TMW ha intervistato in esclusiva Danilo Saruggia, giornalista e opinionista della trasmissione "Diretta Stadio" in onda sull'emittente 7 Gold. Con lui, memoria storica dell'Inter negli anni ottanta è stato capo dell'ufficio stampa della società nerazzurra, abbiamo parlato dello scudetto 2006. Per capire meglio come potrà andare a finire la possibile revoca di quello scudetto all'Inter abbiamo rivolto le stesse domande sia a Saruggia sia a Bruno Bernardi (l'intervista a Bernardi sarà pubblicata su TMW oggi a partire dalle ore 12:00:01), per anni storica firma del quotidiano La Stampa e gran conoscitore delle vicende juventine. Fonte di grande imbarazzo lo scudetto del 2006. L'Inter non è poco amata come dice Moratti, che ha attaccato la Gazzetta dello Sport e in generale i giornalisti. Andrea Agnelli è un uomo tosto e duro e vuole che lo scudetto assegnato all'Inter venga revocato. La lite fra Inter e Juventus fa male al calcio italiano e all'estero non si fa una gran bella figura.
La vicenda dello scudetto 2006 come andrà a finire?
"Come andrà a finire non lo so, ma so che per l'Inter è una vicenda molto imbarazzante e imbarazzante non è un aggettivo offensivo, lo dicevo qualche sera fa nella trasmissione su 7 Gold; secondo me, che sono un modesto storico dell'Inter, è la questione più imbarazzante dei 103 anni di storia nerazzurra con lo scudetto vinto nel 1910, ovvero il primo scudetto vinto dall'Inter, con uno spareggio vinto contro i bambini, e sottolineo bambini, della Pro Vercelli che giocò con la terza o quarta squadra perché aveva molti giocatori impegnati in un torneo militare e i nerazzurri non accettarono di rinviare la partita e vinsero dieci a tre. Ricordiamo che Mourinho con molta ironia definiva lo scudetto del 2006: vinto in segreteria. Io da sempre ho sostenuto che quello scudetto non doveva essere assegnato".
Moratti ha dichiarato: "Non pensavo d'avere così tanti nemici". Ma l'Inter è così poco amata?
"Io non credo che l'Inter sia poco amata. Moratti ha avuto una reazione non proprio simpatica, soprattutto nei confronti dei giornalisti e in maniera specifica nei confronti della Gazzetta dello Sport. Qualche giorno fa il direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti ha scritto un articolo, secondo me ammirevole, il titolo era: "Scudetto bruciato" e in pratica diceva che uno scudetto di questo tipo, al di là di quali saranno le conseguenze e quale sarà la sentenza famosa che dovrà essere emessa dai consiglieri federali il 18 luglio, è uno scudetto veramente bruciato. Cito le parole scritte da Monti: "Poco importa in fondo se qualche organo federale alla fine lo scucirà dalla maglia dell'Inter o uno stuolo di legali riuscirà a tenerlo attaccato con la debole imbastitura della prescrizione, dopo la durissima relazione del procuratore Palazzi il titolo del 2006 è di fatto revocato dalla storia". Queste parole hanno scatenato le ire del dottor Moratti che è arrivato a dire che non leggerà più la Gazzetta dello Sport. Credo che l'altro ieri la Gazzetta dello Sport abbia ricevuto anche la solidarietà dell'Ordine dei giornalisti. Questa è stata, per usare certi aggettivi utilizzati da Moratti riguardo al dispositivo di Palazzi, una grave e inaccettabile uscita del patron nerazzurro nei confronti della Gazzetta dello Sport in maniera specifica e di tutta la categoria dei giornalisti in generale".
Agnelli ha detto: "La Juve merita rispetto e pari trattamento. Temo che decidano di non decidere". E si è lamentato anche per i danni patrimoniali che la società avrebbe subito dalla revoca, ammontanti a 300 milioni di euro. Se lo scudetto fosse tolto all'Inter la Juve potrebbe chiedere i danni e se sì a chi?
"La minaccia è pesante e io credo che in quel caso Agnelli porterà avanti una certa operazione. Non so dire se potrebbe avere dei risultati positivi. Certo è che ormai siamo a un livello tale di odio, perché non dobbiamo nasconderci dietro al significato delle parole, tra le due società non si può più parlare di rancore, perché è limitativo e limitante, siamo veramente all'odio tra le società e le tifoserie e la cosa è inquietante perché sappiamo benissimo quali scenari si potrebbero disegnare dietro questi atteggiamenti. Però mi pare di capire che l'erede dei grandi Agnelli è un uomo tosto e duro, evidentemente sollecitato da una frangia, sappiamo bene come è partita l'operazione, più dura dei cosiddetti duri e puri della tifoseria juventina, lui ha scatenato questa bagarre e ovviamente il suo fine è quello di togliere lo scudetto del 2006 all'Inter. Ripeto ancora e sono anche imbarazzato, e uso di nuovo il verbo imbarazzare prima usavo il participio presente e ora il participio passato, io sono sicuramente di fede interista, sono stato capo ufficio stampa dei nerazzurri negli anni ottanta e ho diretto il mensile dell'Inter e quindi ho una storia personale con questa squadra, ma se mi chiedete che cosa pensi dello scudetto del 2006 per me, come ho detto più volte e lo sottolineo, quello scudetto non è da considerarsi. Quando si è scatenata la bufera su calciopoli nel 2006 pensavo che avrebbe fatto giurisprudenza il precedente del 1927, quando lo scudetto vinto dal Torino gli fu tolto perché in un caso di corruzione era implicato il giocatore granata Allemandi, calciatore che poi avrebbe avuto un'esperienza all'Inter. Allora tolto lo scudetto al Torino non lo passarono alla seconda squadra classificata, che era il Bologna, ma non fu assegnato come d'altronde successe per lo scudetto 2005. Non si capisce perché in circostanze con grosse analogie con quelle del passato, dove lo scudetto revocato non finì a nessun'altra squadra, nel 2006 lo scudetto, invece, fu assegnato all'Inter. Certo c'era il commissario Guido Rossi che era un ex-consigliere dell'Inter, i tre saggi, etcetera etcetera, quindi i sospetti che un qualche cosa di poco chiaro ci sia stato. Su una cosa io sono assolutamente d'accordo con Moratti: sull'integrità e la rettitudine di Giacinto Facchetti, che io ho avuto modo di conoscere e frequentare per anni quando lavoravo all'Inter. Facchetti è stato un campione del calcio e della vita".
Due fra le più importanti squadre italiane e internazionali litigano senza esclusioni di colpi. Il calcio italiano è sempre meno credibile?
"Certo non voglio fare il moralista, ma all'estero non facciamo una gran bella figura con questa storia, se non ci fosse stata sarebbe stato meglio anche se altri non possono passare per santi. Sappiamo bene che anche in altre nazioni qualche cosa di poco limpido è accaduto negli ultimi anni e magari accade ancora. E' una bega che al calcio italiano non fa bene e leggevo sul Corriere della Sera qualche giorno fa una lunga intervista all'ex presidente storico della Federcalcio Franco Carraro il quale, lodevolmente, manda un messaggio all'Inter e alla Juve nel titolo tra virgolette, quindi sono parole di Carraro, "Agnelli e Moratti, smettetela di litigare" ed esortava anche le due società a fare un'iniziativa comune nel nome di Facchetti e Scirea, due grandi giocatori, che come sappiamo tutti, hanno fatto la storia delle rispettive squadre e della Nazionale italiana".
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