"Partirò da un presupposto: ho sempre avuto grandissimi allenatori in carriera, capaci di risvegliare dentro di me qualcosa che non pensavo di avere. Da loro ho capito che la carriera di un calciatore è bella, ma breve. Una quindicina d’anni, più o meno. Dunque non voglio vedere i miei ragazzi arrabbiati con il mondo, dobbiamo immaginare di essere a teatro. La bellezza di questa professione e la fortuna di svolgerla si percepiranno appieno solo quando loro vedranno il sipario dall’altra parte". Lo dice Dejan Stankovic, intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport.

Lei ha alle spalle una carriera top da calciatore, e così pure in panchina alla Stella Rossa. Può essere un limite dovendo ragionare per un obiettivo particolare come la salvezza?
"Tutto vero quel che dice del mio passato. Guardi, però, che per me è un top club anche la Sampdoria, anche se in una situazione che non merita e difficile da accettare. Sappiate che per me la salvezza da raggiungere quest’anno vale quanto un titolo. Certo, ci vorrà un’energia diversa, forse non sono uno specialista in queste situazioni, ma ho già fatto click dentro di me e lo dimostrerò. Il mio scudetto sarà rimanere in Serie A".

Stankovic sa come si fa. I due mesi di stop sono un’incognita per tutti in A, ma non per lei.
"Sono sicuro che questo ritiro piacerà a tanti, con la doppia preparazione si lavora forse più d’inverno che in estate".

Campionato già finito?
"Qui non è mai finito il campionato, penso all’anno scorso: in ogni caso Spalletti sta strameritando il primato per livello di calcio e intensità. La mia non è una gufata. Una squadra top, il Napoli, a livello mondiale. Però ora stanno arrivando Milan, Juve e Inter che aspettavamo fra le protagoniste. Può succedere ancora di tutto".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 18 novembre 2022 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print