Svolta in tre atti per Fredy Guarin: da arruffone e anarchico a diligente e decisivo. "Innanzitutto come intensità e continuità di gioco. Prima Guaro era intermittente come un faro, ora è sul pezzo dal primo pallone, contrasta e riparte - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. Poi nell’atteggiamento, sempre costruttivo e di sprone per i compagni, laddove fino a qualche mese fa sembrava in perenne lotta con l’universo mondo. Ma soprattutto nelle conclusioni. Prima i suoi destri erano una minaccia per la gente del primo anello. Con la tranquillità, cui molto ha contribuito Mancini, ora ha ritrovato la conclusione di fino - vedi le due reti a giro contro l’Atalanta- senza perdere la sassata. Quello che ieri, dopo una bella galoppata di Santon, ha chiuso il conto infatti è il classico eurogol. Pallone calciato con forza, precisione e tecnica. Oltre alla sicurezza dei big, tanto che Guaro ha iniziato ad esultare quando la palla non era ancora entrata. Con lui - malgrado un piede rotto - ha fatto un balzo dalla panchina anche Sylvinho. Perché oltre all’arrivo a Milano della famiglia (lo scorso dicembre), nella trasformazione di Guarin pesa il lavoro maniacale sulla tecnica cui lo sottopone ogni giorno il vice di Mancini". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 27 febbraio 2015 alle 11:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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