In occasione della sosta natalizia, Sky Sport realizza un servizio esclusivo a Claudio Ranieri che, intervistato da Andrea Paventi, racconta episodi, curiosità, pensieri, momenti belli e meno belli dei suoi primi tre mesi sulla panchina dell'Inter.
Possiamo dire che Claudio Ranieri ha definitivamente rianimato l'Inter?
"L'ho ritrovata per merito dei calciatori. Ho puntato molto sullo zoccolo duro perchè vedevo come si allenavamo, come si impegnavano in ogni esercitazione. Gioco forza dovevano cambiare la rotta di questa nave e con la costanza, la determinazione, la voglia, la sofferenza, l'hanno rimessa in rotta perchè non è facile vedere che tutto va storto anche quando ti alleni bene e dai il massimo. È stato fondamentale quando lavoravano e i risultati non arrivavano, li ho spronati a non mollare, io davo forza a loro e loro la davano a me vedendoli allenare".
Quando è arrivato, l'Inter era esattamente come la immaginavi?
"Non era facile, all'inizio. Sapevo che il campionato l'avremmo ripreso a lungo termine, anche se non si sapeva dove si poteva arrivare, ma per la Champions League è stata decisiva la partita di Mosca, poi abbiamo vinto anche a Lille, ma quella partita contro il Cska è stato il primo mattone che ha portato la qualificazione. Poi, in campionato, anche le sconfitte, tipo Napoli, Juventus e Udinese, hanno fatto soffrire ancora e cementato ancora di più il gruppo".
La cosa più importante che il gruppo ha trasmesso a Claudio Ranieri?
"Come uomo sono determinato, pretendo il massimo da me stesso e lo pretendo anche dai miei giocatori. Magari la gente mi vede sempre con il sorriso, sempre sereno, ma in campo e nello spogliatoio sono anche duro, mi arrabbio se devo arrabbiarmi. Certo è che non so recitare, sono quello che sono sempre. Io sono un libro aperto, quello che provo me lo si legge in faccia e lo trasmetto. Per questo motivo ai ragazzi ho detto che sarebbe stato importante il feeling che avremmo instaurato tra di noi perchè, con quello, riusciremo a fare bene. Ci stiamo riuscendo, ma non abbiamo ancora fatto nulla, siamo ancora sotto in campionato e possiamo fare di più".
La Juventus è la sorpresa di questo campionato?
"Hanno operato bene, con grandi mezzi economici e poi non hanno le coppe, quindi possono lavorare tranquillamente tutta la settimana. Conte è dentro la squadra, conosce pregi e difetti dell'ambiente, i tifosi lo hanno subito accolto bene, dal nuovo stadio arriva altra carica importante. Per tutti questi motivi messi insieme, la Juventus è dove merita di essere".
Ranieri può ritenersi soddisfatto di essere riuscito a cambiare il chip a Ricardo Alvarez?
"Non voglio ancora sbilanciarmi, è troppo presto. Il ragazzo ha dei mezzi incredibili. Si vede che, quando gioca centrale, ha davvero un qualcosa in più, quando gioca sulla fascia dovremmo invece cercarlo con più convinzione. Il ragazzo è nella fase su che cosa deve fare da grande: hai qualità importanti, i mezzi ci sono e ti devi impegnare ancora di più per cercare di realizzare il tuo sogno che è quello di sfondare definitivamente in una squadra grande come l'Inter".
Tra i giovani è Davide Faraoni il più pronto?
"L'ho inserito per ultimo e mi ha dato grandissime soddisfazioni. L'esempio che abbiamo creato, quel mix tra lo zoccolo duro e i giovani ci ha dato una forza in più. Ho puntato molto sullo zoccolo duro proprio perchè li vedevo determinati, vedevo che di vecchio c'era solo la carta d'identità, perché nel calcio l'età non conta, conta quello che vuoi: la determinazione, la forza di volontà, il sacrificio. Qui ci sono tanti calciatori che hanno vinto tutto quello che c'era da vincere, ma è come se non avessero vinto nulla, hanno ancora voglia di vincere, quantomeno tentare di vincere, e quello che loro ci stanno mettendo è un esempio per i giovani che, se vedono gente che ha vinto tanto allenarsi con determinazione, gioco forza - se non sono stupidi - si attaccano a quel carro e vanno avanti".
