Ricorre oggi il 14esimo anniversario dalla morte di Giacinto Facchetti, avvenuta il 4 settembre 2006. Da quel giorno non esiste interista che non sia comunque rimasto legato al nome e alla memoria dell'ex capitano. A Parlarne è il figlio Gianfelice ai microfoni di Tuttosport. "Da parte nostra c’è la sensazione di essere molto fortunati, perché nonostante i passaggi di proprietà ci sono sempre state persone che hanno portato avanti questo filo del ricordo, non in maniera stantia, di occasione, ma anche nella quotidianità, dove secondo me è più interessante. Soprattutto nel settore giovanile posso garantire che c’è sempre molta attenzione da parte di coloro che educano i ragazzi nel coinvolgere noi. Faccio un esempio: durante il lockdown ho fatto degli incontri virtuali con i giovani per far conoscere alcuni aspetti della storia dell’Inter e di Giacinto, ma anche per ragionare su quello che stava accadendo. Poi a teatro, quando facciamo qualcosa non fanno mai mancare la loro presenza. Per Giacinto c’è una riverenza non di facciata. Poi c’è l’aspetto più passionale e genuino dei tifosi che mantengono la memoria molto viva nel tempo e non fanno mai mancare le occasioni per tenerlo più vicino, nonostante i 14 anni passati".

Se l’eredità lasciata nel mondo Inter da Facchetti è ancora molto forte, un po’ meno il suo messaggio è stato ascoltato dal mondo del calcio in generale.
"Lì mi sembra che il tempo non sia mai passato, forse con un’accezione non troppo positiva. Certe dinamiche egoistiche da parte dei club che già c’erano negli anni 2000, non hanno lasciato spazio a un lavoro più cooperativistico, che era l’idea che ritornava spesso da parte di papà".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 04 settembre 2020 alle 11:38
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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