Inter sulle montagne russe: prima benissimo, poi meno bene, poi benino, poi male. Continuità, questa sconosciuta. E così la Gazzetta dello Sport racchiude in 4 focus i motivi che stanno delineando una stagione controversa.

L’andamento - L’Inter non è mai riuscita a vincere tre gare di fila, fermandosi per cinque volte al doppio successo. Per due volte ha messo in fila tre pareggi (serie aperta dopo Udinese, Livorno e Bologna), mentre ha perso sei partite, ma mai due di fila. Disegnare un grafico dei risultati rende di più l’idea: sembra un elettrocardiogramma di uno che non sta benissimo di cuore. 

Le formazioni di Mazzarri - Altrettanto non si può dire delle scelte di formazione del tecnico, dal che si potrebbe desumere che non è questione di uomini. Per cinque volte da una partita all’altra ha riproposto la stessa identica squadra, sette volte ha cambiato appena un uomo, undici volte ne ha scelti solo due diversi. Semmai il senso della persistente difficoltà nel trovare la quadratura del cerchio è dato da un’altra cifra: tre volte nelle ultime dieci gare ha modificato la squadra per un terzo (quattro cambi). Trend recentissimo: è successo a Livorno dopo il pareggio con l’Udinese e subito dopo con il Bologna, in seguito a quel 2-2. Beh, la cosa nelle precedenti 21 gare era successa in una sola occasione: fra Inter-Fiorentina e Cagliari-Inter. 

Handanovic e gli esterni - L’altalena nelle prestazioni del portiere è una buona fotografia degli scompensi accusati dalla squadra. Ovviamente non sempre strettamente legati all’affidabilità di Handanovic, che pure prima di venire all’Inter era noto anzitutto per la sua regolarità. Al netto della scorsa stagione, di cui lo sloveno è stato molto più vittima che colpevole, quello che ha stupito di quest’anno sono stati i suoi alti e bassi, più di una volta anche nella stessa partita: Inter-Bologna (malino sull’1-1, benissimo per evitare il 2-3) ne è l’ultima, fedele, testimonianza. E poi le fasce: ad inizio campionato Jonathan e Nagatomo volavano, poi il primo vero momento di crisi è arrivato in coincidenza con un loro contemporaneo appassimento. Da allora difficilmente hanno giocato bene insieme e la squadra ha vissuto in positivo o negativo le loro giornate di ispirazione o intorpidimento. 

Attacco/difesa e rimonte - Qui basta leggere il dato di gol segnati e incassati: dalla prima all’11a giornata sono stati 27 e 12, dalla 12a alla 22a 12 e 15, nelle ultime dieci 12 e 8, però con un saldo leggermente negativo nelle ultime quattro gare, che non a caso hanno fruttato appena tre punti. Ma quello che ancor più ha dato il senso del’inaffidabilità dell’Inter è stato il numero di rimonte subìte: tralasciando due temporanei pareggi diventati sconfitte (Napoli e Atalanta al ritorno), per otto volte la squadra di Mazzarri aveva la vittoria in mano e per otto volte si è ritrovata con un pareggio, facendosi addirittura rimontare due gol dal Livorno e due volte dal Bologna. L’unica cosa in cui l’Inter è davvero coerente è nel suo non fare differenza fra primo tempo (26 gol segnati e 18 subìti) e ripresa (25 e 17): una consolazione da poco, e soprattutto inutile. 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 12 aprile 2014 alle 10:20 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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