A Mauro Zarate, invece, Ranieri deve ancora trasmettere qualcosa per consentirgli di fare il salto di qualità o dipende solo da lui?
"Dipende da lui, ha già esperienza, ma va ancora a intermittenza e questo in una grande squadra non basta, soprattutto nella fase di non possesso palla. È un suo comportamento mentale, stacca proprio la spina, ma non è vagabondo, anzi risponde immediatamente ai comandi quando lo chiami, ma non posso mettergli un peacemaker al cervello".
Ranieri ha dato tante, tante chance a Diego Milito: lo ha fatto per l'impegno che metteva in campo, perchè ne aveva bisogno o per il rispetto di una carriera?
"All'inizio posso rispettare una carriera, quello che uno ha dato alla squadra, ma poi dopo c'è l'oggi, il domani e io devo rispettare il bene della squadra. No, io credo in Milito per quello che fa in campo, per quanto corre. È uno che vuole reagire sempre, che lotta anche contro la sfortuna, che mette in pratica quello che io dico. Prima o poi deve tornare 'Principe'. Quando vedi un giocatore che non molla mai devi inevitabilmente credere in lui".
È vero che se Ranieri fosse stato sulla panchina dell'Inter prima difficilmente Samuel Eto'o sarebbe andato via nonostante l'offerta faraonica dell'Anzhi?
"Questo non lo so, ma credo che Eto'o mi rispetti perchè io lo volevo quando non era nessuno, quando non era conosciuto. Poi, lo rivolevo alla Juventus - e l'ha dichiarato lui perchè se no io non l'avrei mai detto - per cui lui si ricorda di tutti queste cose. Mi piace pensare che se fossi arrivato prima sarebbe rimasto con noi, ma è solo bello pensarlo".
Che idea si è fatto Claudio Ranieri di Wesley Sneijder? Lo considera davvero quell'uomo in più in grado di cambiare faccia alla squadra?
"Io credo che lui e Diego Forlan saranno il bello e il difficile che adesso arriverà perchè noi abbiamo visto che senza di loro abbiamo costruito un squadra che forse a volte non è bella, ma che è dura a morire, lotta palla su palla, che compatta. Ora ci sono quei giocatori che possono aggiungere qualità enormi. Io sono convinto di farcela, ci credo, ma ci devono credere anche loro e cambiare il volto della squadra in positivo perchè altrimenti poi ci facciamo male da soli".
Che richieste farà alla società per gennaio?
"Di mercato parlo spesso con Marco Branca, con Piero Ausilio, con il presidente e quindi loro la mia idea la conoscono. Vediamo che si potrà fare, ma non mi piace il prendere per prendere, questo non lo dirò mai".
Ranieri si aspetta un mercato importante o intelligente?
"Non voglio parlare per il presidente, ma credo che quello che lui sta facendo, e cioè investire sui giovani, sia giusto. La crisi economica c'è, è inutile nascondersi, quindi la cosa importante è non sbagliare gli acquisti, anche se saranno pochi, ma devono essere quelli giusti'.
Ranieri crede che questa Inter è tornata a crearsi le condizioni per tornare a lottare per lo scudetto?
"No, ancora no, dobbiamo fare di più, l'Inter deve stare più su, deve lottare con Milan, Juventus e Udinese, quando saremo lassù vedremo. Verificheremo a gennaio se riprendiamo da dove abbiamo lasciato".
Crede che il 2012 possa tornare ad essere ancora l'anno dell'Inter?
"È la scommessa, è quella di fare bene e riprendere le squadre che ci stanno davanti, vedere un'Inter protagonista".
L'augurio di Claudio Ranieri per il 2012 a livello professionale qual'è?
"Vorrei tanto che del calcio italiano si parlasse solo dal punto di vista agonistico, per quello che sappiamo fare in campo, per il bello, per le difficoltà delle squadre estere nell'affrontare una squadra italiana, che gente di calcio volesse più bene a questo sport, che ci ha dato e ci sta dando tanto".
Autore: Daniele Alfieri
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