Alla vigilia di Natale, l’attaccante montenegrino dell’Inter Stevan Jovetic, a tu per tu con Marco Barzaghi di Premium Sport, racconta a tutto tondo questi primi sei mesi in nerazzurro, svelando anche alcuni retroscena estivi e i suoi buoni propositi per il 2016 che sta arrivando. Dopo le anticipazioni del pomeriggio, ecco le dichiarazioni complete di Jojo:

Stevan, prima domanda: ti aspettavi un’Inter prima a Natale?
“Sinceramente no, siamo tanti nuovi giocatori e di solito ci vuole tanto tempo per mettersi in moto insieme. Ma ci siamo integrati bene, siamo lì e cercheremo di rimanere il più possibile”.

Tu sei stato forse l’unico a non avere paura di dire la parola scudetto. Per te è possibile?
“Certo, noi ci crediamo, se no stavo a casa a giocare a calcetto. Siamo un’ottima squadra, con le grandi abbiamo fatto bene. Manca ancora tanto, saremo in 5 a lottare fino alla fine”.

Chi è la favorita?
“Secondo me la Juve; sta ritornando, sono sempre pericolosi e sono in buona forma. Poi Roma, Napoli e Fiorentina sono lì”.

L’Inter è ancora un po’ meno attrezzata o le vittorie l’hanno fatta arrivare al livello delle altre?
“Lasciamolo dire agli altri, noi facciamo bene il nostro e vediamo. Ma ci crediamo allo scudetto, fino alla fine”.

Tornando indietro, com’è andato il tuo trasferimento all’Inter?
“Ho ricevuto una chiamata da Piero Ausilio, poi ho sentito Roberto Mancini. Mi hanno presentato il progetto come sarà. Poi ho seguito sempre la squadra e ho sentito subito che sarebbe stata l’ideale per me. Poi per me l’importante era giocare perché negli ultimi anni non ho giocato molto”.

Mancini ti ha detto qualcosa di particolare?
“Sì, abbiamo parlato, ma avevo già deciso di venire”.

Mancini e l’Inter nel tuo destino, dopo il palo con il Partizan:
“Ricordo bene, avevo 17 anni. E’ stata una bella esperienza”.

Tu e Mancini non vi siete incrociati al City per poco:
“Ci siamo sentiti, ma alla fine quell’accordo è saltato. Ma il destino ci ha portati qui e sta andando bene”.

Quanto sei stato vicino alla Juventus?
“La Juve mi voleva, quello è sicuro. Mi hanno chiesto, hanno parlato col mio agente, ma alla fine l’Inter era molto più interessata. Poi volevo dire che quando ero alla Fiorentina uscì un articolo nel quale mi furono affidate parole mai dette, mai dissi che mi chiamava la Juve. A Firenze sono stati 5 anni bellissimi per me”.

Quanta voglia di riscatto c’è dopo l’esperienza al City?
“Sono carico, ho voglia di vincere. Al City ho vinto al primo anno ma non al secondo. Ora voglio vincere qui”.

Perché Pellegrini non ti faceva giocare?
“Non lo so, chiedetelo a lui. Io gli voglio bene, al City ho tanti amici. E’ stata una bella esperienza, ma ora guardo avanti”.

Quanto ti dà fastidio sentirti dire che hai i muscoli di cristallo?
“Non mi interessa”

Firenze nel cuore?
“Sì, dopo 5 anni mi è rimasta nel cuore. Mi sono trovato benissimo, dopo Podgorica è la mia città. Poi dovrò giocare lì a febbraio, ma sono un professionista e dovrò farlo”.

Ti saresti mai aspettato di ritrovare Adem Ljajic?
“Ci speravo, è successo presto e sono felice. E’ un amico da tanti anni, quando l’ho visto la prima volta giocare dissi subito che sarebbe diventato un fuoriclasse e lo è diventato. Spero di vincere e segnare tanto con lui”.

