quelle ancora da migliorare.

LA PARTENZA - Roberto Mancini sceglie il modulo che al momento offre le maggiori garanzie, con un 4-2-3-1 che a seconda delle situazioni di gioco si è poi tramutato in un 4-4-2 e viceversa. Jonathan Biabiany e Ivan Perisic esterni d'attacco, con Stevan Jovetic (la cui prova sarà analizzata successivamente) ad agire alle spalle di MI9. A centrocampo rientra dal 1' Felipe Melo al fianco di Marcelo Brozovic (Gary Medel, diffidato, inizialmente in panchina in vista di Inter-Napoli), mentre in difesa viene confermato Juan Jesus. Al suo fianco Jeison Murillo (Joao Miranda e Yuto Nagatomo squalificati), con Danilo D'Ambrosio da una parte e Alex Telles dall'altra a occupare gli out esterni.

LA CORSIA MANCINA - Pronti-via sono proprio il terzino ex Galatasaray e il croato ex Wolfsburg (suo il cross per il gol decisivo di Icardi) gli uomini più pericolosi, con un'intesa che mette sin dall'inizio il Frosinone in difficoltà. Calano leggermente con il prosieguo del match, ma appare evidente come tale coppia sia quella che offre maggior sicurezza. Il mercato dirà poi quale sarà il destino degli stessi (soprattutto per quanto riguarda il classe '92 brasiliano), ma intanto l'allenatore può e deve puntare con decisione su questi due interpreti.

ORDINATO - Il tanto chiacchierato FM83 offre una gara estremamente ordinata, attenta e di assoluta bontà tattica. Mantiene la posizione lasciando (giustamente) maggior margine di manovra a Brozovic. Buon palleggio e soprattutto ottimo senso della posizione. Ci mette il piede quando serve e non va mai in affanno, senza rischiare con alcun intervento deciso. In ombra, invece, il centrocampista croato, che smista a intermittenza la sfera riuscendo a innescare gli esterni offensivi con il contagocce. E la posizione di Jovetic certamente non lo aiuta, impedendogli di inserirsi non avendo così la possibilità di rendersi pericoloso in attacco quando ha spazio a disposizione, come accaduto in tanti match in cui è stato protagonista in stagione.

TRA LE LINEE - Soprattutto nei primi 45', difficile capire la collocazione tattica dello stesso JoJo. O meglio, arduo comprendere perché abbia deciso di non agire più vicino alla punta centrale (probabilmente questo il diktat del Mancio), adoperandosi sostanzialmente da regista avanzato e posizionandosi esattamente tra centrocampo e attacco. Così facendo ha impedito - come già analizzato - a Brozo di inserirsi. Una posizione di 'mezzo' che non giova alla manovra dell'Inter, con Maurito troppo solo in avanti e poco assistito dai compagni, in primis proprio dall'ex Manchester City. Ha però il merito di servire Perisic sulla sinistra nell'occasione del gol-vittoria, andando anche vicino alla rete nel finale. Ma d'altronde, si sa, la classe e il talento sono altissimi. Peccato per quella dose di 'anarchia tattica' che talvolta non gli permette di essere determinante in più circostanze.

Sezione: Angolo tattico / Data: Sab 09 aprile 2016 alle 18:44
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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