Lunga intervista rilasciata oggi da Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ai microfoni di Radio Rai 1: “Quello della VAR è un progetto sul quale continuiamo a investire e a lavorare - ha esordito come ripreso da TMW -. Dopo il primo anno di assuefazione, il secondo e il terzo diventano un po' più importanti perché si cominciano ad avere dati certi. Quest'anno stiamo soffrendo la mancanza del nostro centro VAR ancora in fase di perfezionamento. Stiamo soffrendo le partite che vengono giocate in un clima surreale a causa di questa pandemia che tarda a lasciarci. L’uniformità è quasi un'utopia. Avvicinarsi alla quasi totalità dell'uniformità è una cosa fattibile. Io credo che l'uniformità sia stata molto migliorata in virtù della tecnologia e credo migliorerà ancora. Nessuno potrà applicare il miglioramento a sua immagine e somiglianza, ma dovrà farlo in modo preciso e puntuale secondo il protocollo. Come migliorare la classe arbitrale? Un grosso miglioramento ci sarà quando la Federazione ci darà le chiavi della sala VAR centralizzata. Quello sarà un laboratorio che porterà progressi incredibili sia dal punto di vista della comunicazione che dal punto di vista dell'applicazione tecnica del regolamento. Quello sarà il passo più importante che farà il calcio italiano nei prossimi anni".

Sul VAR a chiamata: ”Non so se sia una cosa molto utile, reputo che non ce ne sia bisogno. Non c'è bisogno che uno dalla panchina dica all'arbitro di andare a vedere delle cose perché lo sa da solo". E' quello che pensiamo di fare da qualche anno, ma poi ogni volta che ci siamo avvicinati a questo passo sono sopraggiunte polemiche anche aspre e questo ci ha fatto tornare sui nostri passi, ritenendo che non siamo ancora maturi".

Sulla possibilità di vedere arbitre anche in Serie A: “Noi ci puntiamo da prima che ci puntasse la UEFA. Abbiamo 1750 donne che ricoprono questo ruolo, non siamo sprovveduti da questo punto di vista. Una donna assistente da quest'anno opererà da assistente nella CAN unificata, abbiamo due donne che già arbitrano in Serie C e presto alla Serie A ci arriveranno anche le donne italiane. Cosa mi auguro per il 2021? Che non ci sia più il virus, che si torni a vedere il calcio negli stadi. Che si torni alla normalità e che tutti i sacrifici fatti da parte di tutti non vengano vanificati".

Sull'opportunità di dare la parola agli arbitri: ""E' quello che pensiamo di fare da qualche anno, ma poi ogni volta che ci siamo avvicinati a questo passo sono sopraggiunte polemiche anche aspre e questo ci ha fatto tornare sui nostri passi, ritenendo che non siamo ancora maturi".

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Sezione: News / Data: Sab 26 dicembre 2020 alle 22:30
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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