Un altro storico collaboratore di Mourinho oggi intervistato dalla Gazzetta dello Sport è José Morais. Ecco le sue dichiarazioni.

Guarderà la sfida dell’Olimpico?

"Certamente, è una partita particolare. E non arriva nel momento migliore per José: avrebbe voluto affrontarla con un altro stato d’animo. Sicuramente è diviso in due: da un lato il cuore e dall’altro il cervello. Da un lato un club che gli ha dato un affetto infinito, da lui ricambiato, e dall’altro una squadra per la quale ora darà tutto quello che ha dentro".

Cosa le viene in mente di fronte a un Roma-Inter?

"Io nel tunnel dell’Olimpico prima della finale di Coppa Italia. Ero molto nervoso, anzi preoccupato. Nello staff avevo il compito di studiare gli avversari in ogni minimo dettaglio e quella era una partita con molte trappole. Lui mi si avvicina, mi dà una pacca sulla spalla e mi dice: “Zeca, tranquillo perché vinciamo al 100%”. Zeca è un diminutivo portoghese di José: bastava quello per tranquillizzarmi".

Quale era all’epoca la vostra vera scintilla?

"Io direi l’apporto dei Moratti: eravamo un’estensione della loro famiglia, vivevamo davvero in una grande casa".

Mou ha mai avuto altrove una identificazione totale come quella con il mondo Inter?

"Non credo proprio. L’Inter tutta per lui prova ancora un senso infinito di gratitudine e di ammirazione mista a rispetto. E José ricambia il sentimento con amore puro".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 03 dicembre 2021 alle 10:48
Autore: Alessandro Cavasinni
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