L’otto è il tuo numero preferito?
“Sì, ma qui era occupato quindi ho preso il 10 dopo che si è liberato. Non cambia tanto”.

Però il 10 dell’Inter ha una storia importante: Ronaldo, Matthaeus, Sneijder…
“Sì, ma non mi preoccupo: basta che faccio bene il mio, è abbastanza”.

Ad Ausilio dicesti che sapeva cosa fare: gli avevi suggerito Ljajic?
“Abbiamo parlato, gli ho detto cosa pensavo di Adem, cosa poteva fare. Spero possa fare di più perché può farlo”.

Questa anima slava dell’Inter è uno dei segreti?
“Noi ci troviamo bene, parliamo la stessa lingua e siamo amici. Ma tutto il gruppo è bravo, in campo e fuori. Questo è lo spirito giusto”.

#EpicBrozo è la dimostrazione della forza del gruppo:
“Sì, per me è la cosa più importante; se manca il gruppo non ci sono risultati”.

Parlaci di Brozovic, visto che non parla mai:
“Non parla molto neanche con noi, ma è bravissimo, un personaggio”.

Mancini ha saputo costruire una squadra che se la sta giocando con tutte:
“Non è stato facile neanche per lui, però secondo me sta facendo bene. Speriamo di continuare”.

La difesa migliore del campionato è merito del lavoro degli attaccanti in pressing?
“Secondo me sì, Mancini ci chiede sempre di rincorrere i centrocampisti per aiutare la difesa. Ma loro stanno facendo un ottimo torneo”.

L’attacco con pochi gol ti dà fastidio?
“No, certo sarei più contento con 10 gol però quando ero in forma ho avuto un problemino poi ho saltato delle partite. Quindi non è male”.

Cosa faranno Icardi e Jovetic?
“Tanti gol… Se le voci sulla mancata intesa danno fastidio? La gente parla… Io e Mauro abbiamo un ottimo rapporto, poi abbiamo giocato 6-7 volte insieme e non è che abbiamo fatto pochi gol”.

Più fastidio per la panchina o per il palo di Napoli?
“La panchina… Però anche il palo perché a Napoli forse meritavamo qualcosa in più avendo giocato anche con un uomo in meno. Se entrava quel gol…”

Il gol più bello in Italia?
“Quello all’Inter con la Fiorentina nella sera del 4-0, Handanovic se lo ricorda bene…”.

Il più importante quello con l’Atalanta?
“Era la prima giornata, forse più importante è stato quello allo Sporting per andare in Champions”.

Che rapporto hai con Mancini?
“Normale, come con tutti gli altri. Anche quando mi chiede di correre... (Ride, ndr)”.

Thohir ha detto che tu, Ljajic e Perisic siete il nucleo dell’Inter del futuro, fa piacere questa fiducia?
“Certo. Lo abbiamo visto qua un paio di volte, poi ci manda messaggi, ci chiama. Noi lo ringrazieremo per averci portato qui solo facendo partite giuste e con le vittorie”.

Prima del gol all’Udinese è stato un periodo difficile?
“Sì, secondo me stare fermo 2-3 settimane mi ha mandato fuori ritmo. Quando sono tornato ho fatto benissimo con la Juve pur non segnando, poi a parte la gara col Genoa ho fatto bene. Ora spero di fare altri gol”.

Come hai aiutato Raicevic per l’operazione?
“Se non faceva quella dichiarazione non lo sapeva nessuno: ero in Nazionale, ho sentito la sua storia, il fatto che stava fermo da tre mesi, e pur non conoscendolo di persona sono stato male, è una pena per me. L’ho chiamato, abbiamo parlato, gli ho fatto fare visita  e intervento. Sono contento di poter aiutare i ragazzi”.

Una promessa ai tifosi per il 2016?
“Non mi piace fare promesse, ma cercherò di fare al meglio quello che posso fare: gol e assist, spero di farne tanti”.

Questa Inter dall’anima slava può vincere qualcosa di importante?
“Spero di sì”.

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 24 dicembre 2015 alle 21:55
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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