"Da quando è arrivato all’Inter, Luciano Spalletti ha fatto molto. Ha riportato la squadra in Champions, impresa che l’ultima volta era riuscita a Leonardo nel 2010-11, ha rilanciato acquisti di mercato che sembrano “persi” e ha fatto aumentare il numero degli interisti a San Siro. A tratti anche Stramaccioni, Mazzarri, Mancini e Pioli erano riusciti a “ridestare” il gigante nerazzurro che, dopo la sbornia del triplete, aveva sempre sonnecchiato, eccezion fatta per i tre trofei alzati al cielo nel 2010-11 con Benitez e Leonardo. Tutti e quattro, però, hanno lasciato l’opera a metà, nel senso che il picco di rendimento raggiunto dalle loro formazioni è stato seguito da una crisi fatale per le rispettive panchine. Spalletti invece in un anno e mezzo di lavoro alla Pinetina ha imparato a governare un’Inter che, pur non essendo una squadra perfetta e avendo ancora molto da migliorare soprattutto a livello di continuità di rendimento (per informazioni ripensare a domenica a Bergamo...), ha un’identità e un carattere riconoscibili". Questo il maggior merito attribuito dal Corriere dello Sport all'attuale allenatore nerazzurro.

"Sognare di poter essere l’anti Juve quando in 12 giornate si collezionano 3 sconfitte con Sassuolo, Parma e Atalanta è impossibile, ma la base su cui costruire è solida come le ambizioni di Suning - si legge -. Dopo aver fatto tanti acquisti negli ultimi due mercati estivi, dal 2019 la proprietà cinese ne dovrà pianificare pochi, ma di grande qualità. Il gap con i bianconeri in Italia e con il Barcellona in Europa non si può colmare solo con il lavoro sul campo. Servono campioni, come quel Modric che l’Inter ad agosto ha corteggiato per qualche settimana, altrimenti sognare è complicato". 

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 13 novembre 2018 alle 09:08 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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