Francamente, non se ne può più. E' stata un'altra settimana di passione per l'Inter, Mauro Icardi e per chi, come chi vi scrive, ha un debole per questo talento. Il tweet pubblicato poco prima di Inter-Parma, quello che di fatto citava una banalissima canzone sudamericana e che invece è stato fatto passare quasi per pornografico, ha fatto parlare di sé per tutta la settimana. Con le solite, prevedibili conseguenze. Si parla di strigliate da parte dell'Inter, di un club stufo di questi atteggiamenti, di possibile cessione. Ma perché? Esattamente cosa c'è di tanto imperdonabile in quello che l'argentino scrive su Twitter? Si può non essere d'accordo con il modo decisamente "estroverso" del calciatore di esprimere il proprio amore per Wanda Nara, ma non credo ci possa essere niente più di questo.

I social network hanno inevitabilmente cambiato il modo di intendere lo sport, l'interazione con tifosi e addetti ai lavori. E con ciò, anche il modo di fare giornalismo. Quando ho iniziato, andavo allo stadio con penna e taccuino. Adesso non potrei prescindere da Twitter, tanto per dirne una. Come i giornalisti devono abituarsi a lavorare con i nuovi media, così i calciatori devono capire che ogni minimo messaggio affidato a internet può diventare oggetto di notizia. Qualunque cosa scrivano. A maggior ragione se dal campo si sfocia in un ambito così morboso come quello del gossip. Perché, diciamocelo, tutti dicono "Basta, questo gossip ha stancato!", ma alla fine tutti vanno a sbirciare le ultime novità sull'argomento. Contribuendo ancora di più ad ampliare la portata mediatica di quella che, alla fine, è una vicenda tutto sommato banale: un calciatore di bella presenza si mette con una ragazza forse meno famosa ma di altrettanto bella presenza. Easy as that. Tutto il contorno è stato ricamato ad hoc, dal presunto abuso di alcolici alle maratone da 28 ore a letto. Almeno per quanto possiamo saperne noi.

Allo stato attuale, le uniche verità sono le seguenti: il calciatore è attualmente infortunato e non sta perciò violando nessuna regola comportamentale. E' andato a trovare la sua ragazza in Argentina nei giorni in cui era in permesso, tweetta quando è libero e non certamente mentre si allena o peggio ancora mentre è in campo. Nessuna infrazione, nessuna. Certo, l'Inter gli ha sicuramente chiesto di evitare certi atteggiamenti, ma per un motivo molto semplice: certi tweet pubblicati in un momomento in cui, per cause di forza maggiore, non puoi scendere in campo fanno inevitabilmente passare il messaggio per cui se non giochi è perché ti rendi protagonista di eccessi fuori dal campo. E non è così: Maurito non gioca perché è infortunato, non certamente perché più interessato a 15 amplessi quotidiani con la bella Wanda.

E fa davvero sorridere che ci si scandalizzi così tanto per questo in un paese come l'Italia, che da anni fa i conti con l'inscindibile binomio calciatore-velina. Mauro Icardi non ha scelto una velina, non ha scelto una sua coetanea e soprattutto ne ha scelta una con figli (oltre che ex di Maxi Lopez, che parrebbe essere stato il primo della coppia a tradire). Forse è questo che rende la vicenda così "interessante" per alcuni. Ma i commenti devono fermarsi lì. Asserire che un calciatore sia meno professionista solo perché ha una vita sentimentale è ingiusto e sbagliato. Specie se poi si vanno a guardare i numeri di Maurito: 195 minuti giocati e due gol segnati. Una media di quasi un gol a partita. Domenica l'attaccante potrebbe tornare in campo. Solo lì potrà dare un taglio definitivo a certe voci.

Sezione: La Rubrica / Data: Sab 14 dicembre 2013 alle 00:30
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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